"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

Pace e diritti umani

Sono le soglie, non i confini, a facilitare l’incontro
scrive Melita Richter Malabotta (*)

I grigi caselli del confine erano sbucati all’improvviso in mezzo al nostro raccontarci affannoso tra donne ed io trasalii: “Oddio, non ho il passaporto!”

Avvio ed accompagnamento del Progetto Vino di Cana

Relazione conclusiva del progetto

Con la presentazione di questa relazione può considerarsi conclusa la fase preliminare del Progetto “Vino di Cana” che si proponeva lo studio di fattibilità del progetto in questione, ovvero la verifica delle condizioni sul territorio (Galilea – Israele e Aboud – Cisgiordania) sia di tipo tecnico progettuale (qualità dei terreni, condizioni climatiche, disponibilità idrica, reperimento materiali…), che di natura socio-politica (le forme di animazione del territorio derivanti dall’attivazione del progetto), che infine di natura soggettiva (l’individuazione dei soggetti di riferimento del progetto sul territorio).

Il Vino di Cana
particolare - Paolo Veronese - Le nozze di Cana  (1562 – 1563)
«…il direttore di mensa chiamò lo sposo e gli disse:
“Tutti mettono (in tavola) prima il vino buono e poi,
quando son brilli, quello meno forte.
Tu (invece) hai conservato il vino buono fino ad ora”.
Così Gesù diede inizio ai miracoli in Cana di Galilea…»


L’idea di promuovere la produzione del Vino di Cana, antico villaggio della Galilea dove secondo la tradizione Gesù fece il primo miracolo nel mutare l’acqua in vino, evoca una grande suggestione che da sola potrebbe rappresentare insieme un segno di pace e di speranza per una terra che da troppo tempo non conosce pace. Ma un filo di speranza in un futuro di dialogo fra popoli diversi che decidano di convivere sulla stessa terra, in una stessa regione, questo non s’è ancora spezzato: proprio in quella che fu l’antica Galilea nasce un progetto che, se affonda nelle sacre scritture il fascino di un’immagine, cerca una risposta quanto mai attuale a una modernità globalizzata fatta di dominio, omologazione e violenza.

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