"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli
Dopo quasi tre anni di attesa, e a più di un ventennio dall'ultimo censimento effettuato nel paese, le autorità bosniache hanno pubblicato i dati completi del censimento 2013
di Rodolfo Toé (da www.balcanicaucaso.org)
La sala della conferenza stampa allestita all'interno dell'Hotel Europa, a Sarajevo, pare quasi colta di sorpresa quando sullo schermo si materializza la diapositiva che tutti, visibilmente, aspettavano. Evo ih, eccoli, mormora qualcuno, riscuotendosi e iniziando febbrilmente a prendere appunti, scrivendo le cifre - le nuove cifre - che finalmente sono lì, nero su bianco, ufficialmente, dopo mesi e mesi di illazioni. Non importa il fatto che alle tre domande relative ad appartenenza etnica, lingua e religione, rispondere non fosse obbligatorio. Né tanto meno conta la raccomandazione di Eurostat, che aveva addirittura esortato le autorità bosniache a tralasciare la questione. Perché quello che importa alle decine di reporter presenti, ma anche alla maggior parte dell'opinione pubblica bosniaca, sono soprattutto le nuove percentuali relative alla composizione etnica della popolazione.
di Tonino Perna
(7 giugno 2016) Sapere invecchiare è un’arte. Significa fare i conti con le energie che vengono meno, con la paura del giorno finale, con il rimpianto per “i bei giorni che furono”, come nella nota commedia di Samuel Beckett. Come diceva Noberto Bobbio il brutto della vecchiaia non è solo la memoria che si perde, ma che tutto diventa più lento e faticoso.
L‘Europa è diventata come una vecchia isterica che vive di paure, si fa prendere facilmente dal panico, cerca di esorcizzare la morte che si avvicina imbellettandosi con lustrini di eventi spettacolari, grandi opere e Quantitative Easing. Assomiglia, perdonate il riferimento personale, ad una mia vecchia zia che viveva all’Eur, splendida persona, femminista ante litteram, che dagli anni ’90 ho visto rinchiudersi sempre più in casa, far mettere sbarre alle finestre, porte blindate, e vivere nel terrore degli immigrati e dei rom.
Abdel Fattah Mourou, vicepresidente del Parlamento tunisino dialogherà con il sociologo Adel Jabbar, con l’on. Lorenzo Dellai e con Massimiliano Pilati. L'appuntamento è lunedì 16 maggio, alle 17.00 a Palazzo Trentini (Sala Aurora).
Pochi anni fa Egitto, Libia, Syria e Tunisia sono stati attraversati dalla voglia di libertà dei loro popoli. Abbiamo sostenuto e sperato in queste primavere arabe ma abbiamo anche assistito con sgomento al loro declino violento fino all’attuale orrore quotidiano che si vive soprattutto in Syria.
La Tunisia, nonostante le mille difficoltà e i pericoli del terrorismo che la attraversano, ha avuto fortunatamente un percorso diverso. Il popolo tunisino ha cercato di prendere nelle proprie mani l’esercizio della democrazia.
L'associazione "territoriali#europei" promuove l'incontro "L'Europa è morta. Viva l'Europa" che si svolgerà a Trento martedì 24 maggio 2016, alle ore 20.00 presso il Social Store di Via Calepina 10.
Intervengono:
Steven Forti (storico e giornalista, ricercatore presso l'Instituto de Historia Contemporanea dell'Universidade Nova de Lisboa)
Beppe Caccia (Rosa-Luxemburg-Stiftung Berlino)
Dialogheranno con l'associazione territoriali#europei e gli ospiti in collegamento da Bruxelles, Strasburgo, Belgrado e Reggio Calabria.
Nei giorni in cui ricorre il trentesimo anniversario della morte di Altiero Spinelli sarebbe facile lasciarsi andare al retorico richiamo del pensiero di uno degli autori del Manifesto di Ventotene. Eppure è proprio dall'ipotesi - valoriale e istituzionale - che i padri fondatori descrivevano che l'Europa sembra essersi allontanata. Non è però una crisi che inizia oggi. Non è una crisi passeggera, e neppure solo economica, ma di sistema, profonda e diffusa. Come tale va interpretata e affrontata.
Ryszard Kapuscinski
Shah - In - Shah
Feltrinelli, 2001
«Iran, 1980: lo scià Reza Pahlavi è fuggito, Khomeini ha preso il potere. Chiuso nella stanza di un albergo ormai deserto di Teheran, Ryszard Kapuscinski cerca di ricavare un senso dalla massa di appunti, fotografie e registrazioni che ha accumulato durante il suo lungo soggiorno in Iran. In un libro appassionante, in cui la cronaca diviene storia senza perdere nulla della sua umana immediatezza, Kapuscinski ricostruisce il lento ma inesorabile procedere degli avvenimenti che hanno portato alla rivoluzione khomeinista...».
Un libro da leggere nel susseguirsi di rivoluzioni democratiche finite nel sangue, strategie di destabilizzazione da parte di chi in Occidente non si è ancora rassegnato alla fine del colonialismo e di torbide proteste tipiche di questa oscura postmodernità, che attraversano questo straordinario paese.
Presentazione del libro "Europa anno zero" di Eva Giovannini (2015, Marsilio)
Ne parliamo con l'autrice alle ore 10.30 di sabato 4 giugno. Iniziativa realizzata da territoriali#europei in collaborazione con Associazione Punto Europa
Dove sta andando l'Europa?... Per capirlo è necessario capire quali sono le forze politiche che sfruttano (e amplificano) la crisi delle istituzioni e della tenuta sociale e politica dell'ipotesi europea.
In questi anni dieci del terzo millennio stiamo assistendo a un sostanziale ritorno dei nazionalismi in Europa. Movimenti di una destra radicalmente identitaria, populista e con tendenze xenofobe sono entrati nel Parlamento europeo e nel 2015 i risultati elettorali in ben otto paesi dell’Unione hanno decretato l’avanzata incessante delle destre. Sono destre anomale, nuove, destre che non vogliono essere definite tali. Per lo più «sovraniste», non fasciste, per quanto in alcuni casi presentino frange estreme e pericolose.
Nessun uomo è un'isola,
completo in sé stesso;
ogni uomo è un pezzo del continente,
una parte del tutto.
Se anche solo una zolla
venisse lavata via dal mare,
l'Europa ne sarebbe diminuita,
come se le mancasse un promontorio,
come se venisse a mancare
una dimora di amici tuoi,
o la tua stessa casa.
La morte di qualsiasi uomo mi sminuisce,
perché io sono parte dell'umanità.
E dunque non chiedere mai
per chi suona la campana:
essa suona per te.
John Donne
poeta e religioso inglese vissuto fra la fine del 1500 e l'inizio del 1600