"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

Editoriali

Indagare il secolo degli assassini
Trieste

di Michele Nardelli

Il 27 gennaio è il giorno della memoria. Molte le iniziative che in questi giorni si susseguono per ricordare il giorno in cui l'Armata Rossa entrò nel campo di Auschwitz mostrando al mondo intero le immagini del male assoluto.

L'industria della morte, lo sterminio organizzato di tutti coloro che non facevano parte del disegno che voleva la supremazia di un popolo sopra ogni altro. Sei milioni di donne, uomini e bambini passarono per il camino con la sola colpa di essere ebrei, rom, serbi, malati psichici, intellettuali, omosessuali, oppositori politici, comunisti... Mai nella storia dell'umanità l'uomo era arrivato a tanto.

Ricordare è un dovere, ma non basta. Se vogliamo davvero che la storia non si ripeta occorre interrogarsi su come tutto questo è potuto accadere, comprendere e cambiare. Senza elaborazione, il passato non passa e la storia è destinata a ripetersi. 

L'esito delle primarie in Trentino. C'è di che riflettere...
Cittadinanze incerte

(9 dicembre 2013) Le elezioni primarie, anche in Trentino, si confermano una forma gradita di partecipazione, in questo caso alla vita politica di un partito come il PD. L'affluenza definitiva in Trentino è di 21.185 votanti, un dato superiore ad altre scadenze analoghe e che si avvicina molto a quello delle ultime primarie di coalizione per la designazione del candidato presidente del centrosinistra autonomista dove prevalse Ugo Rossi.

Già questo dato dovrebbe pur dirci qualcosa, segnalarci la casualità di una partecipazione che porta un numero tanto alto di persone a votare per il segretario del PD e che invece non ritiene di andare a votare per indicare la persona chiamata a guidare la PAT per i prossimi cinque o dieci anni.

Svilupperò nei prossimi giorni una riflessione sui contenuti congressuali del Partito Democratico come delle sue regole politiche, ma sin d'ora non nascondo la mia distanza politica, una distanza crescente che mi ha portato al seggio più per rispetto nei confronti delle persone che per convinzione.

Per tornare alla cronaca anche in Trentino vince Matteo Renzi (13.969 voti, il 65,94%), a seguire Pippo Civati (4.339 voti, il 20,48%) ed infine Gianni Cuperlo (2.813 voti, il 13,28%). Il dato nazionale vede invertito l'esito relativo al secondo e terzo posto, per il resto qualche piccola percentuale di differenza. Considerato che fra queste percentuali c'è anche il mio voto, non so dire se un'altra opzione politica avrebbe avuto o meno consenso, ma temo di no. Comunque lo vedremo in occasione del congresso di primavera del PD del Trentino. Sempre che decida che questa, tutto sommato, sia ancora l'unica opzione politica praticabile.

Riportiamo il voto in Trentino, seggio per seggio. http://www.partitodemocraticotrentino.it/uploaded/DEF%20AFFLUENZE%20E%20RISULTATI.pdf

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Dolomiti, fra autonomie e neocentralismo
autonomia

di Zenone Sovilla

(18 dicembre 2013) Il governo intende archiviare le Province ordinarie: ora depotenziandole con il ddl promosso dal ministro degli Affari regionali, Graziano Delrio (Pd), poi cancellandole con una legge costituzionale. Alcune voci contestano l'assalto al sistema delle autonomie spiegando che si indebolirà il tessuto democratico e si produrranno maggiori costi finanziari, disfuzioni nei servizi locali e perdite di tutela nei territori svuotati di rappresentanza. Fra i critici, l'urbanista Edoardo Salzano, il presidente del Censis Giuseppe De Rita e i 44 giuristi che denunciano profili di incostituzionalità del ddl (che abolisce le elezioni provinciali). 

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Soap opera
Paul Klee

(12 febbraio 2014) Se Matteo Renzi pensa che il governo Letta non sia all'altezza di quel cambiamento che il segretario del PD ritiene necessario non ha che da chiederne le dimissioni.

Mi sembra di capire che la strada maestra sin qui seguita, quella di affidare a questo governo, magari con qualche nuovo innesto, o ad un governo Letta bis l'impegno riformatore richiesto, sia ormai spuntata in particolare dopo l'incontro fra Letta e Renzi di stamane, a meno di un improbabile capovolgimento di maggioranza nella direzione del PD.

Oltre le primarie...
Lentezza

(10 dicembre 2013) Le primarie del Partito Democratico hanno eletto Matteo Renzi segretario. Per andare oltre il dato emerso dal voto dei gazebo e per discutere di cosa dovrà accadere da oggi in poi partiamo da un contributo offerto da Simone Casalini su www.politicaresponsabile.it

di Simone Casalini

Il caotico iter congressuale del Partito democratico, dimenatosi tra scandali e piccoli escamotage propagandistici, si avvia a conclusione con la catarsi delle primarie. Verrebbe da dire meno male che è finita, se non fosse che stiamo parlando dell'ultimo dei mohicani (partiti) rimasti sulla scena. Lungo il tragitto molti degli equivoci che hanno finora contraddistinto l'ibridismo del Pd sono rimasti insoluti. L'architettura partitica è sospesa in un limbo tra chi teorizza un comitato elettorale (o meglio, una task force per la comunicazione) demandando la rappresentanza a un capitano salazariano e chi indugia sulle grandi costruzioni novecentesche.

Un'era è finita?
Sotto la maschera

di Michele Nardelli

(28 novembre 2013) I giornali parlano della fine di un'era. Personalmente sono abbastanza scettico. Bastava leggere quel che c'era scritto sui cartelli fra la folla radunata nei pressi della sua residenza romana per capire che Silvio Berlusconi in questi vent'anni ha rappresentato ben più di un capo di partito o di governo.

Berlusconi è stato per milioni di italiani un mito, un'idea di società e di relazioni, un modello di aspirazioni e di consumi. Al quale non si chiedeva buon governo ma di far vivere quel mito di eterna giovinezza, spensierata e guascona come lui, che non ammetteva lacci e laccioli nel suo agire pubblico, sfera nella quale lamentava di non potersi muovere con la stessa disinvoltura che in quella privata, condizionato dalle istituzioni, dalle leggi, dalla burocrazia. L'inno alla libertà, che poi altro non è che la regola del più forte. 

L'impresa politica
Tram

di Luigino Bruni

Quanto accade in questi giorni a Genova ci sta dicendo, pur con le sue inevitabili ambivalenze (e strumentalizzazioni), qualcosa di importante per la nostra economia, e democrazia. Per comprendere qualche cosa che non emerge dalla semplice cronaca, è necessario tornare all'origine delle 'aziende municipalizzate', che oggi in Italia sono quasi 5mila.

Questa forma di impresa ha fatto la sua comparsa in Italia all'inizio del Novecento. Un ruolo cruciale lo svolse l'economista Giovanni Montemartini, di Montù Beccaria (Pavia), che giustificava l'importanza della creazione di queste imprese sulla base di due principi: quello del municipio (o municipalismo italiano) e quello di efficienza economica. Montemartini, di tradizione socialista ma conoscitore dell'economia liberale, fondava la sua proposta sulla vocazione 'municipale' (o comunale) dell'Italia. 

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