"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

Editoriali

Referendum, rifiutare l'imbroglio
Lo statuto di autonomia

di Michele Nardelli

(27 aprile 2012) L'autonomia è lo strumento più efficace che abbiamo per affrontare la crisi, attenuandone gli effetti sulla popolazione. Proprio di fronte ai tagli prospettati dal governo nazionale, abbiamo deciso di fare la nostra parte assumendoci nuove responsabilità, fino ad arrivare all'autonomia integrale che vuol dire praticamente azzerare le spese dello Stato in Trentino.

Già oggi, con le ampie competenze di autogoverno che abbiamo, la Provincia Autonoma di Trento ha assunto una dimensione fin troppo grande per essere sostenibile. E con nuove competenze l'apparato è destinato a crescere ancora. Ecco perché diviene decisivo trasferire sul territorio alcune delle funzioni importanti oggi in capo alla Provincia.

I Comuni rappresentano l'ossatura essenziale dell'autogoverno provinciale, ma sono troppo piccoli per esercitare funzioni  necessariamente sovracomunali come la gestione integrata dei servizi o l'urbanistica. Per questo le Comunità di Valle rappresentano una sfida di grande rilievo per ridisegnare il nostro assetto autonomistico, razionalizzare i costi dell'amministrazione, migliorare il rapporto fra i cittadini e la pubblica amministrazione.

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Al voto il 27,37% degli aventi diritto. Le Comunità di Valle ora si guadagnino la fiducia dei trentini
il Trentino

(29 aprile 2012) Si sono chiuse in tutte le 528 sezioni elettorali del Trentino le operazioni di voto del referendum abrogativo provinciale sulle Comunità di Valle. Alle ore 22.00, quando sono stati chiusi i seggi, avevano votato 113.138 elettori (57.087 maschi, 56.051 femmine), pari al 27,37 per cento. Ciò significa che il qurum non è stato raggiunto e che, a prescindere dallo spoglio dei voti, il risultato del referendum è inefficace. Dunque che la riforma che ha portato al superamento dei Comprensori e all'istituzione delle Comunità di Valle avrà la possibilità di essere implementata, anche superando le incertezze e le criticità che pure una parte seppur minoritaria di cittadini ha voluto evidenziare con il loro voto favorevole all'abrogazione.

La Comunità nella quale si è registrata la maggior affluenza è stata la Valle dei Laghi (3.334 elettori, 40,28 per cento), quella invece dove minore è stata l'affluenza è risultata essere il Comune General de Fascia con 982 elettori (12,92 per cento). Il Comune dove maggiore è stata l'affluenza è Bresimo (137 elettori, 59,31 per cento), quello con l'affluenza minore Vigo di Fassa / Vich con 71 elettori, vale a dire 8,07 per cento. Sul sito http://www.referendum-2012.provincia.tn.it sono disponibili tutti i dati dell'affluenza. Domani, lunedì 30 aprile, in tempo reale saranno disponibili - sempre sul sito internet - anche i risultati dello scrutinio che inizierà alle ore sette nelle 528 sezioni elettorali. Gli aventi diritto al voto erano in totale 413.315 (200.902 maschi e 212.413 femmine).

Ora bisogna crederci
Penia, Valle di fassa
di Roberto Pinter

I trentini hanno detto No al referendum della Lega e le Comunità di Valle hanno un futuro

Queste sono due buone notizie, ma ce n'è una meno buona ed è che bisogna lavorare molto bene per far sì che le Comunità siano viste e vissute come bene comune.

Cento mila trentini si sono recati nelle urne per dire Sì alla abrogazione delle Comunità. Sono la metà del numero degli elettori che erano andati a votare nell'ottobre del 2010, ma non è  la metà degli stessi, ad esempio i 17 mila Sì di Trento, e ci sono sicuramente elettori che non avevano eletto le Comunità. Ma è comunque un dato con il quale fare i conti. Pochissimi quelli che hanno votato No, meno di quelli che avevano dichiarato che avrebbero difeso le Comunità anche con il voto. Tantissimi hanno detto NO al referendum della Lega astenendosi dal voto ma tanti sono anche quelli che sono rimasti estranei alla consultazione e anche con questi bisogna fare i conti. Non siamo in un periodo dove la partecipazione politica viene considerata un dovere e i venti del rifiuto della politica sono forti.

L'Europa siamo noi, è il momento di ricostruirla
Giovane europeo
Manifesto per la ricostruzione dell'Europa dal basso

di Ulrich Beck e Daniel Cohn Bendit 

(3 maggio 2012) Un Anno europeo di volontariato per tutti - per tassisti e teologi, per lavoratori e disoccupati, per manager e musicisti, per insegnanti e allievi, per scultori e sottocuochi, per giudici della corte suprema e cittadini anziani, per uomini e donne - come risposta alla crisi dell'euro!

I giovani d'Europa non sono mai stati così istruiti, eppure si sentono impotenti di fronte all'incombente bancarotta degli Stati-nazione e al declino terminale del mercato del lavoro. Tra gli europei con meno di venticinque anni, uno su quattro è disoccupato. Nei tanti luoghi in cui hanno allestito campeggi e lanciato proteste pubbliche, i giovani defraudati dei loro diritti rivendicano giustizia sociale. Ovunque - la Spagna, il Portogallo, i paesi del Nordafrica, le città americane o Mosca - questa domanda sale con grande forza e grande fervore. Sta montando la rabbia per un sistema politico che salva banche mostruosamente indebitate, ma dilapida il futuro dei giovani. Ma quanta speranza può esserci per un'Europa che invecchia costantemente?

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Matrimonio archiviato
Autonomia

(17 aprile 2012) Nel fondo di oggi del Corriere del Trentino, una lucida analisi di Simone Casalini sul Congresso del Partito Autonomista Trentino Tirolese.

«... Difficilmente vedremo un soggetto politico unitario capace di raccogliere le aree dell'autonomismo e del cattolicesimo democratico (Unione per il Trentino)».

Crisi? Cambiare i nostri paradigmi...
Giovanni Segantini

(30 luglio 2012) Si continua a parlare di crisi. Anche oggi in Consiglio Provinciale, quand'anche a vanvera... Così posto su Facebook qualche veloce considerazione su una crisi che dovremmo considerare normalità e che richiede un cambio di pensiero. Ne esce un dibattito tutt'altro che banale.

di Michele Nardelli

Più passa il tempo e più mi convinco che il concetto di crisi sia fuorviante per descrivere il presente. Dovremmo capire che quella con cui abbiamo a che fare non è affatto una contingenza bensì la normalità che pure fatichiamo ad accettare. Non ci sarà nessuna ripresa, nessun treno al quale agganciarsi,... nessuna competitività (a parità di prodotto) da conquistare... perché la crisi di cui si parla ha come cornice la globalizzazione dei mercati e una finanziarizzazione che devasta l'economia produttiva. Che pure avviene seguendo contesti di omologazione e di deregolazione.

E allora? Allora non andiamo da nessuna parte ad inseguire una dinamica impazzita. Occorre piuttosto uno scarto di pensiero.

Sulla scuola un film già visto
Totò e Peppino

di Michele Nardelli

(1 aprile 2012) Nei passaggi della storia non è facile orientarsi, si è in un contesto nuovo ma la testa è nel passato, lo sono le categorie di analisi, lo è il nostro sguardo, lo sono le stesse parole che usiamo. Occorre cambiare, ma questo richiede apertura di pensiero, studio, fantasia. Si misura qui la capacità della politica di interpretare il proprio tempo. Non di assecondarlo, rincorrendo gli avvenimenti, riducendosi a mero strumento di ricerca del consenso, ma di essere capace di visione, di fare sintesi fra istanze e sensibilità diverse, di farsi carico responsabilmente.

Incontro per strada un'amica che mi lancia da lontano una battuta, parole che mi sconcertano. "Per fortuna che c'è il PD nazionale" mi dice mentre la saluto e non ho nemmeno il tempo di ribattere perché già se ne è andata. No, non era un complimento. Si riferiva piuttosto alla questione della ventilata proposta di mettere mano in Trentino al nodo del reclutamento del personale nel contesto dell'autonomia scolastica. La Provincia, per bocca della sua assessora all'istruzione e del suo presidente, ha detto che è tempo di cambiare. Qualcuno del PD si è subito messo di mezzo, chiamando in causa il partito a livello nazionale, coperta di Linus un po' consunta ma evidentemente ancora utile per una politica ferma nei suoi stanchi rituali.

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