"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli
Ogni anno, migliaia di persone, studenti da tutto il mondo vanno in visita ai campi di sterminio di Auschwitz/Birkenau.
Ma cosa e come può insegnare la visita ad un luogo "invisitabile", un luogo di morte, una fabbrica di morte, se non generare spesso sensazioni di tristezza, di rabbia, di colpa, di impotenza? Come può affinare i nostri comportamenti sui conflitti e su quello che sta succedendo oggi nel mondo?
Ricordare ha senso solo se la memoria modifica le nostre scelte di fronte agli eventi drammatici che sconvolgono la nostra realtà. Ma perché si sono ripetuti allora tanti Auschwitz, perché ieri come oggi si sono eliminate e distrutte le differenze, violentati i diritti e le dignità?
Nell'ambito del percorso annuale "1914-2014. Inchiesta sulla pace nel secolo degli assassini", il Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani, in collaborazione con Gruppo culturale U.C.T. presenta
Cartolina da Auschwitz – Giornata della Memoria 2014
Sabato 25 gennaio 2014, ore 20.30
Cafè de la Paix, Passaggio Teatro Osele, Trento
"Auschwitz is my teacher"
Un documentario di Katia Bernardi. Prodotto da Provincia Autonoma di Trento (50 min.)
Al termine della proiezione dialogo con l’autrice.
(marzo 2014) Presentato a Trento presso il Café de la Paix il programma di iniziative "Afghanistan 2014". Quattro gli appuntamenti nel mese di marzo su altrettanti spaccati di un paese - l'Afghanistan - in guerra da quarant'anni ma ...che non ha mai smesso di immaginare un futuro diverso. Un film, la presentazione dell'Atlante delle guerre, il festeggiamenti per il Nowruz ed un confronto su quel che potrà accadere in Afghanistan nel 2014, con le elezioni e il ritiro del contingente internazionale.
(26 dicembre 2013) L’ennesima protesta estrema messa in atto ieri da 8 migranti detenuti nel Cie di Ponte Galeria è su tutte le prime pagine dei quotidiani. Le centinaia di visite svolte da associazioni, parlamentari e operatori degli organi di informazione hanno ormai portato alla luce molto bene la disumanità di strutture che limitano la libertà personale di persone che non hanno commesso alcun reato.
Un appello per la chiususra dei centri CIE (Centri di identificazione ed espulsione)
La relazione del presidente del Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani a conclusione di un'esperienza bella e stimolante durata cinque anni
Trento, 14 dicembre 2013
di Michele Nardelli
La pace oggi
(15 dicembre 2013) Solo qualche anno fa il movimento per la pace veniva descritto come una sorta di superpotenza mondiale. Non ho condiviso allora quella descrizione, ma dandola per buona solo per un attimo, oggi non ci rimarrebbe altro che prendere atto di come quella “forza” abbia mostrato tutti i suoi limiti. E non mi riferisco solo a quanto sia flebile la sua voce, pur in presenza di conflitti acuti, ma alla sua capacità di produrre analisi, riflessione, capacità di sguardo al di là della risposta alle emergenze. Ovvero nell'esprimere una propria agenda di lavoro attorno ai grandi temi del nostro tempo.
La stessa interessante esperienza dei “Forum sociali mondiali” ha mostrato alla lunga la propria inadeguatezza, trovandosi regolarmente a rincorrere gli avvenimenti piuttosto che esserne motore, mettendo in evidenza ideologismi e rituali di sempre. Ma soprattutto facendo emergere la profonda contraddizione di una dimensione globale che non riesce a connettersi con i processi reali e il loro tradursi in nuda vita.
di Michele Nardelli
Vorrei evitare di farmi risucchiare nel vortice della solidarietà e della cooperazione internazionale. Non perché lo sguardo sul mondo che ne viene non mi interessi, tutt'altro. E poi ci sono realtà e relazioni che non si possono e non voglio affatto cancellare. Ma perché credo sia bene prendere al balzo le opportunità che la vita ti offre per aprire capitoli nuovi e, già che ci siamo, anche per darsi una calmata, considerato che il concetto di limite riguarda anche le nostre esistenze. Ciò nonostante mi è difficile dire di no a chi mi chiede di portare un contributo di riflessione, oppure all'organizzazione del programma per la delegazione palestinese che il prossimo fine settimana sarà in Trentino a concretizzare gli impegni assunti nell'ambito dello sviluppo rurale o, ancora, a chi mi chiede di tenere una mattinata di formazione sui temi dell'elaborazione del conflitto per i partecipanti ad un viaggio di conoscenza in Palestina.
di Michele Nardelli
Il 27 gennaio è il giorno della memoria. Molte le iniziative che in questi giorni si susseguono per ricordare il giorno in cui l'Armata Rossa entrò nel campo di Auschwitz mostrando al mondo intero le immagini del male assoluto.
L'industria della morte, lo sterminio organizzato di tutti coloro che non facevano parte del disegno che voleva la supremazia di un popolo sopra ogni altro. Sei milioni di donne, uomini e bambini passarono per il camino con la sola colpa di essere ebrei, rom, serbi, malati psichici, intellettuali, omosessuali, oppositori politici, comunisti... Mai nella storia dell'umanità l'uomo era arrivato a tanto.
Ricordare è un dovere, ma non basta. Se vogliamo davvero che la storia non si ripeta occorre interrogarsi su come tutto questo è potuto accadere, comprendere e cambiare. Senza elaborazione, il passato non passa e la storia è destinata a ripetersi.
Con la conclusione della XIV legislatura provinciale volge al termine anche il mandato di questa assemblea e, con essa, del Consiglio della Pace e dei diritti umani e del presidente del Forum.
Anni di lavoro intenso nei quali il Forum ha cercato di essere “presente al proprio tempo” nell’obiettivo di dare all’azione di questo organismo un’impronta non rituale.
Non so dire se siamo riusciti in questo intento e certamente il cuore del prossimo incontro sarà proprio attorno al bilancio sociale e politico di questi cinque anni di lavoro.