"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli
Il 12 e 13 giugno, al referendum 4 sì
di Michele Nardelli
(7 giugno 2011) I referendum del 12 e 13 giugno rappresentano una importante opportunità per la politica, l'occasione per un confronto attorno ad alcuni temi di fondo che hanno carattere paradigmatico per il nostro tempo: la sostenibilità, il concetto di limite, la sobrietà, l'autogoverno.
La sfida della sostenibilità
Il tema della sostenibilità non è nuovo. Sul piano politico già all'inizio degli anni '70 il "Club di Roma" nel suo famoso "Rapporto sui limiti dello sviluppo" pose l'accento sul carattere limitato delle risorse, mettendo in guardia dal proseguire nell'idea di uno sviluppo illimitato, cosa che avrebbe potuto determinare nell'arco di un secolo una situazione di rottura irreversibile. Già qualche anno prima alcuni scienziati e matematici come Nicholas Georgescu Roegen, avevano posto le basi per un'economia ecologicamente e socialmente sostenibile. Ma, a guardar bene, l'acuta sensibilità di Giacomo Leopardi aveva messo in guardia "dalle magnifiche sorti e progressive" dello sviluppo ancora nel secolo precedente.
L'economista Manfred A. Max-Neef protagonista dell'incontro organizzato da Habitech
"Lo scopo dell'economia è servire le persone, e non far si che le persone servano l'economia": è questa la lectio fondamentale che ha regalato ad un pubblico entusiasta l'economista e ambientalista cileno Manfred A. Max-Neef. Lo studioso, ospite presso la Fondazione Bruno Kessler di Trento nell'evento organizzato da Habitech, ha presentato il suo libro "Lo sviluppo su scala umana", appena uscito in Italia edito da Slow Food Editore
(20 maggio 2011) Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha fatto ieri un importante discorso di politica estera, concentrato sui cambiamenti avvenuti negli ultimi sei mesi in Medio Oriente e Nordafrica. È un discorso importante perché segna con decisione il cambiamento di approccio dell'amministrazione Obama rispetto a quello del recente passato, schierando apertamente ed esplicitamente gli Stati Uniti dalla parte dei manifestanti che chiedono riforme democratiche. Inoltre, è un nuovo tentativo di ravvivare il processo di pace tra Israele e Palestina, proponendo un terreno comune su confini territoriali e sicurezza per mettere le premesse alla discussione degli altri nodi sul tavolo. Di seguito, la traduzione dei passaggi più interessanti del discorso di Obama, il cui testo integrale in inglese si può leggere qui.
di Mario Raffaelli
(14 maggio 2011) La Somalia riassume i problemi e le fratture che attraversano il Corno d'Africa: sicureza e governabilità, povertà e sviluppo, islam e fondamentalismo, migrazioni e rifugiati, pastoralismo e agricoltura, proliferazione delle armi leggere, competizione per l'uso delle risorse idriche. Questi aspetti, singolarmente e/o in combinazione, sono alla base dei conflitti in quest'area. Infatti, nella strategia europea del 2006 per una partnership per la pace, la sicurezza e lo sviluppo del Corno d'Africa, si sottolinea l'esistenza di «un sistema regionale d'insicurezza», nel quale conflitti e crisi politiche si alimentano vicendevolmente.
Per interrompere questo ciclo di violenze, è necessario un approccio regionale. Dal 1996 l'Igad (che rappresenta il Corno d'Africa "allargato", con Etiopia, Eritrea, Kenya, Uganda, Sudan, Somalia e Gibuti) ha aggiunto ai suoi compiti la mediazione dei conflitti, negoziando due processi di pace: il "Sudan Comprehensive Peace Agreement", siglato il 9 gennaio 2005, e la "Conferenza di riconciliazione somala", conclusasi nell'ottobre del 2004. Nel primo caso, la comunità internazionale (con gli Stati Uniti in prima fila) ha accompagnato efficacemente la difficile transizione, nel secondo non altrettanto.