"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli
(14 maggio 2010) Si tiene oggi la riunione straordinaria del Consiglio Provinciale sull'acciaieria di Borgo Valsugana. Tema che abbiamo più volte trattato in questo sito. Dopo l'intervento di Piergiorgio Cattani di qualche giorno fa, oggi ospitiamo quello di Francesco Prezzi, che affronta il tema dell'inquinamento del territorio offrendo un particolare contributo relativo tanto agli aspetti relativi al metodo di analisi come all'inquinamento storico dell'area della Bassa Valsugana.
di Francesco Prezzi
Accadde spesso che dei tecnici abbiano una visione riduzionista dei fenomeni ambientali. Troviamo infatti medici, chimici, ingegneri, architetti, giuristi e giornalisti che affrontano i problemi partendo loro specifico (o dal loro naso) commettendo degli errori macroscopici. E' tipico dei riduzionisti dogmatici far deduzioni elementari, ma i grandi scienziati ci hanno insegnato l'uso del dubbio come metodo invitando ad evitare le deduzioni meccaniche. Ci hanno pure insegnato che non basta una semplice rilevazione di dati, ma che occorre sempre avere un campione di controllo. Ci hanno insegnato la catalogazione, l'enumerazione, la costruzione d'insiemi e diagrammi per individuare relazioni specifiche tra un fenomeno e l'altro. Occorre analizzare dunque i problemi sotto tutti gli aspetti, in tutti i particolari e partendo da tanti punti di vista. La ripetibilità e la misurabilità dell'esperimento sono condizione necessaria per affermare l'esistenza di relazioni conseguenti.
di Michele Nardelli
(4 maggio 2010) E' l'impressionante numero delle piattaforme petrolifere presenti nel Golfo del Messico, analoghe a quella esplosa nei giorni scorsi e che ogni giorno vomita nel mare milgliaia di barili di petrolio provocando una delle più gravi catastrofi ambientali della storia. Il grafico pubblicato dal Corriere della Sera del 1 maggio e che qui riportiamo ci racconta di come l'uomo abbia ormai oltrepassato ogni limite. Le immagini della marea nera in uno degli ecosistemi marini più importanti degli Stati Uniti fanno il paio con l'impotenza nel fermare il disastro e con l'arroganza delle società petrolifere che, assicurano, pagheranno il danno. Come se la natura e la vita potessero venir monetizzate.