«Il problema che in primo luogo va risolto, e fallendo il quale qualsiasi altro progresso non è che apparenza, è la definitiva abolizione della divisione dell'Europa in stati nazionali sovrani»<br/> Manifesto di Ventotene

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La questione morale del nostro tempo

Non so tenere il conto. Lo dico con il cuore pieno di tristezza ma davvero non ricordo – per quante sono state – le manifestazioni e le iniziative a favore della causa palestinese alle quali ho partecipato dall’inizio degli anni ’70 ad oggi. Mi descrivono, questo sì, l’impotenza e forse anche l’inutilità, di fronte alle drammatiche immagini di distruzione e di morte che vengono in queste ore da Gaza. Il mondo è cambiato, sono finiti i blocchi e caduti i muri, ma quella palestinese – come ricordava qualche anno fa Nelson Mandela – continua a rimanere “la questione morale del nostro tempo”.

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Alzare lo sguardo

Dovremmo imparare ad osservarla, Trento. Possiamo viverci, lavorarci, passeggiarci e non vederla. Non riuscire a metterne a fuoco i caratteri, le trasformazioni, la memoria. In ogni edificio, anche in quello più recente, possiamo leggere un tratto della storia della nostra città, ciò che esprimeva quel passaggio di tempo sul piano dei rapporti sociali o delle tendenze culturali. È un invito, il mio, ad alzare lo sguardo. A guardare con occhi diversi le immagini che ogni giorno ci passano davanti. A pensarsi in luoghi che prima di noi sono stati di altri e che dovremo consegnare ad altri ancora.

L'Adige, 12 febbraio 2009

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Oltre Lepanto, l’Europa fra Oriente e Occidente
«…Una cultura che da molti secoli,
attraverso conflitti tra città e campagna,
o tra poteri religiosi e poteri secolari,
attraverso la concorrenza tra fede e sapere,
la lotta tra i detentori del dominio politico e le classi antagoniste,
è stata lacerata più di tutte le altre culture,
non ha potuto fare a meno di apprendere nel dolore
come le differenze possano comunicare…»

Jacques Derida, Jürgen Habermas

L’Europa alla ricerca dell’identità perduta

Nei primi di giugno del 2003, in concomitanza con il varo della prima bozza della Costituzione Europea, sei intellettuali europei ed uno statunitense hanno dato vita ad un’originale iniziativa mediatica sui principali quotidiani europei attraverso una sorta di appello concordato affinché un ampio dibattito sul senso dell’Unione ne accompagnasse la costruzione istituzionale, affermando la necessità della crescita di una sfera pubblica, a partire dalle grandi manifestazioni con le quali i cittadini europei reagirono alla “guerra infinita” dell’amministrazione Bush e al precipitare di una frattura politica e culturale fra modello europeo continentale ed atlantico. Un grido, il timore di un’identità perduta ed insieme l’auspicio che la memoria politica e culturale della “vecchia Europa” potesse dare “le ali alla speranza kantiana in una politica interna mondiale”.

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Il Trentino di nuovo alla prova
mappa del Trentino

È bene che la politica s’interroghi responsabilmente su come far fronte alla crisi che attraversa l’intero pianeta e che – in un contesto quanto mai interdipendente – entra nelle vite di ciascuno rendendo il futuro sempre più incerto. Tanto per cominciare sulla natura di quanto sta accadendo e poi per capire ciò che è utile e ciò che è possibile fare. In questo senso vorrei porre qualche domanda e provare ad abbozzare qualche risposta, anche in relazione alle manovre poste in essere dal Governo centrale e da quello della nostra autonomia.

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I rituali della brutta politica
I rituali della brutta politica trovano eco sulla stampa locale. Li avverto come una sorta di rigurgito che tende ad oscurare il bel risultato delle elezioni che hanno portato alla formazione del Consiglio della Provincia Autonoma di Trento.

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Buonasera Chicago!
«Se c’è ancora qualcuno là fuori che dubita del fatto che l’America
sia il posto dove tutto è possibile,
che ancora si chiede se il sogno dei nostri Padri sia vivo oggi,
che ancora si interroga sul potere della nostra democrazia,
stasera ecco la risposta. …
È la risposta data da giovani e vecchi, ricchi e poveri,
Democratici e Repubblicani, neri, bianchi, ispanici, asiatici, nativi americani,
gay, etero, disabili e non disabili...?»

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Lettera agli amici 3
don quijote

(Settembre 2010) Ecco qui il mio terzo rapporto semestrale. Sono benvenute le osservazioni, gli stimoli, le critiche ed anche, perché no?, i messaggi di incoraggiamento. Da qualche parte è emersa l'idea di vederci, per non lasciare soltanto al freddo messaggio tecnologico questa forma di comunicazione. Se questa esigenza è effettivamente avvertita (da parte mia certamente) e i vostri riscontri saranno al riguardo positivi, mi attiverò per organizzare un momento di confronto, magari anche conviviale, fra noi. Intanto grazie per l'attenzione con cui seguite il mio lavoro. Michele Nardelli

Lettera agli amici

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