"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli
La nostra Europa
Raffaello Cortina Editore, 2013
"Mai nella storia d'Europa le responsabilità del pensiero e della cultura sono state così tremende"
«Dall'Europa è partita l'era planetaria, allorché i popoli europei intrapresero nel 1492 la conquista delle Americhe e la circumnavigazione del globo. E l'era palentaria è stata a un tempo occidentalizzazione e mondializzazione. Ma oggi l'Europa si è ristretta. Non è più che un frammento dell'occidente, mentre quattro secoli fa era l'occidente a essere un frammento dell'Europa. Non è più al centro del mondo ed è stata confinata alla periferia della storia. E' diventata provinciale rispetto ai giganteschi protagonisti dell'età globale. E' diventata una provincia del mondo, sempre meno importante per peso demografico, forza militare, risorse energetiche e minerarie. Questa sua nuova condizione di provincia del mondo impone all'Europa di superare la sua attuale frammentazione in stati dotati singolarmente di una sovranità assoluta. L'Europa è obbligata a due conversioni, apparentemente contraddittorie, di fatto complementari: deve superare la nazione e deve riconoscere la propria condizione di provincia...»
(5 luglio 2015, ore 21.53) L'esito del referendum che emerge dallo spoglio dei voti in Grecia è ormai consolidato: il no vince con il 61%, un dato ben oltre ogni aspettativa. E' un'espressione forte di coraggio e di dignità che avrebbe meritato in piazza migliaia di bandiere dell'Europa, non della Grecia.
Lo storico Cardini: «Fondamentalismo coltivato dall’Occidente, l’Islam non è terrorismo». Una bella intervista di Erica Ferro sul Corriere del Trentino
(7 luglio 2015) «Davvero ignoriamo che la malapianta del fondamentalismo l’abbiamo innaffiata e coltivata per anni noi occidentali?». Franco Cardini, professore emerito di storia medievale all’Istituto italiano di scienze umane, se lo chiede sin dall’introduzione al suo ultimo volume «L’ipocrisia dell’Occidente. Il Califfo, il terrore e la storia», edito da Laterza.
Dietro lo scontro di civiltà, «volgarissima bugia», si nascondono, secondo lo studioso, interessi precisi, che poco o nulla hanno a che fare con la religione. «Il vero problema è la cattiva distribuzione della ricchezza, che crea l’impossibilità pratica della convivenza» sostiene. Lo storico ha presentato il suo saggio ieri sera a Vezzano con il giornalista del Corriere del Trentino e Corriere dell’Alto Adige Giancarlo Riccio.
di Erica Ferro, Corriere del Trentino
Professore, perché l’Occidente è ipocrita?
«Siamo abituati a circoscrivere l’Occidente non tanto descrivendone la sostanza, quantodelimitandone i confini e presentandone i nemici: se un tempo l’antagonista era il socialismo sovietico, oggi interlocutore avversario è considerato l’Islam. L’ipocrisia dell’Occidente, politicamente inteso, sta nel tentativo di far passare come assolute e metastoriche le ragioni di opposizione al fondamentalismo islamico, quando in realtà ne ha provocato la nascita».
1955 - 2015, il sessantesimo anniversario della "Conferenza di Messina"
Quattro giorni di celebrazioni, conferenze, dibattiti per celebrare il sessantesimo anniversario della Conferenza di Messina e per riflettere sull'Europa (e sul Mediterraneo) del nostro tempo.
La conferenza di Messina si tenne nel 1955, dal 1º al 3 giugno. Fu una riunione interministeriale dei sei stati membri della CECA. Parteciparono alla conferenza i ministri degli esteri dei sei paesi.
La conferenza, iniziata in un clima non particolarmente felice per la recente bocciatura da parte del Parlamento francese dell'accordo sulla CED (Comunità europea di difesa), proseguì non senza qualche difficoltà nei primi due giorni dei lavori, ma sorprendentemente il terzo giorno, alla conclusione della conferenza venne resa nota quella che viene conosciuta come "dichiarazione di Messina" (ovvero Risoluzione di Messina), attraverso la quale i sei paesi enunciavano una serie di principi e di intenti volti alla creazione della Comunità Europea dell'energia atomica (o Euratom) e di quella che diverrà, nel volgere di due anni con la firma dei Trattati di Roma del 1957, il Mercato Europeo Comune (MEC, poi CEE e quindi Unione europea).
Spesso nei momenti difficili dei rapporti tra gli stati membri dell'Unione Europea è stato volto lo sguardo e l'attenzione verso quello spirito, lo spirito di Messina, che animò la conferenza ed i padri fondatori della Comunità Europea che a quella conferenza parteciparono.
Oggi, l’Unione Europea ha bisogno di un nuovo slancio, di affrontare le nuove sfide che la storia ha posto sul suo cammino. Soprattutto, ha bisogno di ripensarsi, partendo dalle sue radici culturali che affondano nel bacino del Mediterraneo con tutte le sue contraddizioni, ma anche con la sua storia millenaria.
Papa Francesco è a conoscenza del fatto che sarà ricevuto a Sarajevo dalle stesse persone che hanno dato il benvenuto e hanno glorificato i criminali di guerra?
Un gruppo di intellettuali bosniaci si rivolgono con una lettera aperta a Papa Francesco in vista dell'imminente visita in Bosnia Erzegovina
Caro Papa Francesco
Siamo profondamente incoraggiati dalla Sua prossima visita nel nostro Paese. Siamo rincuorati dall'annuncio della visita in quanto convinti che la Sua presenza contribuira alla crescita di semi del bene e al consolidamento della fraternità e della pace, e ci siamo per questo motivo presi la libertà di rivolgerci a Lei. Come cittadini della Bosnia-Erzegovina, vorremmo condividere con Lei qualcosa che forse non sentirà dai nostri politici e funzionari. Ci rivolgiamo rispettosamente alla Vostra Santità per metterla a conoscenza di alcune questioni che riteniamo di cruciale importanza per la Bosnia-Erzegovina e per la gente che vi abita.
Catholic News Agency ha accompagnato l'annuncio della Sua visita con la seguente affermazione: "(Sua Santità) sarà presente in una nazione segnata da una grande diversità etnica e religiosa, che è stata utilizzata come un fattore chiave nella recente guerra nel Paese." Troviamo questa frase estremamente preoccupante e non corrispondente alla verità.
Quando la principessa Europa fu rapita da Zeus trasformatosi in toro, suo padre Agenore, re di Tiro in Fenicia, mandò i suoi tre figli maschi alla ricerca della sorella perduta. Uno di essi, Cadmo, fece vela verso Rodi, sbarcò in Tracia e vagò per le terre che in seguito avrebbero preso il nome della sua sventurata sorella. Giunto a Delfi, chiese all'oracolo dove si trovasse Europa. Su quel punto la Pizia, fedele alle sue abitudini, si mostrò evasiva, ma fece il favore di regalare a Cadmo un consiglio pratico: "Non la troverai. Prendi invece una vacca: la seguirai pungolandola, ma non lasciarla mai riposare. Nel punto in cui cadrà a terra sfinita, costruisci una città"...