"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

Cultura

Ritorno a casa
La copertina del libro

Natasha Radoji-Kane

Ritorno a casa

Adelphi, 2003

 

Halid ha molti conti in sospeso. Dalle trincee di Sarajevo è tornato con una reputazione da eroe, un incubo ricorrente e parecchio denaro di origine poco chiara. Per sbarazzarsi della prima gli basterà una battuta di caccia con due amici d'infanzia, finita sparando con armi da guerra agli unici animali sopravvissuti nei boschi intorno al villaggio – i gufi. Per non vedere più quella ragazza cadere al rallentatore, colpita a morte, sarà forse sufficiente smettere di dormire. Ma liberarsi del denaro, o moltiplicarlo – ed è il denaro con cui Halid vorrebbe riscattare il suo amore di un tempo, ora ostaggio di una donna e di una storia crudele – risulta più difficile. L'unica soluzione sarà rischiare tutto in un'estenuante partita a carte, fra puttane adolescenti e violinisti impazziti, contro l'avversario più temibile, il re degli zingari locali. Il ritorno a casa di Halid si consuma così in tre giorni freddi, fangosi e febbrili, che in questo suo primo, straordinario libro Natasha Radoji-Kane racconta attenendosi rigorosamente ai fatti e lasciando che dai gesti, dalle parole e dai silenzi dei personaggi si sprigioni il fantasma di un paesaggio – la Bosnia consumata dall'odio e da una guerra inesauribile – molto più vicino a noi di quanto vorremmo ammettere.

Scollinare il Novecento...
Angelus Novus
Giovedì 1 maggio, ore 20.30
"Scollinare il Novecento..."
Canzoni e incursioni nel secolo breve a cura della Antonio Colangelo Ensemble
Trento, Caffé Bookique, via della Predara (nel quartiere di San Martino)

 

Nella serata del primo maggio, conclusa la Tavola Rotonda "Cittadinanze. Per una nuova idea di contratto sociale. Esiste un modello sociale europeo?" ralizzata in collaborazione con le organizzazione sindacali nell'ambito delle manifestazioni del 1 maggio e che dà formalmente il via alla scuola di formazione "Territoriali ed europei", si svolgerà un evento d'eccezione.

Grazie all'Antonio Colangelo Ensemble avremo la possibilità di assistere ad uno spettacolo o, meglio, al cantiere di costruzione di un evento che se non ha ancora definiti i suoi contorni precisi ha dalla sua una grande ambizione: raccontare il Novecento. Di farlo con la musica, le immagini e la narrativa. Per comprenderne il senso abbiamo scritto il breve testo che segue.

Indebito tour
La locandina del tour

Nell'ambito della seconda edizione della scuola di formazione politica "Territoriali ed europei" arriva anche a Trento l'Indebito Tour. Andrea Segre e le musiciste Thedora Athanasiou e Maria Ploumi ci accompagneranno dentro la Grecia colpita dalla crisi economica utilizzando il cinema e il rebetiko come strumenti narrativi.

Grecia 2013. Nelle taverne di Atene e di Salonicco si perpetua l'antica tradizione dei rebetes, i musicisti che propongono il rebetiko, una forma di blues ellenico che affonda le sue radici in un passato di crisi diversa (e al contempo simile) a quella che colpisce oggi la popolazione. È una musica che si oppone, con i versi delle sue canzoni, al potere ed è, oggi come allora, portatrice di una corrente di ribellione al conformismo passivo. Vinicio Capossela va alla ricerca di questi musicisti e fonde la propria musica con la loro.

"Indebito" è stato girato in Grecia nel 2012 ed è stato presentato al Festival di Locarno 2013 come evento di apertura. Distribuito da NexoDigital in più di 80 sale italiane il 3 Dicembre 2013, è rimasto per due settimane in sala ad Atene ed ora continua ad essere proiettato in varie sale e vari festival in tutta Italia e non solo. E' una produzione LaCupa e JoleFilm, in collaborazione con RaiCinema.

Documentario, durata 87 min. - Italia 2013

Un film di Andrea Segre.
Soggetto: Vinicio Capossela, Andrea Segre

Con Vinicio Capossela, Theodora Athanasiou, Giorgis Christofilakis, Keti Dali, Pantelis Hatzikiriakos. Dimitris Kodogiannis.
Titolo originale: Rebetiko

Per maggiori informazioni www.politicaresponsabile.it  

Massimo Gorla: un gentiluomo comunista. Cinquant'anni della nostra storia

A cura di Roberto Biorcio, Ida Farè, Joan Haim, Maria Grazia Longoni

Massimo Gorla, un gentiluomo comunista

Sinnos editrice, 2005

 

«Qualcuno era comunista perché credeva di poter essere vivo e felice solo se lo erano anche gli altri. Perché aveva bisogno di una spinta verso qualcosa di nuovo. Perché sentiva la necessità di una morale diversa. Perché era solo una forza, un sogno, un volo, era solo uno slancio, un desiderio di cambiare le cose, di cambiare la vita.

Sì, qualcuno era comunista perché, con accanto quello slancio, ognuno era... come più di se stesso. Era come due persone in una. Da una parte la personale fatica quotidiana e, dall'altra, il senso di appartenenza a una razza che voleva spiccare il volo e cambiare veramente la vita.

No, niente rimpianti. Forse anche allora molti avevano aperto le ali senza essere capaci di volare... come dei gabbiani ipotetici».

Qualcuno era comunista, Giorgio Gaber

Intrecci. Stralci di narrazioni familiari sullo sfondo della 'piccola' Europa
La copertina del libro

Micaela Bertoldi

Intrecci. Stralci di narrazioni familiari sullo sfondo della "piccola" Europa

Fondazione Museo Storico del Trentino, 2014

 

Protagonisti di questo volume sono solo alcune della piccole "comparse" che hanno animato il grande scenario della storia del Novecento: donne e uomini confusi e dispersi nella grande folla dell'umanità, schiacciati e trasportati dagli eventi come un fiume in piena, ma al tempo stesso ricettori e trasmettitori attenti di quanto intorno a loro stava accadendo. Ed è quanto viene proposto dall'autrice che, in uno stile proprio più alla letteratura che alla storiografia, con un'attenta scelta di espressioni, citazioni e ricordi recupera e collega fra loro non solo i tasselli di tante "microstorie" familiari, ma i tratti fondamentali di quell'universo d'intense emozioni che si celano nel passato di tutta la "gente comune". Ne scaturisce una rappresentazione che, al pari di quella offerta da ben più illustri personaggi, appare il completamento di un mosaico altrimenti povero di sfumature.

Ballata per la figlia del macellaio
La copertina

Peter Manseau

Ballata per la figlia del macellaio

Fazi Editore, 2009

 

"Una fiaba ironica e lieve sul valore della vita e della letteratura"

 

«Ho capito che il fanatismo e la terra si nutrono a vicenda. Prima avevamo la Terra Promessa, la desideravamo ardentemente; quando la ottenemmo, lottammo per tenercela. Non avrei mai creduto che avrei detto una cosa simile, ma dopo aver combattuto per essa, e dopo averla lasciata, non credo che la desidererò più. Mi sembra quasi che starne lontani sia la cura per quella particolare forma di pazzia».

Il conflitto generativo
La copertina

 

Ugo Morelli

Il conflitto generativo

Città nuova, 2014

 

È possibile guardare e vivere il conflitto come fatto positivo? Nel suo saggio “Il conflitto generativo” pubblicato da Città Nuova, Ugo Morelli ci introduce ad approccio nuovo ed originale.

Nel linguaggio di ogni giorno e non solo, quando si dice conflitto si intende guerra. Guerra e violenza, pertanto, restano egemoni su vari piani e in particolare nel linguaggio ordinario e nella narrazione storica. Sono proprio la parola “conflitto” e le fenomenologie che essa indica a non avere cittadinanza nel linguaggio e nella prassi. Il conflitto, infatti, è costantemente confuso con la guerra. Quando si dice conflitto, di solito, si intende guerra, indifferentemente.

Non emerge una domanda di conoscenza rispetto alla distinzione tra guerra e conflitto. Né si afferma ancora il bisogno di conoscere rispetto agli incontri tra differenze, culture, interessi, individuazioni e appartenenze diverse, orientamenti e spiegazioni del mondo. Tende anzi a prevalere la negazione. Eppure la conoscenza potrebbe essere la via per riconoscere la generatività del conflitto e la sua distinzione con l’antagonismo e la guerra, con le conseguenti opportunità per la creazione della cooperazione e della pace.