"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli
La Fondazione Cassa Rurale di Trento, in collaborazione con CTA Centro Turistico Acli, Trento Giovani Soci della Cassa Rurale di Trento, Ipsia del Trentino presentano:
Una lezione di geografia dal volto umano
Siria, storia ed attualità. Un paese tra violenza e bellezza
con Rawa'a Olabi, siriana a Trento
presso la Sala Mons. R. Pizzoli Trento ACLI Trentine, via Roma 57 - IV piano, dalle ore 18:00 alle 19:30
Ingresso libero e gratuito. Al termine rinfresco equo e solidale
L'Associazione "Pace per Gerusalemme. Il Trentino e la Palestina" invita all'incontro con Udai Ugraulì, ebreo, libico, rivoluzionario, alias David Gerbi, medico e psicoterapeuta, esule dal 1967 in Italia e che nei mesi scorsi ha deciso di rientrare in Libia per venirne ricacciato dai fondamentalisti. Una serata interessante per cercare di capire cosa sta succedendo nei paesi nordafricani e nel Medio Oriente.
David Gerbi, ebreo libico, fugge con la famiglia in Italia nel 1967, quando l'intera popolazione ebraica viene espulsa da Gheddafi. Allo scoppio della recente primavera araba, nella speranza di riallacciare i rapporti con il paese natale, torna in Libia e collabora con i rivoltosi, aiutando combattenti e civili ad affrontare i traumi della guerra. Ma il suo ritorno in patria si rivela una sfida simbolica e pragmatica ... Nella vecchia Tripoli riapre la sinagoga Dar Bishi, chiusa da 44 anni, per fare di questo luogo religioso il simbolo della riconciliazione tra ebrei e musulmani e promuovere la tolleranza religiosa. Ma il suo lavoro è interrotto l'8 ottobre, Yom Kippur (la festività ebraica dell'espiazione), quando centinaia di manifestanti si riuniscono a Tripoli e Bengasi per affermare "Non c'è posto per gli ebrei in Libia". Gerbi è costretto a lasciare il paese. "Se vuoi tornare in Libia, fai prima qualcosa per risolvere la questione israelo-palestinese", gli dice Abdul Karim Bazama, consigliere della sicurezza nazionale in Libia.
di Svetlana Slapšak (tratto da http://www.viaggiareibalcani.it/)
(13 marzo 2012) Attraverso incredibili traiettorie linguistiche tipicamente balcaniche la parola turca Çardak è penetrata nell'ungherese, nel serbo-croato-bosniaco, bulgaro, macedone e greco. Può significare torre, piano superiore o soffitta, magazzino o seccatoio (soprattutto per il mais), locanda di bassa qualità, situata di solito lungo una trafficata via di comunicazione o vicino a un fiume; ma dal termine Çarda deriva anche la musica che i rom ungheresi suonavano in queste locande (le csardas) diventata col tempo una danza eponima ungherese... e si potrebbero trovare altri significati.
(13 marzo 2012) Una cinquantina di firme autorevoli sotto il messaggio al Consiglio di sicurezza riportato dalla Sueddeutsche Zeitung: da Umberto Eco a David Grossmann, da Shirin Ebady a Jergen Habermas. "Crimini orribili, non si resti indifferenti davanti a tragedia". Pressione su Cina e Russia perché lavorino con i partner internazionali
Un appello
Urge fermare i massacri in Siria, l'Onu deve fare di più, e soprattutto Russia e Cina devono decidersi a smetterla di difendere Assad con i loro veti al Consiglio di sicurezza. Ecco il senso del drammatico appello lanciato da una cinquantina di intellettuali di fama mondiale, di cui riferisce l'autorevole quotidiano liberal di Monaco Sueddeutsche Zeitung. Secondo cui tra i firmatari figurano Jergen Habermas, Umberto Eco, gli ex presidenti tedesco e sudafricano Richard von Weizsaecker e Frederik Willem de Klerk, David Grossmann, le premio Nobel Shirin Ebady e Jody Williams, la militante russa per i diritti umani Ljudmila Aleksejeva.
(12 febbraio 2012) Nove giorni in battello sul Danubio da Budapest a Sofia, per unirci alla seconda edizione di Terra Madre Balcani in programma nella capitale bulgara dal 21 al 30 giugno 2012.
Un viaggio alla scoperta della straordinaria biodiversità racchiusa nel medio e basso corso danubiano, dalla pianura pannonica alle porte di Ferro; ma soprattutto una presa di coscienza critica della sovranità alimentare grazie all'incontro con le numerose comunità del cibo di Slow Food sparse lungo il "Fiume della melodia", intrecciando cibo, tradizioni e identità locali. Conferenze, caffè letterari, musica e proiezioni cinematografiche accompagneranno infine i partecipanti durante le ore di navigazione.
di Michele Nardelli
Kelăat Es-Sraghna, Marocco. Molte delle persone che assistono all'incontro parlano l'italiano, alcuni con la cantilena del dialetto delle nostre valli dove hanno lavorato. E dato che l'immigrazione avviene frequentemente per passa parola, da territorio a territorio, il Trentino è diventata per molti di loro la terra dove rifarsi una vita, dove sono nati i loro figli, una nuova casa. Nonostante l'aver ricevuto, dopo tanti anni di lavoro, la cittadinanza italiana, per un istinto che ci lega ad una terra hanno scelto di ritornare nel loro paese d'origine. Quasi avessero un debito aperto verso il paese che quand'erano giovani hanno deciso di abbandonare.