"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

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Lampedusa approdo sicuro, un documentario
Barche, Lampedusa

Verrà trasmesso domenica 11 agosto 2013, ore 9.45 su Rai Tre a diffusione regionale, nell'ambito del programma "Tapis roulant", il reportage di Paola Rosà e Antonio Senter "Lampedusa approdo sicuro".

Il filmato, girato dal 12 al 16 aprile scorso durante il viaggio organizzato dal Comitato Non laviamocene le mani in collaborazione con Forum trentino per la pace e i diritti umani e Museo della Guerra di Rovereto, che ha portato a Lampedusa la classe 5a B informatica dell'Istituto "Marconi" di Rovereto, restituisce le voci dei lampedusani che ai ragazzi raccontano i veri problemi dell'isola. Un road-movie in presa diretta, fotografia di Antonio Senter e montaggio di Paola Rosà, per ascoltare il sindaco Giusi Nicolini, il comandante della guardia costiera Giuseppe Cannarile, il parroco don Stefano Nastasi, la coordinatrice della riserva naturale Elena Prazzi, l'avvocato Paola La Rosa, e guardare alla frontiera meridionale d'Europa con occhi diversi.

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Territoriali ed europei. La summer school prende il via venerdì promeriggio
Malga Kraun

Nuovi paradigmi per abitare il presente

Monte di Mezzocorona (Trentino), 23, 24, 25 agosto 2013

Sono già più di quaranta le persone che si sono iscritte alla Summer school promossa da Politica Responsabile in collaborazione con i Giovani Democratici

Se oggi la politica è in grave difficoltà, questo non è semplicemente il risultato del venir meno delle tradizionali forme di comunicazione fra i cittadini e le istituzioni. La crisi dei corpi intermedi è in primo luogo riconducibile alla fatica di sguardo verso una realtà in rapida trasformazione, all'elaborazione di un pensiero - per usare la bella espressione di Hannah Arendt - in grado di essere "presenti al proprio tempo".

Il programma della Summer School

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Dieci anni fa ci lasciava Massimo Gorla. Un ricordo.
Massimo Gorla e Emilio Molinari in vacanza

(20 gennaio 2014) Nei giorni scorsi ero a Milano. Nessun appuntamento politico, semplicemente una cena fra vecchi amici a casa di Joan Haim. Nulla da festeggiare, nemmeno un motivo specifico se non il desiderio di incontrarci dopo un po' di tempo, rivedere Emilio Molinari dopo l'ennesima prova a cui è stato sottoposto, sentire che quella comunità di sguardi della quale siamo stati parte – pur nell'opacità del tempo – mantiene ancora una sua vivacità. Riuscendo persino a non mandarci a quel paese.

Era passato il giorno di Natale, in quel dicembre di dieci anni fa. Proprio a casa di Joan cenammo con Massimo, un po' malandato, certo, ma niente lasciava presagire che quello sarebbe stato il nostro ultimo abbraccio. Stavamo partendo per Città del Messico e nemmeno il tempo di rientrare che già Massimo ci aveva lasciati. Nella sua poltrona, come avesse deciso che era ora di staccare la spina.

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Un bilancio che vorrei condividere
Approdi

Se volete condividere una riflessione sul presente e sul futuro della politica trentina, a cominciare da un primo bilancio della legislatura e del mio lavoro in Consiglio provinciale, l'appuntamento è per venerdì 9 agosto 2013, alle ore 17.30. Vi aspetto nella nostra casa di Cadine, in via delle Camalghe 9. Si tratta di un primo incontro preliminare in attesa di un incontro con tutti gli amici e sostenitori che vorrei realizzare nei primi giorni di settembre.

Un primo bilancio di questa legislatura

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Il PD di Novara. Perché no agli F35
F35

(agosto 2013) Riporto un interessante documento elaborato dal PD novarese sulla questione F35. La provincia di Novara è l'area interessata per l'assemblaggio dei cacciabombardieri e molto si è detto, fra i fautori di questa scelta, sulle ricadute sull'economia. Vecchi argomenti, triti e ritriti, ma ora anche demoliti da questa analisi, puntuale e stringente. 

Documento d'analisi e d'indirizzo sul sistema d'arma F-35 del Coordinamento del Partito Democratico di Novara

Premesso

- che ogni modello di difesa nazionale deve uniformarsi ai dettami ed ai contenuti della Costituzione italiana vigente, in modo particolare agli articoli 11 e 52 nonché alla sentenza della Corte Costituzionale n. 164/85 ed alla Legge 331/2000 con relativi decreti operativi.

- che non è più rinviabile l'impostazione di una politica estera e di sicurezza a livello europeo, presupposto,  all'unione monetaria, di una vera unione politica;

- che occorre operare per la costruzione di una Difesa europea integrata in grado, da una parte di razionalizzare i costi nel settore dei singoli Stati liberando ingenti risorse da impegnare nello sviluppo e nello stato sociale e, dall'altra di creare uno strumento che, pur nel rispetto degli attuali accordi internazionali, sia in grado di operare in piena autonomia per assicurare "pace e giustizia fra le Nazioni" sotto l'egida delle "organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo";

- che in questo quadro vanno fatte diverse valutazioni in ordine alla revisione dello strumento militare italiano rendendolo comunque sostenibile,  senza  intaccarne pesantemente l'efficacia operativa;

- che le mozioni recentemente approvate alla Camera ed al Senato vanno verso un periodo di profonda riflessione di sei mesi e non hanno dato nessun via libera definitivo al programma visto nella sua globalità, ancorché restino ambiguità sulla  precisa entità numerica degli acquisti  già effettuati  e programmati;

- che l'inizio del primo assemblaggio alla FACO di Cameri è una pura coincidenza temporale dovuta ai contratti già siglati per una parte non significativa dell'intero programma;

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Verso un partito territoriale ed europeo
Michele Nardelli

(8 agosto 2013) In un'intervista sul Corriere del Trentino di oggi, il consigliere provinciale del PD del Trentino Michele Nardelli spiega l'idea di un progetto politico insieme territoriale ed europeo. Per questo è necessario ricercare risposte alte alla crisi della politica ma anche delle sue forme: nuove sintesi culturali e soggetti politici locali in reti sovranazionali.

L'intervista sul Corriere

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In un paese normale...
Un italiano

(2 agosto 2013) Come ha detto in queste ore Vittorio Zucconi, "in un paese normale Silvio Berlusconi verrebbe espulso dal Parlamento".

La condanna definitiva per aver truffato lo stato e dunque i cittadini avrebbe dovuto mettere la parola fine alla parabola politica del Cavaliere.

E invece così non è. Ieri sera attraverso tutte le reti radiotelevisive questo truffatore è di nuovo entrato nelle case degli italiani e gli italiani sono stati ad ascoltarlo come se si trattasse di un perseguitato politico.

Ovviamente spero di sbagliarmi, ma ho la sensazione che il suo consenso - nonostante i tre gradi di giudizio lo attestino come un delinquente - sia cresciuto.

Silvio Berlusconi ha vinto in questi anni perché ha saputo parlare ad un paese che gli assomigliava molto. E' stato così anche in passato, quando le piazze erano piene di gente che inneggiava alla guerra e allo spazio vitale per l'Italia. L'Italia non è un paese di creduloni, che si sbagliano a votare. Votano (o non votano) per quello che sono e che pensano.

Tutto questo ci racconta di un paese incapace di fare i conti con se stesso. E di una politica che, nel rincorrere la ricerca del consenso, non sa immaginare un paese normale.

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