"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli
Se la Macroregione Adriatico-ionica vuole essere una strategia per il rilancio di una regione ai margini, il dialogo tra apparati politico-amministrativi non può bastare. Serve un ampio dibattito pubblico per dare stimolo all'azione politica su questioni urgenti e di comune interesse. Un approfondimento dal sito www.balcanicaucaso.org
di Luisa Chiodi *
A luglio prende avvio il semestre italiano di presidenza dell'Ue durante il quale verrà lanciata dalle istituzioni europee la Strategia Europea per la Macro-regione Adriatico-ionica (Eusair). Per tutti i territori coinvolti si tratta di un'opportunità significativa per affrontare insieme nodi comuni che spaziano dalla tutela ambientale allo sviluppo delle reti energetiche ma soprattutto per lavorare al complessivo rilancio economico della regione.
La Macroregione è uno strumento comunitario nato meno di 5 anni fa, con il primo esperimento nel Mar Baltico, allo scopo di favorire la partecipazione al processo decisionale non solo degli stati ma anche di regioni, enti locali, società civile, in aree circoscritte dello spazio europeo.
Del resto, dalla fine della Guerra Fredda questioni quali la sostenibilità ambientale o energetica, la migrazione, lo sviluppo economico, hanno continuato a stimolare l'interesse degli enti locali a farsi protagonisti di iniziative transnazionali per affrontare in modo efficace questioni condivise.
Un intellettuale che guardando al Mediterraneo ha sempre cercato di superare le divisioni e i conflitti mutandoli in ragioni di convivenza, arricchimento, scambio. Pubblichiamo la lettera diffusa dal comitato che sostiene la candidatura al Nobel di Predrag Matvejević. Un appello che vede anche la mia adesione.
(marzo 2016) La seguente lettera è stata diffusa dal comitato che sostiene la candidatura di Predrag Matvejević al Nobel per la letteratura. Un modo per sostenerlo in questo suo difficile momento di salute - è da più di un anno ricoverato in un ospedale di Zagabria - ma soprattutto per far sentire la voce delle sue opere e dei suoi pensieri in questi giorni drammatici per quel Mediterraneo che lui ha tanto amato.
“Predrag Matvejević è la sintesi dell'Europa, anche dell'Est, che si riconosce nel Mediterraneo e nella sua storia: nella sua vita, nella sua famiglia, nella sua opera letteraria e politico-letteraria, ai tempi della cortina di ferro, si ritrovano quasi tutte le etnie, le religioni, le nazionalità e le culture che oggi come ieri, qualcuno vuole trasformare in ragione di conflitto. Tutta l'opera di Matvejević, ma in particolare il suo impareggiabile Breviario Mediterraneo, ripercorre quelle differenze presunte, mostrandone, come forse nessuno ha fatto, oltre lui e Braudel, quanto siano nostre, di tutti; mutandole, così, in ragioni di convivenza, arricchimento, scambio.
Eurovisioni. L'indignazione, il rebetiko e una nuova idea di contratto sociale
L'Europa non è il problema, bensì la chiave per affrontare un nuovo contesto.
Trento - 30 aprile, 1, 2, 3 maggio 2014
Il disegno di un'Europa politica sta vivendo un forte appannamento. Le sue istituzioni sono viste da molti come un apparato burocratico ed un insieme di regole dettate dai poteri finanziari. Il suo allargamento è stato spesso vissuto dai cittadini dei paesi più forti come un'insidia al proprio status piuttosto che la costruzione di una casa comune. Gli stati nazionali cavalcano l'onda della paura per evitare di cedere verso l'Europa (e verso i territori) quote crescenti di sovranità. La politica si attarda a cercare soluzioni a carattere nazionale, quando invece la cifra dei problemi appare sempre più di natura sovranazionale e territoriale.
Il problema sembra essere quello di tutelare al meglio gli interessi nazionali in Europa, ma così facendo non si costruisce l'Europa come soggettività politica, sociale e culturale, la si indebolisce piuttosto. Questo è l'orizzonte nel quale gli stati nazionali più forti ripropongono la loro leadership sull'Europa e questo, a guardar bene, ci racconta di quanto poco si sia fatto tesoro delle lezioni del Novecento. Tanto che l'idea di un'Europa politica nasce come progetto di pace, nel superamento in senso federalista degli stati nazionali e della loro tendenza all'egemonismo.
di Azra Nuhefendić, corrispondente da Sarajevo di Osservatorio Balcani Caucaso
(31 gennaio 2014) Trenta anni fa, dall'8 al 19 febbraio, si svolse a Sarajevo la XIV edizione dei Giochi Olimpici Invernali. Pochi anni dopo le strutture olimpiche, simbolo di una storia e vita comune, furono bersaglio dei bombardamenti
Un metro di neve e venti gradi sotto zero! Nessuno ci faceva caso in Bosnia. Si pulivano le strade principali, si scavava un sentiero nella neve per collegare la casa o il portone con la strada, e la nostra vita procedeva come al solito.
Talvolta già all’inizio di ottobre nevicava. Si andava al ristorante per una cena e quando si usciva, nelle ore piccole, ci aspettava la prima neve. Tap-tap, sulle punte delle scarpe leggere ed eleganti, cercavi di passare per la strada imbiancata, senza scivolare o cadere. La neve rimaneva fino ad aprile, qualche volta anche di più. Capitava che sulle montagne intorno a Sarajevo nevicasse in piena estate. I giornali locali riportavano la notizia, ma nessuno si stupiva.
Un appello per l'Europa apparso oggi su la Repubblica, primo firmatario Ulrich Beck
(27 febbraio 2014) Il prossimo maggio le cittadine e i cittadini saranno per la prima volta chiamati alla scelta sul futuro dell’Europa. Quale Europa vogliamo? Dal momento dell’entrata in vigore del trattato di Lisbona e per tutta la durata della crisi i cittadini non hanno mai avuto l’opportunità di esprimere il loro giudizio sul futuro dell’Unione Europea, in un processo di formazione democratica della volontà.
Questa volta, la novità è costituita dalla presenza di diversi candidati alla carica di presidente della Commissione europea, con la possibilità di scegliere tra diversi modelli d’Europa. È un salto quantico politico. Infatti, nel medesimo momento e in tutta l’Europa discuteremo in lingue diverse sugli stessi temi – cioè su persone e sui loro programmi. Vogliamo il “meno Europa” di un David Cameron, dettato dagli imperativi del mercato, oppure un’ “altra Europa”, che sottopone il mercato a regole democratiche, come ha in mente il presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz?
I partiti anti-europei e i loro candidati vogliono essere eletti democraticamente per minare la democrazia in Europa.
... il viaggio attraverso i luoghi sarà il nutrimento del mio sguardo. Lungo le strade dimenticate delle regioni italiane, nell'Europa che ancora non ha coscienza di sé, nel Mediterraneo da cui abbiamo appreso (quasi) tutto ma che non riesce ad affrancarsi dall'infelicità dello splendore smarrito, nei Balcani che sanno essere la sfera di cristallo dove leggere la postmodernità...
Bergamo, Convento di Sant'Agostino. Sabato 16 novembre 2013. E' importante che si svolga qui, in questa città ancora segnata dal rancore e dalla paura, la Conferenza internazionale "Diventare Europa". Perché ad avere bisogno dell'Europa sono in primo luogo i cittadini europei.
Dalla solidarietà all'integrazione europea dei Balcani e della Turchia
Osservatorio Balcani e Caucaso, Fondazione Serughetti La Porta e Cattedra Unesco - Università di Bergamo; in collaborazione con Fondazione Zaninoni, Ufficio Scolastico Territoriale di Bergamo, Moltefedi - ACLI Bergamo e Associazione BergamoeBalcani; con il patrocinio di Comune di Bergamo; con il contributo di Unione Europea e Provincia autonoma di Trento; media partner Radio Radicale, Radio Capodistria e L'Eco di Bergamo
Convegno internazionale
L'Unione Europea, Nobel per la Pace, misura nei Balcani e in Turchia la forza del suo progetto politico. L'eredità degli anni Novanta e le sfide del presente. Ne discutono studiosi, giornalisti, politici e diplomatici. Conferenza internazionale conclusiva del progetto sostenuto dalla Commissione Europea e dalla Provincia autonoma di Trento "Racconta l'Europa all'Europa - Tell Europe to Europe"
Nel 2013, anno dell'ingresso della Croazia nell'Unione europea quale 28mo stato membro, Osservatorio Balcani e Caucaso e dieci partner europei sono impegnati a diffondere la conoscenza e a stimolare il dibattito pubblico su Balcani e Turchia nell'opinione pubblica degli stati membri.