«Il problema che in primo luogo va risolto, e fallendo il quale qualsiasi altro progresso non è che apparenza, è la definitiva abolizione della divisione dell'Europa in stati nazionali sovrani»<br/> Manifesto di Ventotene
di Duccio Canestrini
Questo articolo è stato pubblicato venerdì 11 maggio 2012 sul quotidiano "L'Adige"
Non ha torto il signor Merlino (come il mago?) che ha caricato in internet un video di Belen Rodriguez, accompagnato da un testo durissimo. Il testo non è della showgirl. Parla di questa Italia da un suicidio al giorno. Per debiti, mancanza di lavoro, zero futuro. Dice che ormai il solo modo per farsi ascoltare su questi temi che riguardano tutti noi è mostrare le foto - calamita di Belen. Anche se non c'entrano niente. Parla di questa Italia dove si scende in piazza al top dell'entusiasmo per squadre di calcio corrotte. E, ancora, non ce ne frega niente. Neorealismo? No, questo è neosurrealismo. Ma per fortuna sono in molti - auspicabilmente altrettanti - che si chiedono se vi sia un fondo da toccare, e quale sia il limite.
(27 maggio 2012) Nella mattinata di ieri si è svolta a Martignano (Trento) l'assemblea del Partito Democratico del Trentino. Al centro del confronto il tema della mobilità, a partire da una relazione del vicepresidente Alberto Pacher, ricca di spunti di riflessione. E con qualche nodo irrisolto.
Ne è seguito un ampio dibattito che proseguirà nelle prossime settimane sino a giungere ad un vero e proprio documento/mozione del PD del Trentino sul tema, anche come orientamento per l'assemblea programmatica prevista a settembre.
In allegato potete trovare la relazione del vicepresidente della PAT.
Nel corso di questa settimana il tema della Valdastico arriva in Consiglio Provinciale. Una riflessione collettiva dell'Associazione "territoriali#europei"
(ottobre 2015) Avremmo voluto che dopo così tanto tempo la vicenda del completamento a nord della “Valdastico” fosse chiusa una volta per tutte. Se per quasi cinquant'anni la nostra comunità e, in seguito, le sue stesse istituzioni hanno detto no a quell’opera c'erano evidentemente buone ragioni per farlo. E semmai, nel tempo, quelle ragioni si sono arricchite di nuovi argomenti avversi al completamento di un’opera prevalentemente giudicata inutile e dannosa. Ultimo tra questi argomenti: il progressivo “collassamento” del sistema di comunicazione fondato sul trasporto su gomma; “collassamento” che concorre a rendere sempre più urgenti e drammatiche le questioni che ruotano intorno al concetto di sostenibilità e di limite.
(8 maggio 2012) Non è affatto scontato decifrare l'esito del voto di domenica scorsa in Europa. Intanto vediamo i dati di maggiore rilievo.
In Francia, dopo 17 anni, ritorna un uomo di sinistra all'Eliseo. Hollande conferma le ultime previsioni e batte Sarkozy, ma la cosa solo qualche mese fa non era affatto scontata. E infatti ora l'incognita maggiore è capire che cosa accadrà nelle elezioni parlamentari di giugno dove la sinistra potrebbe non avere la maggioranza per governare. Perché il paradosso di questo voto è che il candidato socialista Hollande vince le presidenziali proprio quando l'estrema destra xenofoba di Marine Le Pen raggiunge il suo massimo storico, facendo man bassa di voti nelle aree del nord tradizionalmente vicine alla sinistra. Tanto da condizionare i toni del ballottaggio finale pur di conquistarsi quel pugno di voti che alla fine risulteranno decisivi (51,7% contro il 48,3%). Vince la sinistra, ma il segnale più forte che viene dal voto francese è una sorta di avvertimento antieuropeo.
(1 giugno 2012) Fra i tanti messaggi che mi arrivano in queste ore, quello di Francesca Bottari è forse quello che ho sentito più vicino, non tanto sul piano della solidarietà, quanto piuttosto nell'esplicare il valore delle persone che in questi mesi hanno lavorato in questo cammino. Perché nel Forum, contrariamente a quel che qualcuno malignamente ritiene (anche forse perché non conosce pratiche diverse), operano persone, non portaborse o ruffiani. Giovani, curiosi, intelligenti, belli e puliti dentro.
di Francesca Bottari
Oggi 31 maggio 2012 finisco il mio percorso (18 mesi) come volontaria in servizio civile al Forum Trentino per la Pace e i Diritti umani. Mai avrei voluto concludere un tale cammino con una eco tanto amara nell'animo. Non immaginavo di dover scontrarmi con una dialettica che personalmente non ritengo costruttiva nemmeno all'interno di una tifoseria da stadio. Dove "buono e cattivo" si palleggiano parole e battute prive di sobria criticità. Dove l'attacco viene sferzato e imperterrito infanga chi, invece di essere ascoltato per comprendere i motivi di quello che ha fatto e che fa, viene solamente aggredito.
di Michele Nardelli
(27 aprile 2012) L'autonomia è lo strumento più efficace che abbiamo per affrontare la crisi, attenuandone gli effetti sulla popolazione. Proprio di fronte ai tagli prospettati dal governo nazionale, abbiamo deciso di fare la nostra parte assumendoci nuove responsabilità, fino ad arrivare all'autonomia integrale che vuol dire praticamente azzerare le spese dello Stato in Trentino.
Già oggi, con le ampie competenze di autogoverno che abbiamo, la Provincia Autonoma di Trento ha assunto una dimensione fin troppo grande per essere sostenibile. E con nuove competenze l'apparato è destinato a crescere ancora. Ecco perché diviene decisivo trasferire sul territorio alcune delle funzioni importanti oggi in capo alla Provincia.
I Comuni rappresentano l'ossatura essenziale dell'autogoverno provinciale, ma sono troppo piccoli per esercitare funzioni necessariamente sovracomunali come la gestione integrata dei servizi o l'urbanistica. Per questo le Comunità di Valle rappresentano una sfida di grande rilievo per ridisegnare il nostro assetto autonomistico, razionalizzare i costi dell'amministrazione, migliorare il rapporto fra i cittadini e la pubblica amministrazione.
a cura di Andrea Rossini e Nicole Corritore (OBC)
(22 maggio 2012) Venti anni dopo l'assedio, Sarajevo è una città che sta cercando se stessa. Così come l'Europa che, all'inizio degli anni '90, aveva deciso di diventare una Unione. Incontro con Dževad Karahasan, lo scrittore bosniaco autore de "Il centro del mondo" in questi giorni in Italia per presentare "Sarajevo, il libro dell'assedio". Viene presentato a Trento il 24 maggio, ore 20.30, al Castello del Buonconsiglio.
Sarajevo è oggi una città diversa da quella che era prima del 1992. Molti dei suoi abitanti, oltre 10.000, sono stati uccisi durante l'assedio, molti se ne sono andati e altri sono venuti al loro posto dalla periferia. Negli sconvolgimenti di questi anni, Sarajevo ha perso la propria anima?
L'eroe del mio romanzo "Sara e Serafina" mette a confronto la Sarajevo del 1993 con un feto. Parla della Sarajevo collegata al resto del mondo da un tunnel, che correva sotto la pista dell'aeroporto, così come il feto è legato alla madre dal cordone ombelicale. Lui ebbe un presentimento, dicendo che allora a Sarajevo era iniziato qualcosa di importante, che da tutto questo sarebbe nato qualcosa. Io non credo che la Sarajevo di oggi sia il frutto finale di quei tormenti iniziati nel 1992, che sono continuati fino al 1995. Sarajevo è tutt'ora una città confusa, una città che continua ad essere la città che ho conosciuto e amato, ma una città che non è ancora chiara. E' una città che sta cercando se stessa.