"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli
venerdì, 12 luglio 2013 ore 17:00
Siete tutti invitati alla Festa di chiusura della campagna elettorale per Alessandro Olivi.
Partecipano fra gli altri Vasco Errani, Presidente della Regione Emilia Romagna e Presidente della Conferenza delle regioni e delle province autonome, Alberto Pacher, Presidente della Provincia Autonoma di Trento, Alessandro Andreatta, Sindaco di Trento.
Trento, Birreria Forst, via Oss Mazzurana
martedì, 9 luglio 2013 ore 20:30
Città, cultura, spazio pubblico.
Le città come i sogni sono costruite di desideri e di paure.
Italo Calvino (Le città invisibili, 1972)
Dalla chiusura anticipata del Cafè de la Paix a un nuovo modo di intendere la città.
La recente storia dell'animazione culturale del centro storico di Trento vuole che desideri e paure non debbano mai trovare un punto d'incontro e che al contrario, al calar della sera, si debbano obbligatoriamente scontrare. In queste ultime settimane si è discusso molto attorno alla scelta di ridurre l'orario di apertura del circolo culturale Cafè de la Paix ma è indubbio che il problema non riguardi esclusivamente il passaggio Teatro Osele ma si allarghi a tutto il territorio comunale.
Che città deve essere Trento? Questa è la prima domanda che dobbiamo porci, senza retorica ne paura di trovarci di fronte a idee diverse e magari in conflitto tra loro. Quale crediamo sia il rapporto che la cultura, la musica, la socialità debbano avere con l'uso dello spazio pubblico? Quale il ruolo dei diversi attori culturali presenti nel tessuto cittadino? Quali strumenti e quali limiti - nuovi codici urbani - la città si deve dare?
Trento, Passaggio Teatro Osele (Café de la Paix)
sabato, 6 luglio 2013 ore 11:00
Presentato oggi alla Biblioteca della Fondazione Museo Storico l'itinerario annuale del Forum trentino per la Pace e i Dritti Umani
Con troppa sicurezza e poca riflessione, ci siamo lasciati alle spalle il
ventesimo secolo lanciandoci a testa bassa in quello successivo. [...]
Con entusiasmo manicheo, in Occidente ci siamo affrettati a
liberarci, laddove possibile, del bagaglio economico, intellettuale e
istituzionale del ventesimo secolo e abbiamo incoraggiato gli altri a
fare altrettanto. [...]
Tony Judt, "L'età dell'oblio"
Saremo capaci di "vivere umanamente tra le rovine della storia"? La domanda che si poneva più di mezzo secolo fa Hannah Arendt rimane ancora lì, in attesa di risposta. Basta guardarsi attorno per capire quanto poco - in assenza di elaborazione - impariamo dalle tragedie del passato.
Perché tornare sui propri passi e provare ad osservare con occhi diversi quel che noi stessi abbiamo vissuto non è affatto banale. Il problema è che ne abbiamo paura, perché il passato ci chiama in causa. Talvolta ci risveglia immagini che preferiremmo scordare, ci riporta nel dolore. Oppure ci chiede ragione delle nostre responsabilità, quelle morali e politiche che investono una sfera collettiva come quelle riguardano che i nostri comportamenti individuali. Ci pone di fronte a quel lavoro di elaborazione che
sappiamo doloroso e rispetto al quale preferiamo pensare che il tempo sia galantuomo.
Trento, Biblioteca dell'Archivio della Fondazione Museo Storico del Trentino