"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli
Dopo il prezioso diario di viaggio che ci ha proposto nei giorni scorsi Micaela Bertoldi (http://www.michelenardelli.it/commenti.php?id=4126), un nuovo capitolo dell'ottavo itinerario del "Viaggio nella solitudine della politica" dedicato alle terre alte del Mezzogiorno - fra Sannio, Irpinia e Lucania - ci viene proposto da Razi Mohebi e Soheila Javaheri con le suggestioni di un "corto" che ci riporta a quei giorni intensi. Seguirà a breve una riflessione sulla "questione meridionale" e su quel cambio di sguardo che, un secolo dopo Gramsci e Salvemini, il Mezzogiorno si meriterebbe.
Il corto lo potete vedere qui: https://youtu.be/KFssLz63N4I
Riprendo l'editoriale di oggi del Corriere del Trentino a firma Simone Casalini sul voto d'autunno.
di Simone Casalini
(24 giugno 2018) C’è poco da discutere, è il tempo di Salvini. La sua febbre da consenso sta salendo vorticosamente, tracimando nell’elettorato di centrodestra e in quello degli altri partiti con il Movimento 5 stelle a rischio dissanguamento. Persino qualche astenuto cronico si è lasciato ammaliare, nelle intenzioni di voto, dal leader della Lega che ha trasformato un partito regionale in movimento nazionale. Salvini è come un virus senza contrasto in una fase storica che, però, ama divorare le sue guide così come Crono mangiava i figli per timore della loro mostruosità. La parabola di Matteo Rensi (dal 40% delle Europee al 18,7% delle politiche) è durata quattro anni, le sue boutade non sembrano interessare più nessuno.
di Federico Zappini *
(19 giugno 2018) Ho ascoltato alcuni passaggi del monologo di Roberto Saviano martedì scorso nel programma di Giovanni Floris. Tema i fenomeni migratori e la retorica collegata ai loro effetti sociali e politici. Quasi mezzanotte. Pubblico immagino – come me – sufficientemente assonnato, definitivamente steso cinque minuti più tardi dal riproporsi di argomenti fiscali e pensionistici. Roberto Saviano, questa la mia sensazione, è risultato efficacemente inutile. Inutilmente puntuale. Eppure necessario. E puntualmente emozionante. Sia per chi – in una polarizzazione sempre più evidente e netta dei sentimenti – lo riconosce come coraggioso sostenitore di un’umana solidarietà che per la parte che lo accusa di replicare la sua quotidiana predica “buonista”, così come da nuovo vocabolario sembra intendersi tutto ciò che sfidi lo sdoganamento del politicamente scorretto, di tutto ciò che si esprima – per contrapposizione – in forma di rivendicato “cattivismo”. La vicenda Aquarius da questo punto di vista ci insegna due cose. La prima costituisce il (principale) problema che ci troviamo ad affrontare. La seconda una (potenziale) opportunità da cogliere.
«Attendo cenni, domande, commenti, perplessità, stroncature. La risposta peggiore sarebbe il silenzio. Con la speranza che sia una lettura gradita e ci sia la voglia di discuterne e di vedersi preferibilmente di persona» scrive Federico. Una proposta che sento anche mia e che condivido.
di Federico Zappini
Per cominciare e per capirsi. Il mio augurio è che questo testo (Scarica in formato .pdf) sia in grado di far “perdere” un po’ di tempo a un numero sufficiente di persone, il più possibile diverse una dall’altra. Di tempo ne dovremmo, e dovremo, dedicare molto al tentativo di riqualificare la politica e per ridarle un senso. Un impegno dedicato allo stesso tempo ai linguaggi e alle pratiche, alle relazioni e all’elaborazione di pensiero, alla frequentazione del territorio e alla costruzione di nuove utopie collettive su scale più ampie.
E’ un testo – una sorta di instant book – frutto di diverse conversazioni e di fortunati incontri. Di un lungo periodo – almeno gli ultimi sei anni – di osservazione e sedimentazione di riflessioni, certamente parziali ma utili. Anni passati ai margini della politica praticata all’interno dei contenitori tradizionali (partiti, comitati, movimenti, associazioni), senza però mai perderla di vista e riconoscendone sempre la centralità che sta tutta dentro l’ambizione – troppo spesso dimenticata – di trasformare una situazione data in una situazione desiderata.
di Simone Casalini *
Ci sono differenti fattori di lacerazione che si sono allineati negli ultimi anni, capovolgendo il sistema cooperativo. Una rivoluzione carsica, nello stile trentino, dove l’insofferenza si propaga senza acuti, destrutturando però il modello di potere e di consenso. Il punto di caduta di una continuità da disattendere si è materializzato ieri, all’ora di pranzo, quando Marina Mattarei – la Giovanna d’Arco (senza rogo) del movimento cooperativo che da qualche anno ne enfatizza la crisi valoriale – è stata eletta presidente rovesciando un presagio che nel ballottaggio l’avrebbe voluta perdente contro l’asse Odorizzi-Villotti.
L’affermazione di Mattarei ha un significato simbolico potente – prima donna al vertice di una federazione orientata al maschile – e un effetto politico dirompente sugli equilibri del più importante colosso economico del Trentino. Può apparire azzardato, ma per certi versi l’elezione di via Segantini completa l’esito elettorale del 4 marzo che ha segnato una cesura storico-politica con l’archiviazione di una stagione dell’Autonomia.
Domenica 1 luglio si vota per il Presidente e per il Parlamento del Messico. Una lettera da Città del Messico.
Querido Michele
Quedaron atrás los sueños en el "luminoso futuro de la humanidad" del que hablaba el viejo Marx. Hoy a lo mucho queremos salir del oscuro túnel.
Tu sabes que estoy lejos de ser un seguidor de AMLO, pero estoy más lejos de querer que el país siga en el "despeñadero". Podemos asistir a la desintegración de la nación y no porque AMLO llegue al poder sino porque quienes sí han ejercido el poder lo han degradado, cediendo a los delincuentes en asociación participativa extensas áreas que ya están desconectadas del cuerpo de Nación. El daño es inmenso y hay que frenarlo..
Restituir la confianza es una tarea titánica que a estas alturas parece apuntar a AMLO como posible. No sé si está configuración de fuerzas a su alrededor lo logren; PERO NO VEO A OTRO. darle el poder abrumadoramente puede ser el compromiso y el cauce para volver a tener gobierno por consenso no sólo por la imposición de mecanismos de compra venta que sin duda profundizarían la desintegración. Esta es la elección que viene.
Carlos
Quello che segue è il primo di una serie di racconti brevi che prendono spunto dal percorso formativo “Ex Jugoslavia, una guerra postmoderna. Viaggio nel cuore dell'Europa” realizzato nel settembre scorso dall'Istituto storico di Modena e che ho avuto il piacere di accompagnare.
di Michele Nardelli
«Ho conosciuto ad Alessandria un Catalano,
di mestiere orologiaio,
che tentava di ricostruire,
sulla base dell'esiguo numero di dati a disposizione,
il catalogo della devastata biblioteca di quella città,
la più grande dell'antichità...»
Predrag Matvejevic,
Breviario Mediterraneo
Scrive Claudio Magris che Predrag Matvejevic – nella sua ricerca filologica sul Mediterraneo – aveva qualcosa in comune con quell'orologiaio catalano che non desisteva dalla sua impresa malgrado il carattere impossibile del suo proponimento. Predrag era così, un cuore mite che “viveva pericolosamente”, perché questo era il suo modo di stare al mondo..