"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli
«Tempi interessanti» (65)
... Tanto per non dar adito ad equivoci, al ballottaggio non avrei avuto esitazioni a votare Macron. Se l'Inno alla gioia viene suonato prima della Marsigliese non lo leggo come un fatto solo simbolico, ancor meno se penso alla “grandeur” che segna la storia e la cultura politica di questo paese. Penso inoltre che Macron abbia avuto il merito di fare dell'Europa un tema cruciale della sua proposta politica senza infingimenti, avendo il coraggio di andare contro corrente, a differenza di chi le bandiere europee le ritira per esibire quelle italiane, come ci ha ricordato ieri nel suo commento il direttore di “la Repubblica” Mario Calabresi. Ciò detto, credo che il voto in Francia ci possa fornire alcuni spunti importanti di riflessione, ben oltre l'euforia di queste ore...
Il presidente turco Erdoan ha vinto il "suo" referendum con stretto margine, ma tra accuse di brogli e tensione il paese esce spaccato dall'esito del voto. Il quadro del corrispondente di Osservatorio Balcani Caucaso - Transeuropa (www.balcanicaucaso.org)
Una vittoria sul filo di lana per i sostenitori del Sì, che con il 51,7% dei voti superano il No fermo a 48,6%, con uno scarto di circa 1,3 milioni. Numeri che hanno gettato nel caos il paese, non tanto per il margine risicato con cui si stravolge l'architettura dello stato, quanto per il clamore dettato dallo svolgimento delle votazioni e l'accusa di un risultato falsato.
In ballo ci sono almeno un milione e mezzo di voti, forse due e mezzo, che le opposizioni sostengono siano stati illegalmente validati dal Consiglio elettorale supremo (in turco Yüksek Seçim Kurulu, YSK). Non annullati, come vorrebbe invece esplicitamente l'articolo 98 della legge in materia di elezioni, che considera nulli i voti le cui buste siano compromesse o prive del sigillo necessario.
Circolano online anche video di uomini che nei seggi timbrano con il sì i fogli di voti, uno dopo l'altro, apertamente, davanti alle riprese di telefonini e nonostante l'avviso di chi li sta riprendendo: “State commettendo un crimine”. E poi elettori che escono dalla cabina con i presidenti di seggio per imbucare voti multipli, arresti all'ingresso dei seggi, osservatori allontanati durante l'inizio dei conteggi.
«Tempi interessanti» (63)
... E' sufficiente leggere gli appelli a sostegno di questa o quella manifestazione per rendersene conto. Quasi tutti a immaginare che l'Europa dovrebbe essere qualcosa che ti assomiglia piuttosto che un modo diverso di pensare e di pensarsi, oltre i paradigmi (e i deliri) degli stati nazionali che hanno fatto del Novecento un immenso campo di battaglia senza ancora aver capito che quelle simbologie e quei confini rappresentavano il brodo di coltura dello “spazio vitale”, dell'“über alles”, del “non nel mio giardino”, del “prima noi”...
Nell'ambito del percorso formativo per un viaggio di studio in Bosnia Erzegovina degli studenti delle quarte classi, Michele Nardelli svolgerà una lezione sul contesto balcanico a vent'anni dalla fine della guerra dei dieci anni.
Egidio Ivetic
Un confine nel Mediterraneo
L'Adritico orientale tra Italia e Slavia (1300-1900)
Viella libreria editrice, 2014
«Sullo sfondo di una riflessione storiografica transnazionale e con lo sguardo non circoscritto alle periodizzazioni tradizionali, il libro ripercorre le convivenze e le divisioni tra popolazioni, decostruisce l'idea stessa di confine, andando oltre i canoni delle storiografie coinvolte e le separazioni cultrali ancora vive in queste terre mediterranee».