"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli
C'è già un primo dato sul quale riflettere: il calo netto del numero dei votanti
(28 ottobre 2013) La tanto attesa domenica elettorale si è conclusa facendo già registrare un dato significativo: ha votato solo il 62,81% degli aventi diritto (cinque anni fa erano stati il 73,13%). Un dato su cui riflettere, al di là dell'esito del voto.
Un imperativo per la politica, che dovrebbe interrogarsi sui propri legami sociali e sulla sua capacità di entrare in comunicazione con la propria comunità (e magari di avere qualcosa da dire). Un imperativo anche per tutti gli altri corpi intermedi (sul loro rapporto con le istituzioni politiche come sulla loro capacità di svolgere un ruolo di natura pedagogica). E, infine, una necessità di autocoscienza per le nostre stesse comunità, per le istituzioni dell'autonomia come per le singole persone, che dovrebbero interrogarsi sulla formazione delle classi dirigenti ma insieme anche sull'apprendimento di un senso civico diffuso.
Al traguardo, caro Michele.
Se fossi un'elettrice trentina, voterei per te. Per ragioni antropologiche, direi, prima che politiche o affettive. Perché ritengo tu sia un uomo libero sul piano dell'esistenza individuale, e dunque in grado di dare vita, come hai dimostrato nel precedente mandato, ad un intelligente quanto appassionato agire politico istituzionale.
Un agire politico che, ricercando, costruisce Polis, anziché alimentare percorsi particolaristici e personalistici che - anche nelle forme più raffinate o carismatiche - dominano la scena. Un agire politico che intreccia pensiero e azione, con radici nel passato, ma con lo sguardo saldamente volto al presente e al futuro. Che si cimenta con la necessità e il rischio di generare, in un tempo di incerto transito, nuovi ordini, piccoli e grandi, di co-esistenza civile. Che privilegia il modo (come) intrecciato al contenuto (cosa) dell'azione istituzionale. Un agire politico che si confronta, infine, con la responsabilità e il potere attraverso un orientamento preciso: la consapevolezza dell'‘umano, troppo umano'. Dentro e attorno a sé.
Per questo, caro Michele, dall'autunno della mia città, oggi tanto elegante quanto socialmente sofferente, tifo forte per te.
Silvia Nejrotti, Torino
Negli ultimi giorni alcuni commentatori hanno azzardato un parallelo fra Renzi e Grillo. Naturalmente una sovrapposizione fra i due personaggi è molto improbabile, data la diversità delle origini politico-culturali e soprattutto del contesto in cui operano, il primo all'interno di un grande partito di governo, il secondo alla guida di un movimento espressione dell'anti-politica.
Tuttavia, da un punto di vista strettamente metodologico e con riferimento al modello di democrazia che i due esprimono, alcuni punti di assonanza sono rinvenibili e quindi il parallelo diventa possibile. Vediamo perché.
(25 ottobre 2013) In questo passaggio difficile della vita politico amministrativa trentina, vorrei esprimere la gratitudine e la riconoscenza della gente di Palestina per l'impegno che la vostra comunità non ha mai fatto mancare verso di noi.
Di questo impegno Michele Nardelli è stato spesso l'anima, tanto sul piano della sensibilizzazione dell'opinione pubblica, quanto nei rapporti con le istituzioni e, negli ultimi anni, in particolare attraverso l'azione del Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani.
(a cura dell'ufficio stampa del Consiglio provinciale)
Ugo Rossi è il nuovo presidente della Provincia autonoma di Trento. Alla coalizione di centrosinistra autonomista che lo aveva candidato alla guida della Giunta provinciale sono andati 144.609 voti espressi ieri dai 261.795 elettori, pari al 58,12%.
Chi entra (o rientra dopo anni).
Sono ben 21 i volti nuovi (ma alcuni non del tutto) che dopo queste elezioni entrano in Consiglio provinciale. Si tratta di Giuseppe Detomas dell'Unione autonomista ladina (Ual); di Gianpiero Passamani, Pietro Degodenz e Mario Tonina per l'Upt; di Donata Borgonovo Re, Alessio Manica, Violetta Plotegher e Lucia Maestri per il Pd; Diego Moltrer, Walter Kaswalder, Lorenzo Baratter, Graziano Lozzer, Chiara Avanzo e Luca Giuliani del Patt; Silvano Grisenti (ma il suo è un ritorno) e Marino Simoni per Progetto Trentino; Maurizio Fugatti per la Lega Nord Trentino (che era però stato eletto anche cinque anni fa quando aveva rinunciato dopo la prima seduta per un seggio di parlamentare alla Camera dei deputati); Filippo Degasperi e Manuela Bottamedi del Movimento cinque stelle; infine, Giacomo Bezzi per Forza Trentino (ma anche per lui si tratta di un ritorno, avendo anche ricoperto il ruolo di presidente del Consiglio provinciale in seguito alle elezioni provinciali del 2003 per poi optare per un seggio in Parlamento). Resta infine da vedere se il candidato presidente Diego Mosna deciderà, dopo essersi consultato con la sua coalizione, di impegnarsi come semplice consigliere all'interno dell'assemblea legislativa.
(30 ottobre 2013) Il day after mi scombussola un po'. Le telefonate e i messaggi di stima fanno piacere ma la sconfitta personale brucia, non ci sono attenuanti. Molte le giustificazioni, certo. Potrei elencarle una ad una, ma il dato di fondo è che almeno la metà delle persone che mi avevano dato la loro fiducia cinque anni fa hanno scelto di togliermela. Nel 2008 avevo preso 2.599 preferenze, domenica scorsa sono diventate 1.911. Cinque anni di lavoro in Consiglio Provinciale, le leggi importanti che ho portato a casa, le iniziative ambientali, il Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani credo che un po' di voti nuovi siano venuti e allora questo significa che più della metà delle persone che mi avevano dato fiducia cinque anni fa non si sono sentite ben rappresentate.
Inizia così il "manifesto delle tre T", una proposta di appello trasversale del centrosinistra autonomista trentino per un cambio di rotta nel rapporto fra agricoltura, paesaggio, salute...
Fra gli estensori e firmatari dell'appello Michele Nardelli.