"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

Balcani

Srebrenica, 11 luglio 1995
Potocari, il memoriale

11 luglio 2012, Potočari. Nel Memoriale che sorge di fronte all'ex comando dei caschi blu di Srebrenica, viene ricordato il diciassettesimo anniversario della morte di oltre 8.000 bosniaco musulmani, uccisi nel luglio 1995 dalle forze serbo bosniache.

Quella strage fu un genocidio, secondo quanto stabilito da diverse istanze giuridiche internazionali (Tribunale Penale dell'Aja per la ex Jugoslavia; Corte Internazionale di Giustizia) e locali (Corte di Bosnia Erzegovina per i crimini di guerra).

L'Europa di mezzo
Bosanska Kafa

Alla Candiani Summer Fest 2012. Balkania, vent'anni dopo

L'Europa di mezzo
Una narrazione in forma di spettacolo

con Roberta Biagiarelli, Michele Nardelli e la bosanska kafa

Il libro dell'assedio
Matrimonio nell\'assedio di Sarajevo
Osservatorio Balcani e Caucaso & Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani presentano 

"Sarajevo, il libro dell'assedio"

Serata di presentazione del libro che racconta la più lunga e tragica "blokada" della Storia - a 20 anni dall'inizio delle cronache cruente (4, 5, 6 aprile 1992), nel ventesimo degli annali di sangue. Il taglio dell'acqua e dell'energia elettrica, la penuria di tutto, il freddo, la fame, la morte e le amputazioni per i colpi di granata, la ricerca del cibo e il tiro dei cecchini, le miserie umane e le nobiltà, i sommersi e i salvati nella grande città inerme al tiro dei mortai e dei cecchini distesa nelle valli della Bosna e Miljacka. ... tutto è scritto nelle poesie dell'assedio di Abdulah Sidran dal funebre titolo La bara di Sarajevo, nella sfinita quotidianità dei versi di Izet Sarajlić, nei diari dell'assedio di Marko Vešović, nelle tragiche prose di Dževad Karahasan, nei frammenti abbaglianti di Tvrtko Kulenović, nelle short stories di dolore e disperazione nella città assediata di Miljenko Jergović. Insieme, il drammatico racconto per immagini del fotografo Danilo Krstanović, recentemente scomparso.

Giovedì 24 Maggio 2012 - ore 20.30

Castello del Buonconsiglio, sala refettorio clesiano - Piazza Mostra (Trento)

Partecipano: Andrea Rossini (Osservatorio Balcani e Caucaso), Piero Del Giudice (curatore del libro), Dzevad Karahasan (scrittore) e Michele Nardelli (Presidente del Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani)

Accompagnamento musicale di Abner Colombo che eseguirà musiche di Johan Sebastian Bach e Eugene Ysaye

In ricordo di Danilo Krstanović
Cecchini di Danilo Krstanovic

Sabato 12 maggio è morto improvvisamente Danilo Krstanović, il fotografo sarajevese noto nel mondo per il suo lavoro di documentazione dell'assedio della città. Pubblichiamo il ricordo di Piero Del Giudice, letto da Abdulah Sidran durante la cerimonia funebre che si è tenuta lunedì 14 presso il cimitero ortodosso di Ciglane. Giovedì prossimo la presentazione a Trento (Castello del Buonconsiglio, ore 20.30) del "Libro dell'assedio".

da www.balcanicaucaso.org

La notizia della morte di Danilo Krstanović, è arrivata sabato sera 12 maggio. Una riga di posta elettronica di Abdulah Sidran: Danilo Krstanović è morto! 

Il pomeriggio dello stesso giorno, in una città italiana, Parma, parlavo in pubblico di Danilo, presentando il nostro ultimo libro: Sarajevo, knjiga opsade. Danilo è di una antica famiglia serba di Sarajevo, vive e lavora a Sarajevo, ha una moglie croata cittadina di Sarajevo, una figlia, Renata, figlia di un serbo e di una croata, cittadina di Sarajevo. Il suo cognome inizia per "Krst" come tanti nomi di famiglia serbi.

Questa volta, il 5 per mille all'Osservatorio Balcani Caucaso
Sarajevo

Da anni siamo impegnati a costruire un'Europa dal basso in cui la ricchezza e la diversità delle culture siano parte fondante di un progetto di pace, unione di minoranze. Lo facciamo garantendo ogni giorno uno spazio libero di informazione, ricerca, approfondimento e dibattito in cui quest'idea d'Europa possa crescere e rafforzarsi.
 
OBC realizza il suo lavoro innanzitutto grazie alle voci dei suoi corrispondenti dal sud-est Europa, dalla Turchia, dal Caucaso e poi grazie al web, che vogliamo libero e aperto. Per questo abbiamo sempre perseguito una politica creative commons: articoli, video, approfondimenti, foto, tutto è a disposizione gratuitamente e può essere ripubblicato su altri siti, blog, social network.
 
Questo però non significa che il nostro lavoro non abbia bisogno di risorse. Giorno dopo giorno lavoriamo per dare radici solide a questo progetto di cittadini d'Europa. Contribuisci anche tu! Farlo è semplice.

OBC/Fondazione Opera Campana dei Caduti: 00282790229

Leggere testi e conTesti. Un percorso formativo
Sarajevo, vent\'anni dopo

Osservatorio Balcani e Caucaso è lieto di segnalarvi che sono aperte le iscrizioni al corso

Leggere Testi e ConTesti - Bosnia Erzegovina

organizzato a Trento dal Centro di Formazione alla Solidarietà internazionale in collaborazione con Osservatorio Balcani e Caucaso nell'ambito di "La storia dell'Altro: percorsi introduttivi ai contesti in cui opera la solidarietà internazionale".

Nel ventennale dell'inizio del conflitto, i 4 incontri dedicati alla Bosnia Erzegovina saranno condotti da esperti d'area di Osservatorio Balcani e Caucaso e affronteranno le questioni più rilevanti lasciate in eredità dalla guerra alla luce dell'attuale percorso europeo del Paese. Particolare attenzione sarà dedicata al tema della memoria, dell'elaborazione del conflitto e della giustizia per i crimini commessi nel corso delle guerre recenti. Uno specifico case study sarà rivolto ad approfondire la tematica dei ritorni e a valutare l'efficacia dell'intervento internazionale in questo settore. Concluderà il modulo un corso sulla posizione della cultura bosniaca nel più generale contesto regionale ed europeo.

Karahasan, il mosaico europeo
Sedie rosse a Sarajevo

a cura di Andrea Rossini e Nicole Corritore (OBC)

(22 maggio 2012) Venti anni dopo l'assedio, Sarajevo è una città che sta cercando se stessa. Così come l'Europa che, all'inizio degli anni '90, aveva deciso di diventare una Unione. Incontro con Dževad Karahasan, lo scrittore bosniaco autore de "Il centro del mondo" in questi giorni in Italia per presentare "Sarajevo, il libro dell'assedio". Viene presentato a Trento il 24 maggio, ore 20.30, al Castello del Buonconsiglio.

Sarajevo è oggi una città diversa da quella che era prima del 1992. Molti dei suoi abitanti, oltre 10.000, sono stati uccisi durante l'assedio, molti se ne sono andati e altri sono venuti al loro posto dalla periferia. Negli sconvolgimenti di questi anni, Sarajevo ha perso la propria anima?

L'eroe del mio romanzo "Sara e Serafina" mette a confronto la Sarajevo del 1993 con un feto. Parla della Sarajevo collegata al resto del mondo da un tunnel, che correva sotto la pista dell'aeroporto, così come il feto è legato alla madre dal cordone ombelicale. Lui ebbe un presentimento, dicendo che allora a Sarajevo era iniziato qualcosa di importante, che da tutto questo sarebbe nato qualcosa. Io non credo che la Sarajevo di oggi sia il frutto finale di quei tormenti iniziati nel 1992, che sono continuati fino al 1995. Sarajevo è tutt'ora una città confusa, una città che continua ad essere la città che ho conosciuto e amato, ma una città che non è ancora chiara. E' una città che sta cercando se stessa.