«Il problema che in primo luogo va risolto, e fallendo il quale qualsiasi altro progresso non è che apparenza, è la definitiva abolizione della divisione dell'Europa in stati nazionali sovrani»<br/> Manifesto di Ventotene
Abitare il conflitto. Forme e prassi di riconciliazione nel contesto post conflitto
di Michele Nardelli
«...le peggiori atrocità possono scaturire da ciò che è apparentemente innocuo, dalla "normale" passività che può caratterizzare la vita quotidiana di milioni di individui nella società di massa: la triste verità è che il male è compiuto il più delle volte da coloro che non hanno deciso di essere o agire né per il male né per il bene»
Hannah Arendt
"La banalità del male"
Questo testo è stato scritto per il volume "Srebrenica, fine secolo" Ed. Israt - 2005
di Fabio Pipinato
Perché il Nobel è in Europa e non negli Stati Uniti? Interessi? Probabile. Vediamone alcuni. Il web viene censurato da Ahmadinejad con tecnologie europee. Sotto accusa due multinazionali: la tedesca Siemens e la finlandese Nokia.
Il premio internazionale Alexander Langer 2009 è stato assegnato alla giornalista iraniana Narges Mohammadi. Oggi a Trento l'incontro con la stampa di Shirin Ebadi, Premio Nobel per la Pace 2003 che nei giorni scorsi ha ritirato il riconoscimento per conto di Narges, privata del suo passaporto
Di seguito l'intervento del presidente del Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani, apparso sul quotidiano L'Adige
Perché non abrogare una porcata? Penso che l'Italia rappresenti l'unico paese al mondo il cui sistema di elezione del Parlamento sia comunemente definito in questo modo. Del resto così lo ebbe a definire uno dei suoi ideatori, il ministro leghista Calderoli. La risposta potrebbe sembrare ovvia, dunque. Se non che il fondo del barile non esiste mai e, gratta gratta, si trova sempre qualcosa di peggio.
L'ultimo decennio si è caratterizzato per un radicale ripensamento dei tradizionali approcci alla solidarietà internazionale: oltre la dimensione puramente economica, nel tentativo di costruire legami durevoli, stabili tra persone, comunità e territori, grazie ad un dialogo costante che poggia su relazioni fiduciarie solide e continuative, nella consapevolezza che il mondo globalizzato contemporaneo si caratterizza per una progressiva sovrapposizione di ciò che riguarda il livello locale, regionale, internazionale e transnazionale.
In particolare, il sapere lineare, tecnico e pertinente non risponde più alla complessità del mondo attuale. La promozione della multidisciplinarietà diviene una pista metodologica interessante oltreché necessaria. L'educazione, la formazione devono dunque caratterizzarsi per uno slancio evolutivo e una capacità di costruire nessi continui con i contesti di applicazione.
Il Centro per la Formazione alla Solidarietà Internazionale si propone di cogliere questa sfida nell'ambito del proprio territorio, dell'Europa unita, dei rapporti internazionali: contribuire a ricostruire il tessuto delle relazioni - nel pensiero e tra le persone.
Attività
Sabato 30 maggio e 12 giugno 2009
Due incontri proposti dal Centro per la Formazione alla Solidarietà Internazionale. La fotografia, quale sguardo attento all'altrove. Quale possibilità di avvicinamento alla conoscenza, di una persona, di un luogo, di un popolo e del suo spirito. L'immagine sfiorata, catturata dall'obiettivo, specchio che avvicina storie e saperi, testimonianza di cambiamenti, di mutamenti di intere società. I laboratori si articoleranno in due diversi momenti e saranno centrati sui seguenti temi: Dall'immagine il rispetto della dignità / Dentro il reportage / Utilizzo della didascalia per guidare all'immagine.
Continua ..
________
Il Centro di Formazione alla Solidarietà Internazionale è nato per iniziativa della Provincia Autonoma di Trento, la Fondazione Opera campana dei caduti di Rovereto, la Federazione Trentina della Cooperazione, l'Università di Trento e l'Ocse.
Per informazioni e contatti:
Centro di Formazione alla Solidarietà Internazionale
lo spettacolo di storie tzigane debutta in teatro a Trento il 23 giugno
Debutta il 23 giugno a Trento presso il Teatro S. Marco lo spettacolo di storie tzigane "se non fossi nato zingaro" prodotto dal volontariato trentino dell'Associazione Italiana Zingari Oggi - Aizo Sinti e Rom, con l'importante contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto, della Provincia Autonoma di Trento tramite l'Assessorato alla Convivenza e alla solidarietà internazionale ed il Cinformi, del Comune di Trento tramite l'Assessorato alle Politiche Sociali.
Il gruppo musicale tzigano di Rovereto Vagane Sinti accompagneranno suonando dal vivo i ballerini di Pena Andaluza condotti dalla nota insegnante di Flamenco Adriana.
La regista di teatro Elisa Colla dirigerà alcuni degli attori di Spazio 14 di Trento che reciteranno il testo scritto da Gian Luca Magagni.
Nelle 5 scene teatrali viene raccontata la storia del vecchio Altari attraverso la quotidianità della sua vita tzigana, con la gioia e la difficoltà che ogni famiglia incontra nel bisogno di realizzarsi e di raggiungere la libertà. Il testo è arricchito dalle poesie di Spatzo, importante artista sinto e trentino, che abitava a Bolognano di Arco scomparso qualche anno fa.
Le scenografie sono studiate dal pittore Lorenzo Menguzzato, detto Lome, così come le locandine.
Lo spettacolo sottolinea ancora una volta la capacità del popolo tzigano di cogliere attraverso l'arte i motivi veri dell'integrazione. E' successo così che nel passato i sinti spagnoli, intrecciando le note di ebrei e mori (schiavi di quell'epoca di conquiste) con le loro melodie, davano vita al flamenco. E' successo poi ancora con lo swing, genere musicale che nasce dall'incontro del Jazz americano degli Anni '30, dal Valzer Musette francese e dalla tradizione tzigana, il tutto impregnato da nomadismo tzigano e dalla contaminazione diretta delle musiche incontrate. Ora, ancora una volta, è l'arte che attraverso questo spettacolo diventa viatico d'eccellenza d' integrazione di due culture, producendo per la città di Trento e per il suo territorio un evento che si pone come punto di partenza, come vera espressione di dialogo aperto fra la popolazione sinta e rom del trentino e le altre popolazioni presenti sul territorio.
In se non fossi nato zingaro c'è la musicalità della vita tzigana nel quotidiano passare del tempo.
Associazione Italiana Zingari oggi
Sezione Trentino Alto - Adige
Sede Pomarolo (Trento), Via San Cristoforo n. 4
Tornare sui propri passi è segno di intelligenza. Che ciò avvenga sul piano dell'azione amministrativa e politica sarebbe oltremodo importante, quand'anche piuttosto raro. Ma quando è in gioco uno dei luoghi più suggestivi dell'arco alpino, di straordinario valore naturalistico, paesaggistico e faunistico, questa capacità di interrogarsi e, se è il caso, di fare un passo indietro rispetto a scelte che suscitano sconcerto e forte opposizione, questo è semplicemente doveroso.