"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli
Riprendono, finalmente in presenza, le presentazione del libro "Il monito della ninfea. Vaia, la montagna, il limite".
Sabato 8 maggio 2021, alle ore 18.00, nella piazzetta degli Alpini a Lavis (in caso di pioggia nell'Auditorium adiacente).
A parlare del libro (e di quel monito che va ben oltre la tragedia che in una notte di fine ottobre di due anni fa ha spazzato via 42.500 ettari di bosco dolomitico) ci saranno - insieme agli autori Diego Cason e Michele Nardelli - l'antropologo ed ex presidente del CAI Annibale Salsa e il giornalista e vicepresidente delle Acli trentine Walter Nicoletti.
La presentazione è promossa dalla Biblioteca di Lavis e terre d'Adige in collaborazione con la Biblioteca Civica di Mori nell'ambito della manifestazione "Il maggio dei libri".
di Federico Zappini *
(3 aprile 2021) Trento ha nomea, non del tutto immotivata, di posto sonnolento.
E’ paesone di montagna per posizione geografica, clima non sempre mite e tratti antropologici dei suoi abitanti, me compreso. La cosa ha i suoi pregi (molti) e i suoi difetti (non pochi). È contesto culturale non troppo propenso alla sperimentazione, geloso delle tradizioni – anche oltre il valore assoluto delle tradizioni stesse - piuttosto abitudinario negli atteggiamenti e nella progettazione. Chi lascia la strada vecchia per la nuova … eccetera eccetera.
Le abitudini, lo sappiamo, ci aiutano a orientarci e a mantenere l’equilibrio. Ci mettono al riparo dalle temperie della complessità che ci circonda. Se si irrigidiscono troppo però rischiano di trasformarsi in conformismo, il sentimento meno generativo a cui ci si possa affidare. La creatività – al contrario – trova carburante vitale proprio nella rottura degli schemi, nelle espressioni meno concilianti della fantasia e del desiderio, nel curioso percorrere le strade meno battute. Per questo motivo diffida delle ripetizioni, dei vincoli, delle formule preconfezionate. Esercita – è questa la sua più grande ricchezza – la ricerca e l’innovazione. Lascia briglia sciolta all’immaginazione.
Il cinema Astra si inserisce (uso volutamente ancora il tempo presente) nella mappa, ricca ma non ricchissima, di esperienze che a questo modo di essere e fare cultura dedicano la propria attività quotidiana.
Cari delegati, cari soci
è convocato il Congresso dell’Associazione Regionale Slow Food Trentino Alto Adige Sudtirol per il giorno 14 aprile 2021, alle ore 20.00, con modalità di svolgimento della seduta in videoconferenza con lo strumento denominato Zoom.
Il Congresso Regionale viene convocato sulla base dei seguenti punti all’Ordine del Giorno:
1) Nomina della Presidenza Congressuale;
2) Nomina del Segretario verbalizzante;
3) Relazione del Comitato Esecutivo Regionale sull’attività svolta;
4) Presentazione e approvazione del rendiconto economico finanziario 2020 (allegato alla presente convocazione);
5) Discussione sulle tematiche associative in prospettiva del Congresso Slow Food Italia con il supporto del materiale inviato da Slow Food Italia e presentazione della squadra candidata e del programma per il Comitato Esecutivo Nazionale per il mandato 2021-2025;
6) Presentazione delle candidature per il Comitato Esecutivo Regionale che si incaricherà di guidare quanto deciso al punto 5 e programma di mandato 2021-2025 (allegato alla presente convocazione);
7) Elezione Comitato Esecutivo Regionale, con relativo documento politico-programmatico e collegata proposta di eventuali membri del Consiglio Nazionale (e relative riserve);
8) Elezione del listino dei delegati e relative riserve al Congresso Nazionale;
9) Varie ed eventuali.
Nell'ambito del percorso "L'orizzonte - Una piazza virtuale" promossa da Claudio Voltolini come proposta di confronto e di condivisione di idee, giovedì 25 marzo 2021, alle ore 20.30, sulla Piattaforma Zoom, si svolgerà la seconda conferenza dal titolo "Balcani, il cuore inascoltato dell'Europa". A dialogare con i presenti sarà Michele Nardelli, fondatore di Osservatorio Balcani Caucaso.
«Nei mesi scorsi si è tornato a parlare dei Balcani a proposito del dramma che si sta consumando da anni lungo la rotta migratoria che attraversa quella regione d'Europa.
Del resto sui Balcani si accendono i riflettori quando scorre il sangue o si consumano tragedie come quella dei migranti, fari che poi vengono spenti quando tutto questo diviene cinicamente ordinaria amministrazione oppure un groviglio che le cronache (e i lettori), nella loro superficialità, faticano a comprendere. E' accaduto così anche per “la guerra dei dieci anni” con cui si è concluso il Novecento europeo...
La scuola degli spiazzi
Come vivremo insieme? Il futuro (e il presente) delle città
Percorsi collettivi di approfondimento e conoscenza
Venerdì 29 gennaio 2021, alle ore 18.00, in diretta sulla pagina FB Libreria “due punti” e il giorno successivo sulla pagina YouTube sempre della “due punti”
Dialogo a più voci con Elena Granata (autrice di Biodivercity, città aperte, creative e sostenibili che cambiano il mondo) e Davide Agazzi (co-autore di https://cittadalfuturo.com/)
Il 2020 pandemico che abbiamo vissuto (e che ancora prolunga i suoi effetti) ha determinato l'annullamento di una miriade di eventi. Tra questi anche la biennale di Venezia di architettura per la quale il direttore Hashim Sarkis aveva immaginato il titolo "Come vivremo insieme?". Speriamo sia possibile visitarla quest'anno.
Era una domanda ben posta e che riguardava ognuno di noi, abitanti di città medie, lavoratori pendolari nei contesti metropolitani o appassionati attivatori delle aree interne. Lo é ancora più oggi dopo che l'esperienza di Covid19 ha modificato radicalmente le abitudini del presente e le condizioni per immaginare il futuro.
di Michele Nardelli
Attraversare le aree colpite dalla tempesta Vaia era come realizzare un'indagine sul nostro tempo. Solo questo avevo abbastanza chiaro quando poco più di un anno fa ho chiamato Diego Cason per andare a visitare quel che rimaneva dei boschi devastati delle Dolomiti bellunesi.
Il triste spettacolo che già avevo visto sulle montagne del Lagorai e nelle Valli di Fiemme e di Fassa in Trentino si ripresentava nel Comelico, nell'Agordino o nel Cadore, con la percezione sempre più nitida che quanto stavamo osservando rappresentasse, nel suo carattere inedito nelle valli dolomitiche, una nuova frontiera di quella ricerca che andavo svolgendo da tempo nel “Viaggio nella solitudine della politica”.
Tanto da dedicarvi qualche mese più tardi un vero e proprio itinerario fra Trentino e Friuli, passando per il Sud Tirolo e la provincia di Belluno, attraverso i 42.525 ettari della devastazione dell'ottobre 2018, lungo quel limes che nel trascorrere dei mesi andava accomunando la tempesta Vaia all'acqua alta a Venezia, lo sciogliersi dei ghiacci dell'Artico o della Marmolada al fuoco che devastava (e ancora sta devastando) l'Australia, il formarsi inarrestabile di immense magalopoli e l'insorgere di insidiose patologie come il coronavirus... a pensarci, facce diverse della medesima insostenibilità.