«Il problema che in primo luogo va risolto, e fallendo il quale qualsiasi altro progresso non è che apparenza, è la definitiva abolizione della divisione dell'Europa in stati nazionali sovrani»<br/> Manifesto di Ventotene

Territorio trentino

Per rigenerare il Monte Bondone
Foto Gianni Zotta Vita Trentina

Causa meteo, l'iniziativa è stata sospesa e rinviata al 19 giugno.

L'ultima iniziativa della tre giorni "Aspettando Terra Madre si svolge domenica 29 maggio 2022, con inizio alle ore 10,00, presso le ex Caserme austroungariche delle Viote sul Monte Bondone, una giornata per "Rigenerare il Monte Bondone". 

Per riappropriarsi di uno spazio di grande valore architettonico, storico e ambientale e per un ripensamento sul futuro del Bondone, come ecosistema che unisce un vasto territorio fra la Valle dei laghi e la Vallagarina, fra il capoluogo e  il lago di Garda.

Parole e sapori, escursioni e conoscenza. Insieme agli esponenti di Slow Food ci saranno:

Alex Benetti, presidente Circoscrizione Monte Bondone;

Giorgio Ianes, vicesindaco di Garniga Terme;

Vincenzo Calì, storico e già direttore del Museo storico del Trentino.

La mattinata si concluderà con una degustazione a cura dei Cuochi dell'Allenza. Nel pomeriggio ci sarà anche una escursione nei prati delle Viote con i nostri botanici che si concluderà con una merenda al Rifugio Viote.

Ecosistemi e nuove geografie. Per un Forum permanente delle Terre Alte
La mappa delle manifestazioni

Nell'ambito della tre giorni (27, 28, 29 maggio 2022) “Aspettando Terra Madre” promossa da Slow Food del Trentino Alto Adige – Südtirol dedicata all'ecosistema delle Terre Alte

Venerdì 27 maggio 2022

ore 18.00, Sala Bookique, Quartiere San Martino - Trento

 

Ecosistemi e nuove geografie.

Per un Forum permanente delle Terre Alte

Nel cuore delle vallate alpine, sugli Appennini, sui monti del Mezzogiorno e delle isole, comunità diverse resistono nelle aree interne e nelle terre alte. Ne emergono nuove geografie fondate sugli ecosistemi. Iscrizioni a slowfoodtaas@gmail.com

Introduce:

Michele Nardelli, Slow Food Trentino Alto adige - Südtirol

Relatori:

Franco Farinelli, già presidente Associazione Geografi Italiani, Università di Bologna (da remoto)

Ugo Morelli, professore scienze cognitive applicate al paesaggio, Università di Bergamo

Raoul Tiraboschi, vicepresidente di Slow Food Italia

Marta Villa, antropologa, Università di Trento

Marmolada, la nostra negazione del limite nella società della performance
Il ghiacciaio della Marmolada

di Giulio Costa *

Azzurro è il colore del vuoto. Esordisce così, durante una seduta di psicoterapia, una mia paziente riferendosi al proprio lutto e al proprio vuoto personale per la recente perdita di un familiare: un dolore che ha visto rispecchiarsi nella voragine di ghiaccio azzurro lasciata dal drammatico distacco del seracco della Marmolada.

Al pari della siccità che da mesi sta colpendo il nostro territorio, la tragedia della Marmolada è diventata nuovo simbolo dell’evidente cambiamento climatico.

Tuttavia, lo sguardo diverso della mia paziente alle fotografie che da giorni riempiono quotidiani, telegiornali e social, mi hanno rivelato come quella voragine rappresenti il nostro umano e contemporaneo rapporto con il limite e la fragilità.

Un baratro fisico, naturale, ma al contempo psichico e sociale. A partire dal Secondo Dopoguerra, abbiamo via via soffocato ogni discorso sulla fragilità, sul dolore e sul senso del limite.

 

In Movimento. Comunità che rigenerano in democrazia
Il manifesto dell'iniziativa

Rilancio questo invito di Federico Zappini che mi sembra davvero importante.

Questo è un invito importante - uno fra i tanti, lo so... - che ha come obiettivo quello di darci l'opportunità di stare un po' insieme, di confrontarci su temi che riteniamo importanti, di interrogarci sulle fatiche della democrazia e della Politica, di cercare connessione per il futuro. L'opportunità ci viene offerta dal convegno/laboratorio che le Acli Trentine organizzano sabato 26 marzo 2022 presso la Sala in Cooperazione, a Trento, dalle 9.00 alle 17.00.

Sono felice di aver aiutato nella predisposizione della giornata e credo che sia, dentro un tempo così complicato e doloroso, utile ascoltare e ascoltarsi (la mattina sarà riempita da due tavole rotonde) e confrontarsi, così come avverrà in alcuni tavoli di lavoro pomeridiani.

Un grande albergo alle ex caserme delle Viote? Siamo alle solite...
Le ex caserme delle Viote

Si è riaperta nei giorni scorsi la discussione sul futuro delle ex caserme austroungariche delle Viote, sul gruppo montuoso del Bondone in Trentino, per l'annunciata intenzione da parte della Provincia Autonoma di Trento di alienare questo importante patrimonio pubblico destinandolo ad un utilizzo alberghiero.

Qualcuno potrebbe affermare che considerato l'attuale stato di abbandono del nucleo principale delle vecchie caserme adibito a suo tempo a Centro di Ecologia Alpina e di degrado per la parte delle caserme che nel corso degli anni non ha conosciuto che minimi interventi conservativi, si potrebbe giustificare l'alienazione di questo patrimonio. Ma non ci si rende conto che in questo modo si darebbe il là ad un nuovo capitolo di una vecchia storia che per più di mezzo secolo ha visto questo straordinario ecosistema oggetto di mire speculative, dall'insana idea di fare delle Viote il Sestriere trentino (la città in quota) degli anni '50, alla cementificazione dei decenni successivi lungo il versante orientale rivolto verso la città, dal progetto di rilancio degli anni '80 e '90 ancora incentrato sull'effetto piazza e sull'industria dello sci, al Patto territoriale che con le nuove volumetrie ancora rilanciava il modello fallimentare degli anni precedenti. Fino ad arrivare alla più recente proposta di un nuovo grande impianto funiviario capace di collegare la città alla località Vason, come se questa e non un'idea radicalmente diversa fosse la soluzione per uscire da un fallimento pluridecennale.

Un Green Deal per le foreste dolomitiche
Altopiano Marcesina, dopo Vaia

VAIA, DA SCIAGURA AD OPPORTUNITÀ

Un appello della società civile trentina per riavvicinare la comunità alla gestione responsabile del patrimonio forestale attraverso un patto che rilanci l’utilizzo sostenibile delle risorse e tutti gli attori della filiera.

Dal bosco una nuova idea di sviluppo per le regioni dolomitiche.

Sabato 15 gennaio 2022, ore 11.30. Trento, Muse (Sala convegni)

Un “green deal” ovvero un patto per lo sviluppo sostenibile rivolto alle foreste dolomitiche dopo la sciagura di Vaia viene presentato in una Conferenza stampa sabato 15 gennaio 2022 dai rappresentanti della società civile trentina: associazioni del privato sociale ed ambientaliste, rappresentanze del mondo dell’impresa, delle professioni e della ricerca.

La tragedia ambientale di Vaia, si scrive nel documento, deve diventare un’opportunità anche attraverso l’iniziativa dal basso dei cittadini e delle loro rappresentanze.

Non si tratta pertanto di una proposta che intende sovrapporsi a quanto fatto fino ad ora dalle istituzioni nel dopo-Vaia ma che punta a creare nuovi livelli di responsabilità sviluppando consapevolezza ed iniziativa a partire dalle rappresentanze sociali e poi dagli enti intermedi e dalle istituzioni per rilanciare le politiche per la montagna sia in chiave di protezione sia per quanto riguarda uno sviluppo compatibile con i sui delicati equilibri.

Monte Bondone, il collegamento funiviario da solo non basta
Viote, foto_R._Magrone

Una lettera aperta del presidente della Circoscizione Bondone sul futuro della montagna

di Alex Benetti *

La montagna è un luogo controverso e difficile, dove convive lo spirito vigoroso dei fianchi dei rilievi e la fragilità di un ambiente precario. La sua affascinante maestosità ha spesso motivato l’uomo a mostrare la propria superiorità. La sua bellezza è un equilibrio che richiede aiuto, tutela e cautela. Talvolta non occorre immaginare un suo sviluppo perché spesso accade di trovare nei suoi luoghi ciò che occorre per apprezzarla.

Il Bondone è sempre un tema rilevante che periodicamente si ripresenta nei quotidiani provinciali. Nel corso degli anni sono state proposte molte analisi e sono stati ideati molti progetti. Alcuni hanno trovato una vera realizzazione, altri sono rimasti solo sulla carta. I molti interrogativi ai quali non è stato risposto hanno fatto crescere il sentimento che il Monte Bondone possa essere paragonato ad una montagna incompiuta. Negli anni del boom economico si immaginava una montagna vocata al turismo di massa e capace di ospitare i cittadini di Trento in villeggiatura. La Trento Alta che era immaginata a metà secolo è stata un fallimento con il quale oggi dobbiamo confrontarci. Prima di investire in grandi progetti dobbiamo analizzare il territorio, cercando di risolvere i molti punti interrogativi che ancora ci poniamo.

 

leggi | 2 commenti - commenta | leggi i commenti