«Il problema che in primo luogo va risolto, e fallendo il quale qualsiasi altro progresso non è che apparenza, è la definitiva abolizione della divisione dell'Europa in stati nazionali sovrani»<br/> Manifesto di Ventotene
(10 luglio 2012) Domenica scorsa 8 luglio, con un suo editoriale, il direttore del Corriere del Trentino Enrico Franco si interrogava sulla necessità di riconnettere istituzioni, politica e società civile. Un tema di grande rilievo sul quale ho scritto questo commento oggi pubblicato sul medesimo quotidiano.
di Michele Nardelli
L'editoriale di domenica pone il tema del dialogo fra i cittadini, la politica e le istituzioni, in un tempo nel quale sembrano piuttosto prevalere gli anatemi. La politica vive di dialogo, scrive Enrico Franco, e mi trovo d'accordo.
Per il dialogo servono anzitutto due cose. La prima è saper ascoltare. La seconda è aver qualcosa da dire. Per la verità ci sono anche altri aspetti, come ad esempio la disponibilità a mettersi in gioco e a cambiare, oppure la consapevolezza che nella vita di ognuno di noi ci sono stagioni diverse che dovrebbero predisporci alla bellezza del passare la mano, concetto piuttosto diverso da quel "rottamare" che considero l'odioso prodotto di un tempo usa e getta. Ma il discorso si farebbe troppo lungo.
(2 luglio 2012) A un anno e mezzo dall'avvio delle sollevazioni arabe ci si interroga sui possibili sbocchi. Tra gli effetti visibili c'è il ripristino dello spazio pubblico come luogo di confronto e scambio di idee che per molti anni era rimasto monopolio dei regimi dispotici.
Ancora: si assiste allo sgretolarsi della cultura della paura con cui si è convissuto per decenni, più o meno consapevolmente, e quindi la riscoperta dell'influenza dell'individuo sugli affari pubblici e sul potere politico. E poi, agli occhi dei cittadini, degli osservatori e probabilmente dei governanti stessi, si è rivelata in modo sorprendente una molteplicità di correnti di pensiero, opinioni e punti di vista. Ne parla il nuovo direttore "a rotazione" di Politica Responsabile Adel Jabbar, naturalmente su www.politicaresponsabile.it
di Carlo Petrini
(21 giugno 2012) Venti anni fa a Rio de Janeiro si svolse la Conferenza delle Nazioni Unite sull'ambiente e lo sviluppo. Si trattò di un summit storico, che raccolse rappresentanti di primo piano da 172 paesi e oltre 2400 associazioni e organizzazioni non governative. Per la prima volta raggiunse davvero gli onori della cronaca la questione della durabilità del modello di sviluppo dominante e si parlò in maniera sistematica delle strategie per migliorare il tenore di vita di tutti i popoli senza compromettere l'ambiente del pianeta inteso come bene comune.
Fu la definitiva consacrazione di quel concetto che oggi, 20 anni dopo, purtroppo appare sempre di più come un ossimoro, molto difficile da perseguire senza un cambiamento profondo del paradigma dominante: sviluppo sostenibile. Questa sintesi, che in realtà fu elaborata per la prima volta nell'ambito del rapporto Our Common Future redatto nel 1987 dalla Commissione mondiale sull'ambiente e lo sviluppo (meglio noto come rapporto Brundtland), declina il concetto di sostenibilità da quattro punti di vista: sostenibilità economica, sostenibilità ambientale, sostenibilità sociale e sostenibilità istituzionale.
Via alla raccolta di firme. Ne servono 2500 entro il 9 novembre
Proposta di legge popolare contro la discriminazione sessuale
(25 agosto 2012) Ha preso il via una nuova iniziativa legislativa popolare che ha come oggetto la lotta alla discriminazione sessuale. Nei giorni scorsi Donatello Baldo e Giordano Graziano hanno ritirato negli uffici del Consiglio provinciale i moduli per raccogliere, autenticare e certificare le 2.500 firme necessarie per portare avanti il ddl di iniziativa popolare dal titolo: "Disposizioni per il contrasto alle discriminazioni determinate dall'orientamento sessuale, dall'identità di genere o dall'intersessualità". Possono sottoscrivere l'iniziativa i cittadini iscritti alle liste elettorali di un comune della nostra provincia aventi diritto ad eleggere il Consiglio provinciale. Le sottoscrizioni dovranno essere depositate in Consiglio, con le certificazioni richieste dalla legge, entro il 9 novembre del 2012.
"Mafie senza confini. Economie, territori, comunità"
Trento, 7-8-9 marzo 2013
L'intervento di Michele Nardelli nella Tavola rotonda iniziale della "winter school" del Forum trentino per la la Pace e i Diritti Umani "Mafie senza confini"
Era il 27 marzo 2012. Al Teatro Petruzzelli di Bari va in scena la prima nazionale del film di RAI Storia sulla cosiddetta "quarta mafia", quella "Sacra Corona Unita" che oggi rappresenta l'anello di congiunzione fra la criminalità organizzata del nostro paese e le mafie dell'est.
In quello splendido scenario, da poco ricostruito dopo l'incendio per mano mafiosa che l'aveva completamente distrutto (è emblematico come l'accanimento contro la cultura stia diventando sempre più sistematico tanto nelle guerre come nell'azione della criminalità organizzata), nel confronto con il sindaco di Bari ed ex magistrato Michele Emiliano, con il capostruttura RAI Piero Corsini e il regista Aldo Zappalà sulle nuove mafie e sul loro carattere postmoderno, è emersa la proposta di proseguire quel dialogo a Trento, realizzando un ponte fra nord e sud nella consapevolezza che la presenza della criminalità organizzata non conosce confini e che nessun territorio può considerarsi un'isola.
Nasce così la proposta di realizzare una winter school 2013 "Mafie senza confini", coinvolgendo in questo percorso l'associazione Libera, le istituzioni locali, la cooperazione trentina, l'Università di Trento, i luoghi della formazione e gli osservatori che il nostro territorio ha contribuito a realizzare come Transcrime o per altri verso Osservatorio Balcani Caucaso.