"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

Editoriali

Riflessioni sul voto. L'editoriale di Giovanni Pascuzzi sul Corriere di oggi
elezioni

(6 novembre 2013) "Il singolare si è sostituito al plurale": titola così l'editoriale di oggi sul Corriere del Trentino a firma di Giovanni Pascuzzi. E per sviluppare il suo ragionamento, prende a prestito il dibattito e le cose che ho scritto su questo blog.

Pascuzzi s'interroga su questi tempi tristi nei quali alle ideologie si è sostituito una forma di voto di scambio post ideologico, dove prevalgono appartenenze post (o pre?) politiche come quella corporativa, territoriale (nel senso del voto di scambio), chiesastica o laicista, nostalgica o anagrafica.

"I politici - scrive Pascuzzi - si trovano a dover fronteggiare 'categorie' di persone a cui non importa 'dove' vada la società ma solo 'come' vengano tutelati i propri interessi".

Insomma "Talebanizzati nella sfera pubblica e tiratori di giacchette in quella privata" come ho scritto in una delle riflessioni sul voto.

Quasi 4 elettori su 10 hanno disertato il voto
Solitudine

C'è già un primo dato sul quale riflettere: il calo netto del numero dei votanti

(28 ottobre 2013) La tanto attesa domenica elettorale si è conclusa facendo già registrare un dato significativo: ha votato solo il 62,81% degli aventi diritto (cinque anni fa erano stati il 73,13%). Un dato su cui riflettere, al di là dell'esito del voto.

Un imperativo per la politica, che dovrebbe interrogarsi sui propri legami sociali e sulla sua capacità di entrare in comunicazione con la propria comunità (e magari di avere qualcosa da dire). Un imperativo anche per tutti gli altri corpi intermedi (sul loro rapporto con le istituzioni politiche come sulla loro capacità di svolgere un ruolo di natura pedagogica). E, infine, una necessità di autocoscienza per le nostre stesse comunità, per le istituzioni dell'autonomia come per le singole persone, che dovrebbero interrogarsi sulla formazione delle classi dirigenti ma insieme anche sull'apprendimento di un senso civico diffuso.  

Dall'autunno della mia città, il mio voto per te
Gelsomini

Al traguardo, caro Michele.

Se fossi un'elettrice trentina, voterei per te. Per ragioni antropologiche, direi, prima che politiche o affettive. Perché ritengo tu sia un uomo libero sul piano dell'esistenza individuale, e dunque in grado di dare vita, come hai dimostrato nel precedente mandato, ad un intelligente quanto appassionato agire politico istituzionale.

Un agire politico che, ricercando, costruisce Polis, anziché alimentare percorsi particolaristici e personalistici che - anche nelle forme più raffinate o carismatiche - dominano la scena. Un agire politico che intreccia pensiero e azione, con radici nel passato, ma con lo sguardo saldamente volto al presente e al futuro. Che si cimenta con la necessità e il rischio di generare, in un tempo di incerto transito, nuovi ordini, piccoli e grandi, di co-esistenza civile. Che privilegia il modo (come) intrecciato al contenuto (cosa) dell'azione istituzionale. Un agire politico che si confronta, infine, con la responsabilità e il potere attraverso un orientamento preciso: la consapevolezza dell'‘umano, troppo umano'. Dentro e attorno a sé.

Per questo, caro Michele, dall'autunno della mia città, oggi tanto elegante quanto socialmente sofferente, tifo forte per te.

Silvia Nejrotti, Torino

Renzi e Grillo
Notte
di Alessandro Branz

Negli ultimi giorni alcuni commentatori hanno azzardato un parallelo fra Renzi e Grillo. Naturalmente una sovrapposizione fra i due personaggi è molto improbabile, data la diversità delle origini politico-culturali e soprattutto del contesto in cui operano, il primo all'interno di un grande partito di governo, il secondo alla guida di un movimento espressione dell'anti-politica.

Tuttavia, da un punto di vista strettamente metodologico e con riferimento al modello di democrazia che i due esprimono, alcuni punti di assonanza sono rinvenibili e quindi il parallelo diventa possibile. Vediamo perché.

Pensieri del giorno dopo.
Impronte...

di Michele Nardelli

Il successo del centrosinistra autonomista e del PD del Trentino è stato netto e questo ha confermato il valore dell'anomalia politica di questa terra. Era questa la partita vera di queste elezioni e tutto il resto va in secondo piano.

Certo, contavano le proporzioni del risultato (il PATT viene premiato oltre misura) e la composizione della compagine di maggioranza, aspetti non trascurabili che in qualche modo peseranno nella legislatura, ma voglio immaginare che le cose importanti e innovative che si sono realizzate negli anni troveranno conferma e continuità, mentre si sapranno mettere da parte le mediocrità. Almeno questo è l'auspicio.

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Sistema Bibliotecario. Un'eccellenza trentina nella direzione dell'apprendimento permanente

Questo scritto è apparso oggi in prima pagina sul quotidiano "Il Trentino"

di Michele Nardelli

(12 ottobre 2013) Un libro o un tablet in mano, per le strade di Trento a festeggiare la seconda edizione della festa nazionale dedicata alle biblioteche pubbliche e comunali. Bibliotecari, volontari, frequentatori delle sale lettura e studenti hanno celebrato così sabato scorso il BiblioPride. Lungo il percorso i libri hanno incontrato le tele colorate degli artisti trentini, in corteo a favore della cultura nell'iniziativa "Arte in cammino", e insieme hanno proseguito alla volta del MUSE. Due eventi inclusivi e in armonia, come inclusiva è la vocazione culturale e sociale delle biblioteche.

Il Sistema Bibliotecario Trentino è un'eccellenza del territorio che va festeggiata e tutelata: un servizio capillare, di qualità e gratuito, che da 25 anni collega tutte le Biblioteche della provincia, presenti in oltre il 90% dei 217 comuni. Un catalogo unico consultabile dal pubblico che raccoglie oltre 4 milioni di esemplari fisici, incluse opere a stampa, cd musicali, film e documentari in dvd, documenti digitali (audio, video, libri, corsi, riviste, ecc.), più i quotidiani e le riviste in abbonamento. Un corpo Bibliotecari, "il miglior motore di ricerca disponibile", in costante formazione e attento alla sfida delle nuove tecnologie.

Lampedusa, l'indignazione e l'imbarazzo
Lampedusa

"... Il passo di chi è partito per non ritornare

e si guarda i piedi e la strada bianca

la strada e i piedi che tanto il resto manca

e dietro neanche un saluto da dimenticare

dietro soltanto il cielo agli occhi e basta..."

Gianmaria Testa, Il passo e l'incanto


di Michele Nardelli

Indignazione, rabbia, tristezza. Questi sono i sentimenti che nascono dentro ognuno di noi di fronte alla morte di innocenti, come in queste ore a Lampedusa.

Forse però - superata la dolorosa emozione dei primi momenti - è l'imbarazzo lo stato d'animo che dovrebbe trovare spazio nei nostri commenti, nelle nostre prese di posizione. Imbarazzo per il fatto di non riuscire a tutelare la vita di persone - uomini, donne e bambini - che cercano di raggiungere le coste italiane e trovano la morte a poche centinaia di metri dalla meta. Imbarazzo per aver reso il Mar Mediterraneo un luogo ipersorvegliato e non per questo più sicuro per chi lo attraversa, trasformandolo in quella invisibile frontiera che vorrebbe separare le sue due sponde.