"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli
di Zenone Sovilla
(18 dicembre 2013) Il governo intende archiviare le Province ordinarie: ora depotenziandole con il ddl promosso dal ministro degli Affari regionali, Graziano Delrio (Pd), poi cancellandole con una legge costituzionale. Alcune voci contestano l'assalto al sistema delle autonomie spiegando che si indebolirà il tessuto democratico e si produrranno maggiori costi finanziari, disfuzioni nei servizi locali e perdite di tutela nei territori svuotati di rappresentanza. Fra i critici, l'urbanista Edoardo Salzano, il presidente del Censis Giuseppe De Rita e i 44 giuristi che denunciano profili di incostituzionalità del ddl (che abolisce le elezioni provinciali).
(12 febbraio 2014) Se Matteo Renzi pensa che il governo Letta non sia all'altezza di quel cambiamento che il segretario del PD ritiene necessario non ha che da chiederne le dimissioni.
Mi sembra di capire che la strada maestra sin qui seguita, quella di affidare a questo governo, magari con qualche nuovo innesto, o ad un governo Letta bis l'impegno riformatore richiesto, sia ormai spuntata in particolare dopo l'incontro fra Letta e Renzi di stamane, a meno di un improbabile capovolgimento di maggioranza nella direzione del PD.
(10 dicembre 2013) Le primarie del Partito Democratico hanno eletto Matteo Renzi segretario. Per andare oltre il dato emerso dal voto dei gazebo e per discutere di cosa dovrà accadere da oggi in poi partiamo da un contributo offerto da Simone Casalini su www.politicaresponsabile.it
di Simone Casalini
Il caotico iter congressuale del Partito democratico, dimenatosi tra scandali e piccoli escamotage propagandistici, si avvia a conclusione con la catarsi delle primarie. Verrebbe da dire meno male che è finita, se non fosse che stiamo parlando dell'ultimo dei mohicani (partiti) rimasti sulla scena. Lungo il tragitto molti degli equivoci che hanno finora contraddistinto l'ibridismo del Pd sono rimasti insoluti. L'architettura partitica è sospesa in un limbo tra chi teorizza un comitato elettorale (o meglio, una task force per la comunicazione) demandando la rappresentanza a un capitano salazariano e chi indugia sulle grandi costruzioni novecentesche.
di Michele Nardelli
(28 novembre 2013) I giornali parlano della fine di un'era. Personalmente sono abbastanza scettico. Bastava leggere quel che c'era scritto sui cartelli fra la folla radunata nei pressi della sua residenza romana per capire che Silvio Berlusconi in questi vent'anni ha rappresentato ben più di un capo di partito o di governo.
Berlusconi è stato per milioni di italiani un mito, un'idea di società e di relazioni, un modello di aspirazioni e di consumi. Al quale non si chiedeva buon governo ma di far vivere quel mito di eterna giovinezza, spensierata e guascona come lui, che non ammetteva lacci e laccioli nel suo agire pubblico, sfera nella quale lamentava di non potersi muovere con la stessa disinvoltura che in quella privata, condizionato dalle istituzioni, dalle leggi, dalla burocrazia. L'inno alla libertà, che poi altro non è che la regola del più forte.
di Luigino Bruni
Quanto accade in questi giorni a Genova ci sta dicendo, pur con le sue inevitabili ambivalenze (e strumentalizzazioni), qualcosa di importante per la nostra economia, e democrazia. Per comprendere qualche cosa che non emerge dalla semplice cronaca, è necessario tornare all'origine delle 'aziende municipalizzate', che oggi in Italia sono quasi 5mila.
Questa forma di impresa ha fatto la sua comparsa in Italia all'inizio del Novecento. Un ruolo cruciale lo svolse l'economista Giovanni Montemartini, di Montù Beccaria (Pavia), che giustificava l'importanza della creazione di queste imprese sulla base di due principi: quello del municipio (o municipalismo italiano) e quello di efficienza economica. Montemartini, di tradizione socialista ma conoscitore dell'economia liberale, fondava la sua proposta sulla vocazione 'municipale' (o comunale) dell'Italia.
Trento in cima alla classifica della qualità del vivere nelle citta capoluogo italiane.
Nell'intreccio degli indicatori che per prima "Sbilanciamoci" ha proposto con l'indice QUARS (l'indice sulla qualità regionale dello sviluppo) il Trentino e il Sud Tirolo erano sempre ai primi posti della graduatoria. Un dato che viene confermato oggi da un'analoga inchiesta pubblicata dal Sole 24 Ore e della quale indico qui sotto il link.
Nella stessa graduatoria la bella città di Napoli risulta all'ultimo posto. Amo Napoli per tante ragioni e oltretutto credo di essere uno dei rari trentini doc fin da bambino (ai tempi di Omar Sivori, per intenderci, ben prima di Maradona) ad essere tifoso della squadra di calcio di quella città.
Sono orgoglioso per Trento, di cui per altro conosco bene anche i difetti. E quanto a Napoli, la città, pure piegata dal malaffare, può vantare tante cose che ne fanno l'unicità e che non si misurano certo nelle classifiche. Se penso al mare, al teatro, alla musica, alla storia, ai sapori... non è poi così difficile stare dalla parte degli ultimi.
di Giulio Marcon
(1 novembre 2013) La notizia ha dell'inverosimile. Il ministro della Difesa Mario Mauro partecipa a uno spot della Lockheed per propagandare l'acquisto dei cacciabombardieri F35. Nello spot compare la foto del ministro e la didascalia di una sua tragicomica frase che dice: «To love peace you must arm peace. F35 does that». Cioè: «Per amare la pace, devi armare la pace. L'F35 lo fa». Uno slogan ridicolo già utilizzato dal ministro durante la discussione, lo scorso giugno, delle mozioni contro gli F35.
Uno slogan che demagogicamente vuole avvalorare una scelta, quella del governo italiano, di spendere 14 miliardi di euro per un aereo capace di trasportare ordigni nucleari e di essere impegnato nei teatri di guerra. Il ministro non è nuovo a queste uscite, anche più folcloristiche e coreografiche, come quando (in una imitazione di Tom Cruise in Mission Impossible) si è fatto calare da un elicottero su una nave della marina con un verricello.