"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli
di Michele Nardelli
Nel 1992, quando il consigliere Roberto Pinter e Solidarietà lanciarono la prima battaglia contro i privilegi dei consiglieri regionali, era difficile non solo trovare supporto da parte di altri consiglieri (perché a prescindere dalla “casta” è purtroppo vero che chi acquisisce dei privilegi tende a conservarli) ma perfino trovare spazio sui mezzi d’informazione che se ne guardavano bene dal denunciare i privilegi della classe politica e che ancora faticano a toccare i tanti altri privilegi.
di Ali Rashid
Ora come duemila anni fa, in una Palestina dal volto trasfigurato alla quale si cambia perfino il nome, si intrecciano dimensioni locali, regionali ed internazionali, ingarbugliando sempre di più la matassa. Elementi religiosi e nazionali, storie e narrazioni contrapposte, fatti compiuti che esprimono il delirio della potenza accanto ad un’immane ed indescrivibile sofferenza, avvelenano l’umanità di ciascuno e mettono a dura prova la ragione, persino consigliano ai più di voltare altrove lo sguardo.
di Michele Nardelli
Avere timore per un futuro incerto, laddove processi di portata mondiale investono le nostre vite quotidiane, è più che comprensibile. L’interdipendenza investe il nostro presente di cittadini (perché ogni persona responsabile si chiede ragione di quel che accade), ma anche di lavoratori (o di giovani che vivono nella precarietà), di consumatori, di risparmiatori e così via.
In occasione della giornata dell'Europa, il Consiglio Provinciale si è riunito congiuntamente con il Consiglio Provinciale dei Giovani. Il tema, l'Europa. Quello che segue è l'intervento che Michele Nardelli ha svolto a nome del Gruppo consiliare del PD del Trentino.
(9 maggio 2012) «Guardavo sparire l'isola nella quale avevo raggiunto il fondo della solitudine, mi ero imbattuto nelle amicizie decisive della mia vita, avevo fatto la fame, avevo contemplato - come da un lontano loggione - la tragedia della seconda guerra mondiale, avevo tirato le somme finali di quel che andavo meditando durante sedici anni, avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili ... nessuna formazione politica esistente mi attendeva, né si prestava a farmi festa, ad accogliermi nelle sue file ... con me non avevo per ora, oltre che me stesso, che un Manifesto, alcune tesi e tre o quattro amici ...».
In queste parole, scritte da Altiero Spinelli mentre lasciava la terra d'esilio, l'isola di Ventotene, c'è l'orgoglio di un grande disegno ed insieme il senso profondo della solitudine.
di Michele Nardelli
Uno sguardo strabico peri cogliere quel che – immersi nel proprio quotidiano – diventa più difficile mettere a fuoco…