"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli
Incontro con la narratrice sarajevese Kanita Focak
Nessuno meglio di Kanita Focak può raccontare la Sarajevo dell’integrazione. Donna di origine dalmate, con nonni veneziani, sposata in prime nozze con un uomo serbo ortodosso, in seconde nozze con un uomo mussulmano, madre di due figli, vittima diretta dell’assedio di Sarajevo che l’ha lasciata vedova, Kanita può narrare il passato recente della città che è stata il crogiolo fertile della multiculturalità e delle pacifiche convivenze religiose, delle feste comuni, del Bajram mussulmano e del Natale cattolico, così come della Pasqua ortodossa a cui tutti i cittadini delle diverse religioni prendevano parimenti parte. Il fascino dei racconti di Kanita, permeati dalla sua grande cultura, sta nella potente evocazione dei momenti di condivisone del tempo libero e della cultura, così come delle difficoltà attraversate nella guerra e nell’attuale dopoguerra. Una finestra su un passato recente in cui l’integrazione era una realtà, una voce di fiducia nel popolo balcanico.
Il decennale di Osservatorio Balcani e Caucaso. Un'occasione per riflettere su una delle esperienze di eccellenza della comunità trentina e globale, un momento di festa per un traguardo che coincide con importanti riconoscimenti internazionali per OBC. Ospite d'eccezione Ennio Remondino.
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http://www.balcanicaucaso.org/Media/Multimedia/2000-2010-il-decennale-di-OBC
100.000 visitatori unici mensili, 150.000 contatti quotidiani, 13.000 articoli, 45 corrispondenti, 950 interventi su radio e tv, 400 incontri pubblici, 100 collaborazioni, 5 documentari per 100 proiezioni. Sono solo alcuni dei numeri che testimoniano l'attività dell'Osservatorio Balcani e Caucaso in dieci anni. Oggi tantissime persone a Rovereto si sono strette attorno all'Osservatorio per festaggiare questo primo traguardo, ma anche per tracciare un primo bilancio e pensare al futuro. Alle 17, presso la sala consiliare di palazzo Pretorio, piena al limite della capienza, si è tenuta la cerimonia istituzionale con la direttrice scientifica Luisa Chiodi, l'assessore provinciale alla solidarietà internazionale Lia Giovanazzi Beltrami, il vicepresidente e assessore ai lavori pubblici, ambiente e trasporti Alberto Pacher, il senatore Giorgio Tonini, il reggente dell'Opera Campana dei Caduti Alberto Robol, il presidente del Forum trentino per la pace Michele Nardelli e la giornalista Azra Nuhefendic. La festa si è poi spostata al Mart, con il concerto della Maxmaber Orkestar.
Lo "Stau quo", una regola per il dialogo
Incontro con Wajech Nuseybeh, custode della Chiesa del Santo Sepolcro nell'ambito di "Cittadinanza Euromediterranea"
Oggi 24 ottobre la sigla del Patto di Teano
Per ritrovare le ragioni dell'Unità dopo 150 anni! Per un Progetto - Paese condiviso che ci faccia uscire dalla crisi economica, sociale e morale. Per un nuovo Patto tra i cittadini italiani che ci permetta di costruire un'Altra Italia di cui andare orgogliosi.
Il Patto di Teano, in dieci punti, verrà letto domenica mattina, 24 ottobre alle ore 10, accompagnato e sostenuto da dieci esperienze positive, pratiche virtuose di amministratori locali provenienti da tutta Italia.
All'incontro di Teano parteciperanno sindaci, amministratori locali, docenti e ricercatori universitari, operatori sociali e culturali e semplici cittadini che amano questo paese e vogliono impedire che cada nel baratro della guerra etnica, dello scontro tra Lega Nord e Partito del Sud.
La Serbia non è solo Genova. La Serbia non è le manifestazioni violente contro il Gay pride. Ma c'è un lato oscuro, che si trascina dai terribili anni '90. Ed è per questo che i suoi cittadini e le sue istituzioni non vanno lasciate sole. Riportiamo il commento del capordattore di OBC.
di Luka Zanoni www.balcanicaucaso.org
"Gli hooligan hanno svergognato la Serbia", titola oggi Politika il principale quotidiano serbo, a seguito degli incidenti di Genova allo stadio Marassi. (...)
Sarà un viaggio. Per andare alle radici di quel che siamo. Oggi si fa un gran parlare di identità e di memoria, anche perché dopo la fine del Novecento facciamo fatica a riconoscerci in un progetto rivolto al futuro. Ma il passato in fondo non lo conosciamo ed il futuro anche per questo ci mette paura. Potremmo descrivere così, in queste poche parole, il percorso di "Cittadinanza Euromediterranea" promosso dal Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani, quattro itinerari che si svilupperanno lungo il 2010 e per tutto il 2011 attraverso storie non raccontate, saperi venuti dal mare, pensieri privi di cittadinanza e geografie da scoprire. (...)