"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli
«Tempi interessanti» (29)
E' necessario che non solo a livello globale ma anche in ogni paese e territorio si misuri la propria impronta ecologica. E con essa la propria responsabilità...
... l'Italia nel 2011 consumava il 280% delle sue bio-capacità, collocandosi al 13° posto nella graduatoria dell'insostenibilità globale, preceduta in Europa soltanto da Cipro, Belgio e Olanda. Mentre è al 12° posto in quella relativa all'impronta ecologica. E se qualcuno va a Parigi a dire che l'Italia ha le carte in regola e fa la sua parte nell'impegno per ridurre il nostro peso sull'ambiente globale dice una bugia perché non è affatto così. Per soddisfare infatti gli attuali livelli di consumo in Italia avremmo bisogno di 4,2 territori nazionali. E sempre in questo paese, il “giorno del superamento” è stato nel 2015 il 5 aprile. Questo significa che dal giorno successivo, e per i restanti 9 mesi, stiamo consumando risorse che non riusciamo a produrre...
Shortistan! L’Afghanistan raccontato dal cinema breve
organizzato dal Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani e Associazione Afghanistan 2014 in collaborazione con Associazione BiancoNero - Religion Today Filmfestival, Unimondo, Centro per la Formazione alla Solidarietà Internazionale e Associazione 46° Parallelo.
Lunedì 26 maggio 2014, ore 20.30 – SCONTRO DI CIVILTA'
GOD, CONSTRUCTION AND DESTRUCTION di Samira Makhmalbaf, da “11'9''01 September 11” (Iran, 2002, 11’)
Una giovane insegnante cerca di trasmettere ai propri studenti, un gruppetto di bambini afghani rifugiati in Iran, l’impatto che questo evento avrà sul mondo.
Dialogano Aboulkheir Breigheche e Michele Nardelli
4 giugno 1989 - 4 giugno 2014
In ricordo di Piazza Tien an men e dei tanti giovani che vi lasciarono la vita
La Dichiarazione degli studenti, un manifesto scritto e promulgato il 13 maggio 1989, pochi giorni prima che la repressione del governo di Li Peng spezzasse il sogno della primavera di Pechino
«In questo caldo mese di maggio, noi iniziamo lo sciopero della fame. Nei giorni migliori della giovinezza dobbiamo lasciare dietro di noi tutte le cose belle e buone e Dio solo sa quanto malvolentieri e con quanta riluttanza lo facciamo. Ma il nostro paese è arrivato a un punto cruciale: il potere politico domina su tutto, i burocrati sono corrotti, molte brave persone con grandi ideali sono costrette all'esilio. È un momento di vita o di morte per la nazione. Tutti voi compatrioti, tutti voi che avete una coscienza, ascoltate le nostre grida. Questo paese è il nostro paese. Questa gente è la nostra gente. Questo governo è il nostro governo. Se non facciamo qualcosa, chi lo farà per noi? Benché le nostre spalle siano ancora giovani ed esili, e benché la morte sia per noi un fardello troppo pesante, noi andiamo.
Il Centro Europeo di eccellenza Jean Monnet, Osservatorio Balcani Caucaso e Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani promuovono un interessante dibattito sulla situazione in Ucraina. L'appuntamento è alla Facoltà di Sociologia mercoledì 28 maggio 2014 alle ore 15.00. Molti e qualificati i relatori come si può evincere dalla locandina allegata.
Il futuro dell'Europa dipende dall'Ucraina?
Leggere e comprendere il conflitto che ha investito l'Ucraina, ragionare su questa grave crisi in corso nel cuore d'Europa. E' l'obiettivo dell'incontro del 28 maggio a Trento, organizzato da Osservatorio Balcani e Caucaso, Forum Trentino per la Pace e Centro Europeo Jean Monnet
Un conflitto drammatico, una grave crisi nel cuore dell'Europa. Sta accadendo in Ucraina dove in pochi mesi dalle manifestazioni di piazza si è arrivati allo scontro armato. Quali sono i fattori sociali, politici ed economici interni ed esterni al paese che hanno portato alla situazione odierna? Quali i possibili scenari futuri?
Il prossimo 28 maggio a Trento, nell'incontro “Il futuro dell'Europa dipende dall'Ucraina?”, organizzato da Centro Europeo Jean Monnet, Osservatorio Balcani e Caucaso e Forum Trentino per la Pace, interverranno diplomatici, studiosi e giornalisti. Per offrire un'occasione di analisi della drammatica crisi in corso.
L'Afghanistan raccontato dal Cinema breve -
Il cortometraggio, un altro strumento per parlare di un Afghanistan al di là della guerra, lontano dagli stereotipi. Linguaggi diversi che riflettono l'approccio di sei registi e ci mostrano altre sfaccettature del paese asiatico. Quattro serate tra proiezioni e dibattito incentrati su quattro concetti: Libertà, Genere e Conflitto, Scontro di Civiltà, Identità e Dialogo. Temi fondamentali, non solo per l'Afghanistan.
Ore 20.30 presso il Centro Formazione alla Solidarietà Internazionale, vicolo S. Marco, 1
God, Construction and Destruction di Samira Makhmalbaf, da"11'9''01 September 11" (Iran, 2002, 11')
Una giovane insegnante cerca di trasmettere ai propri studenti, un gruppetto di bambini afghani rifugiati in Iran, l'impatto che questo evento avrà sul mondo.
Dialogano Aboulkheir Breigheche e Michele Nardelli
L'Afghanistan raccontato dal Cinema breve
Il cortometraggio,un altro strumento per parlare di un Afghanistan al di là della guerra, lontano dagli stereotipi. Linguaggi diversi che riflettono l'approccio di sei registi e ci mostrano altre sfaccettature del paese asiatico. Quattro serate tra proiezioni e dibattito incentrati su quattro concetti: Libertà, Genere e Conflitto, Scontro di Civiltà, Identità e Dialogo. Temi fondamentali, non solo per l'Afghanistan.
Kite di Razi Mohebi (Afghanistan, 2002, 22')
Quando il regime talebano vieta il gioco, un gruppo di bambini si adopera per organizzare almeno un'ultima partita, approfittando della presenza del figlio di un Talib.
D
urante la serata sarà anche proiettato
Skateistan. to Live and Skate Kabul di Orlando Von Eiseindel (Afghanistan, 2010, 9')
Dialogano Razi Mohebi e Katia Malatesta
dal sito www.balcanicaucaso.org
(14 maggio 2014) Tragedia nella miniera di Soma, Turchia nord-occidentale. Al momento sono 250 i morti, 80 i feriti e quasi 300 i minatori ancora intrappolati. Ne parla in diretta per Radio Tre Mondo Fazila Mat, corrispondente di OBC da Istanbul
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