"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

Ricerca politica

In Movimento. Comunità che rigenerano in democrazia
Il manifesto dell'iniziativa

Rilancio questo invito di Federico Zappini che mi sembra davvero importante.

Questo è un invito importante - uno fra i tanti, lo so... - che ha come obiettivo quello di darci l'opportunità di stare un po' insieme, di confrontarci su temi che riteniamo importanti, di interrogarci sulle fatiche della democrazia e della Politica, di cercare connessione per il futuro. L'opportunità ci viene offerta dal convegno/laboratorio che le Acli Trentine organizzano sabato 26 marzo 2022 presso la Sala in Cooperazione, a Trento, dalle 9.00 alle 17.00.

Sono felice di aver aiutato nella predisposizione della giornata e credo che sia, dentro un tempo così complicato e doloroso, utile ascoltare e ascoltarsi (la mattina sarà riempita da due tavole rotonde) e confrontarsi, così come avverrà in alcuni tavoli di lavoro pomeridiani.

Uno spazio politico dell’insufficienza
Paul Klee

di Silvano Falocco *

(31 marzo 2022) Sono passati dieci giorni dall’appuntamento di Visione Comune e forse è giunto il tempo di qualche riflessione e rispondere alla domanda “a cosa abbiamo partecipato il 19 marzo?”

Partiamo dai numeri: circa 1.000 persone, in una giornata che non invitava ad uscire da casa, si sono trovate in uno spazio all’aperto, il Parco delle Energie, al centro di un conflitto decennale nella città di Roma, per condividere riflessioni attorno ai temi della giustizia ambientale e della giustizia sociale. Un appuntamento organizzato da Elly Schlein, in rete con altre forze politiche e sociali, con 7 panel facilitati da 7 donne: Marta Bonafoni, che ha messo in campo “POP Idee in movimento” per gli aspetti organizzativi della giornata, Rossella Muroni, Elena Ostanel, Gessica Allegni, Marianna Panzarino, Elena Comelli, Anna Falcone. Ogni sessione di lavoro, durata circa 1 ora, ha ospitato tra i 6 e gli 8 interventi – complessivamente 49 da parte di 25 donne e 24 uomini – che hanno cercato di mantenere uno sguardo e un approccio intersezionale. A questi, senza alcuna pausa pranzo, si sono aggiunti gli interventi di apertura e chiusura dI Elly Schlein, i due interventi politici di Letta e Conte, 4 contributi esterni, tra cui Alessandro Zan e Fabrizio Barca, che ha poi scritto, su TPI, di aver incontrato “pratiche di cambiamento radicale, frutto di conflitto, collaborazione, impegno, in un misto di pubblico, sociale e privato che rompe schemi ma che ha sempre al centro agenti di cambiamento - molte donne - visionari, concreti, empatici, pronti a rischiare, con un obiettivo comune: ridurre le disuguaglianze e liberare le diversità, facendo saltare subalternità di classe, genere e razza e la subalternità dell'ecosistema a noi tutti. Pratiche da salvaguardare, completare, diffondere. Pratiche che cambiano la vita delle persone.”

Il Convento Meridiano
Il Convento Meridiano

A Cerreto Sannita la rigenerazione culturale è stata sabotata: questo è il rischio che corrono tutti i piccoli paesi.

Dalla personale esperienza di “Convento Meridiano” abbiamo imparato che la domanda di cambiamento finisce per scontrarsi con la schizofrenia di chi osserva un pieno di opportunità nel vuoto più totale di visione, interesse e progetti per il proprio comune. Da qui è stato facile immaginare altri luoghi svuotati di senso prima che di abitanti: la cultura e i suoi spazi sono due argomenti molto distanti dalle agende politiche per le aree interne

 

di Guido Lavorgna *

La rigenerazione è un processo di metamorfosi che definisce una nuova configurazione del contesto di riferimento che non prevede un’identità finita ma generativa, interdipendente e in continua evoluzione. In natura la rigenerazione avviene per necessità di adattamento ai cambiamenti ambientali. Nei contesti sociali l’adattamento ai cambiamenti è un processo più lento perché prevede una necessaria capacità di osservazione, lunga e in terza persona, che impone un agire collettivo. In una struttura sociale più o meno articolata, più o meno fragile, la rigenerazione è sempre un processo culturale perché afferente all’intero ecosistema, perché capace di includere e coinvolgere anche chi non partecipa.

In breve, la rigenerazione è un’azione politica di prossimità fondata sulla fiducia che genera cambiamento.

Il tema della rigenerazione urbana è diventato mainstream negli ultimi anni ma il significato che può assumere dipende da tante variabili. In un progetto di rigenerazione coesistono uno spazio (pubblico/privato) che, riqualificato o meno, diventa luogo e le parti attive e consapevoli di una o più comunità che attivano il processo. È sull’equilibrio tra questi due elementi che si gioca la differenza di approccio tra un progetto di rigenerazione l’altro.

Nelle istituzioni più tradizionali l’azione di riqualificazione di un bene non per forza corrisponde a una visione sulla sua destinazione d’uso o più precisamente sulla funzione sociale che l’infrastruttura potrebbe avere perché i progetti nascono da bandi e opportunità di finanziamento e quasi mai hanno tempi di sviluppo per poter ascoltare/accogliere i bisogni delle comunità. Contestualmente, quando le comunità hanno dei bisogni (talvolta non chiaramente espressi) e si aggregano per tentare progetti di rigenerazione, può capitare che le istituzioni tradizionali non favoriscano il processo per il limite (di sordità prima e cecità dopo) nel non riuscire a concedere spazi per tempi lunghi almeno quanto vale il recupero di un investimento per la riqualificazione e riattivazione del bene (15/20 anni).

La contraddizione dentro
La prima di copertina del libro

Franco Cassano

La contraddizione dentro 

Editori Laterza, 2022

 

«La contraddizione è forse la forma di esperienza più acuta della propria insufficienza e precarietà, anche se l'esperienza di tale insufficienza  e precarietà significa che si sta nel mondo  e, vorremmo dire, nel cuore del mondo»

 

§§§

 

L'ultimo scritto

di uno dei più originali intellettuali del nostro tempo,

un'esortazione al continuo esercizio

della libertà di pensiero

capace di accogliere la contraddizione

insita nel concetto stesso di vita.

La società irrazionale. Il 55° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese/2021
Paul Klee

 

Il rapporto del Censis ci accompagna da decenni, descrivendo il sentire, gli umori, le preoccupazioni del paese. Per la verità si è sempre trattato di una descrizione orientata, corrispondente ai paradigmi del tempo. Ma ciò nonostante capace di cogliere le dinamiche sociali e culturali che covano nel profondo della nostra società.

Negli ultimi anni, gli aspetti che più sono stati messi a fuoco dal Censis erano i processi di spaesamento e di atomizzazione sociale, cui corrispondevano disorientamento, solitudine o paura.

Scorrendo invece il 55° rapporto del Censis presentato nei giorni scorsi emergono due tendenze contrapposte: quella ottimistica (e maggioritaria) della ripresa, che segna una discontinuità rispetto al clima cupo del 2020, laddove gli indicatori - dal numero di persone vaccinate alla crescita del PIL - sorreggono un clima di fiducia riconosciuto anche dagli osservatori internazionali; quella che rivela un crescente deragliamento che il rapporto definisce dell'irrazionalità, laddove si analizzano scetticismi e diffidenza verso i poteri forti.

Sarebbe superficiale ritenere che questa dialettica si possa risolvere considerando che la maggioranza della popolazione è più orientata a guardare con fiducia verso il futuro.

 

Aumentare il PIL o fermare il cambiamento climatico?
Giorgio Parisi

Questo è il discorso che Giorgio Parisi, premio Nobel per la Fisica 2021, ha pronunciato l'8 ottobre 2021, alla Camera dei Deputati in occasione del Pre-COP26 Parliamentary Meeting, la riunione dei parlamenti in vista della Cop26, la Conferenza sui cambiamenti climatici che si terra a Glasgow dall'1 al 12 novembre.

di Giorgio Parisi *

L’umanità deve fare delle scelte essenziali, deve contrastare con forza il cambiamento climatico. Sono decenni che la scienza ci ha avvertiti che i comportamenti umani stanno mettendo le basi per un aumento vertiginoso della temperatura del nostro pianeta. Sfortunatamente, le azioni intraprese dai governi non sono state all’altezza di questa sfida e i risultati finora sono stati assolutamente modesti. Negli ultimi anni gli effetti del cambiamento climatico sono sotto gli occhi di tutti: le inondazioni, gli uragani, le ondate di calore e gli incendi devastanti, di cui siamo stati spettatori attoniti, sono un timidissimo assaggio di quello che avverrà nel futuro su una scala enormemente più grande. Adesso, comincia a esserci una reazione forse più risoluta ma abbiamo bisogno di misure decisamente più incisive.

 

 

Immaginazione civica
La copertina del libro

Futuro presente. Immaginazione civica.

Giovedì 23 settembre, ore 21.00

Le Gallerie di Piedicastello, Trento

[alle 20.15 per chi desidera è prevista una visita gratuita alla mostra/esperienza Spettacolo]

L'autore Michele d'Alena dialoga con Anna BenazzoliGiulia Cutello e Maurizio Napolitano.

 

«Ho scritto un libro non per costruire un modello da copiare, o di presentare un metodo replicabile meccanicamente. L’idea è condividere una mentalità e delle aspirazioni che si sono tradotte in un approccio, in indicazioni operative per attivare collaborazione e prossimità relazionale all’interno di grandi e piccole organizzazioni complesse, per creare alleanze tra comunità, per favorire decisioni condivise, per salvare, rinforzare, formare l’immaginazione e ricreare fiducia.
L’immaginazione civica non è un “algoritmo” applicabile indifferentemente a ogni contesto: è un modo di concepire la politica e la democrazia, e di costruirle. Non ha bisogno di essere adottata burocraticamente, ma richiede di essere sentita, vissuta, e diffusa. Perché solo a partire dall’immaginazione di tutti e tutte è possibile pensare il cambiamento che può rimodellare il nostro vivere insieme.»

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