"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli
(6 luglio 2012) Il cantiere "Afghanistan 2014", realizzato in collaborazione con il Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani, ha raggiunto un suo primo importante obiettivo con la proiezione dell'omonimo film-documentario, girato dai registi Razi e Sohelia Mohebi e prodotto da Filmwork.
Il lungometraggio prende spunto da alcuni momenti della seconda conferenza internazionale sul futuro dell'Afghanistan, tenutasi a Bonn nel dicembre 2011, durante la quale le autorità diplomatiche europee, asiatiche e statunitensi hanno discusso sulle condizioni, le opportunità e i rischi che si prospettano per l'Afghanistan nel momento in cui, dopo il 2014, le forze internazionali lasceranno il Paese.
Conferenza - dibattito
- Aboulkheir Breigheche
Medico siriano, Pres. Comunità Islamica Trentino Alto Adige
"La rivoluzione in Siria: perché?"
- Giorgio Holzmann
Deputato (Pdl), Commissione parlamentare Difesa
"Medio Oriente in fiamme: incognite e pericoli per un'Europa non lontana"
- Michele Nardelli
Consigliere prov.le (Pd), Pres. Forum trentino per la pace e i Diritti Umani
"La Primavera araba: il prezzo della libertà"
Introduzione a cura di Enrico Oliari
Giornalista pubblicista, dir. "notiziegeopolitiche.net"
(26 maggio 2012) Le terribili immagini che vengono dalla città di Hula ci raccontano della spietata repressione che è in corso in Siria da parte del regime di Assad. Una primavera nata e propagatasi in forma partecipata e nonviolenta, ma che prima in Libia e poi in Siria ha assunto i caratteri della guerra a tutto campo. E che in Europa abbiamo affrontato in modo contraddittorio, alternando i raid aerei e l'indifferenza, a seconda della convenienza e del realismo politico.
Nello scontro in atto sono in campo istanze democratiche, vecchi regimi e nuovi fondamentalismi. Nonostante gli osservatori internazionali inviati dalle Nazioni Unite in Siria, quella a cui assistiamo è una crescente militarizzazione del conflitto, funzionale alle forze governative che hanno ripreso i bombardamenti sulle città insorte.
I morti dall'inizio delle manifestazioni contro il regime di Assad sono già più di tredicimila. Una guerra, non dichiarata, ma di guerra si tratta.
Le immagini che potete vedere in questo breve filmato sono particolarmente violente e crude. Si riferiscono alla strage di venerdì scorso nella città di Hula dove i bombardamenti dell'esercito hanno causato la morte di 92 persone, 32 delle quali bambini. Quanto ancora dovrà pagare il popolo di questo grande paese per la sua libertà?
PS. Scusatemi ma dopo averle postate sono andato a rivedermi le immagini e sono davvero troppo violente, anche per come vengono esibite. Non vorrei in alcun modo contribuire, anche solo in piccolissima parte, alla spirale della violenza, né diventare parte di un ingranaggio manipolatorio. E quindi dopo un attimo di incertezza ho deciso di toglierle. Il che non significa rendere meno dura l'indignazione per quel che accade in Siria, situazione rispetto alla quale occorre la mobilitazione di ogni coscienza democratica e civile.
Il padre del commercio equo e solidale, il sacerdote olandese Frans van der Hoff, presenterà, in anteprima nazionale, l'edizione italiana del suo ultimo libro "Manifesto dei poveri" edito dalla casa editrice "Il Margine". Con l'autore interveranno Rudi Dalvai, fondatore del Consorzio Ctm Altromercato e presidente di Wfto, World Fair Trade Organization, Paolo Facinelli, presidente di Mandacarù, Paolo Ghezzi, direttore editoriale casa editrice Il Margine
Sandali ai piedi e borsa di lana a tracolla, il missionario olandese Frans van der Hoff ha fondato nel 1988, in collaborazione con Nico Roozen e l'Ong Solidaridad, il primo marchio equo e solidale "Max Havelaar". La grande ed utopistica intuizione di un "altro mondo possibile" e le strette relazioni di Frans van Der Hoff con i piccoli produttori di caffè messicani nello stato di Oaxaca riunitisi nella cooperativa "Uciri" hanno garantito l'approvvigionamento di caffè alle organizzazioni di commercio equo europee e nord americane e di conseguenza il successo del fair trade nel mondo.
Una delegazione del Parlamento europeo aveva in programma di recarsi da Baku in Nagorno Karabakh senza passare per la Georgia. Ma l'attraversamento di questo confine non riconosciuto si è rivelato per l'ennesima volta impossibile. Le riflessioni di Paolo Bergamaschi, Consigliere per gli Affari esteri del Parlamento europeo, su questo conflitto in cui la diplomazia non riesce a sbloccare lo status quo
(13 maggio 2012) Questa volta pensavo davvero di farcela. È da quindici anni che cullo l'idea di poter attraversare la linea di contatto che separa i territori occupati dall'esercito armeno nei primi anni novanta dal resto dell'Azerbaijan. Ci avevo provato nel 1999, ai tempi in cui il Parlamento Europeo aveva affidato allo svedese Per Gahrton il compito di redigere la prima relazione sullo stato dei rapporti fra Unione Europea e il Caucaso meridionale e poi ancora nel 2005 con l'eurodeputata francese Marianne Isler-Beguin, Presidente delle Delegazione per le Relazioni con Armenia, Georgia e Azerbaijan. Sorrisi ed incoraggiamenti sia da Yerevan che da Baku ma nulla più. L'iniziativa era naufragata tra i veti incrociati della diplomazia internazionale. Quando quest'anno la Commissione Esteri ha deciso di inviare per la prima volta una missione ufficiale nella regione ho immediatamente rispolverato il mio vecchio sogno, rintanato ma mai abbandonato nel fondo di qualcuno dei cassetti del mio ufficio.
http://www.youtube.com/watch?v=grJNlxQsqtE&feature=player_detailpage
«Non troveremo mai un fine per la nazione né una nostra personale soddisfazione nel mero perseguimento del benessere economico, nell'ammassare senza fine beni terreni.
Non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base dell'indice Dow-Jpnes, né i successi del paese sulla base del Prodotto Interno Lordo.
Il PIL comprende anche l'inquinamento dell'aria e la pubblicità delle sigarette, e le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine dei fine-settimana.