"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

Territorio trentino

Montagna, Autonomia, Comunità
L'antica sede della Magnifica, Cavalese

Le ACLI trentine in collaborazione con Italia Nostra propongono

 

MONTAGNA, AUTONOMIA, COMUNITÀ

Un percorso di conoscenza, consapevolezza e proposta sul valore dell’autogoverno delle terre alte

 

Montagna, Autonomia e Comunità rappresentano i tre lati di un unico triangolo al centro del quale c’è il futuro del Trentino. In questi ultimi anni abbiamo assistito alla fine di un ciclo lungo di sviluppo che aveva accompagnato la costruzione dell’edificio autonomistico e a cui era seguito l’avvio di una fase di tendenziale miglioramento delle condizioni relative allo sviluppo economico, sociale e culturale della nostra provincia. Questa fase espansiva si è conclusa con la parabola discendente della globalizzazione dei mercati, dell’emergere della cosiddetta economia di guerra e del declino dell’Occidente.

Emergono oggi nuovi problemi legati alla caduta di competitività della montagna che si accompagnano ai rischi dell’abbandono e dello spopolamento, ma anche dell’omologazione legata alla progressiva cancellazione dei segni identitari, all’inquinamento, alla cementificazione e allo spaesamento delle comunità originarie. Emergono inoltre le nuove sfide che riguardano le modificazioni climatiche che, dopo Vaia e la propagazione del bostrico, indicano la necessità di una riconciliazione del modello
di sviluppo con gli equilibri della natura.

Sostenibilità, riconversione ecologica dell’economia e un radicale cambiamento dei livelli di consumo delle risorse rappresentano le nuove sfide ed insieme le nuove opportunità per i territori di montagna. Sfide che potranno essere affrontate solo se accompagnate da un grande progetto di “ricostruzione” delle comunità locali, dal rilancio della cultura dell’autogoverno e del livello di responsabilità rispetto al futuro delle nuove generazioni. È in questo quadro e in questa prospettiva che è possibile è doveroso ragionare sul futuro dell’Autonomia trentina, questione che non può essere delegata ad una mera operazione di difesa istituzionale e finanziaria, ma che deve essere rilanciata con consapevolezza attraverso una nuova stagione di impegno partecipativo.

MUTI
La locandina dell'evento

Nell'ambito del progetto relativo alla violenza sulle donne "Non ti scordar di me"

proponiamo un'azione teatrale, un difficile esperimento:

 

"Mettere tre uomini allo specchio.

Mettergli un microfono alla bocca.

E farli parlare

di fatica, incompletezza, disequilibri.

Parlare di donne, di desideri, di tenerezza.

Parlare di pregiudizi, di offese, di essere maschi".

 

Domenica 10 marzo 2024, ore 18.00

Gardolo - Trento, Teatro Gigi Cona, via Soprasasso 1

Sabato 24 febbraio, una fiaccolata per il Cessate il fuoco
Il manifesto della fiaccolata

Per sovvertire la logica distruttiva della guerra e della corsa agli armamenti, la Rete Italiana Pace e Disarmo ha indetto, a due anni dall'invasione russa dell'Ucraina, una Giornata nazionale di mobilitazione.

In questa occasione così importante, anche Trento organizza una fiaccolata per il CESSATE IL FUOCO IN PALESTINA ED IN UCRAINA.

Appuntamento per sabato 24 febbraio 2024, alle ore 17.00, in Piazza Duomo a Trento.

Evento organizzato da Forum trentino per la pace e i diritti umani, CGIL, CISL e UIL del Trentino, ACLI del Trentino, Arci del Trentino e ANPI.

 

Qui l'appello della Rete Pace e Disarmo https://retepacedisarmo.org/.../fermiamo-la-criminale.../

«In cammino nella biosfera»
La locandina degli eventi

A partire dal libro "Inverno liquido", dal 23 al 25 febbraio, una tre giorni di incontri e pensiero fra Comano Terme e la Val di Ledro, in Trentino

L’Ecomuseo della Judicaria organizza anche quest’anno il ciclo di eventi “In cammino nella Biosfera": a febbraio il tema è suggerito dal libro "Inverno liquido. La crisi climatica, le terre alte e la fine della stagione dello sci di massa” (DeriveApprodi, 2023) di Maurizio Dematteis e Michele Nardelli.

Con Michele Nardelli sono previsti due incontri serali (20.30), venerdì 23 febbraio presso la Biblioteca di Ponte Arche (Comano Terme), in dialogo con la zoologa e mediatrice culturale Elisabetta Filosi, e sabato 24 nella Sala Maestro Nando di Bezzecca, in dialogo con la naturalista del Muse Chiara Fedrigotti.

Sabato mattina alle ore 10.00 si terrà invece un incontro dell’autore con i bambini presso la Biblioteca di Comano Terme.

Domenica 25 febbraio nel pomeriggio dalle ore 14.00 è prevista una camminata a Comano Terme, sempre in compagnia dell’autore, guidati da un accompagnatore di media montagna.

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Un carcere diverso è possibile
da https://pontidivista.wordpress.com/

di Federico Zappini *

Affermava Voltaire che “il grado di civiltà di un Paese si misura osservando la condizione delle sue carceri”. E’ una massima che – da quando ho memoria – viene richiamata a mo’ di monito per sottolineare la condizione di precarietà (per usare un eufemismo…) delle carceri italiane.

La si trova utilizzata per denunciare l’inaccettabile sovraffollamento delle strutture detentive (l’Unione Camere penali Italiane ci dice che sono 60.637 le persone oggi detenute a fronte di 51.347 posti ufficiali, dei quali però alcune migliaia indisponibili) o per far riferimento all’alto tasso di recidiva – attorno al 70% per chi transita per le celle italiane – che è il prodotto del fallimento della dimensione rieducativa della pena, che invece è il cuore dell’art.27 della Costituzione.

Parlare della crisi del sistema detentivo italiano diventa ancora più doloroso e urgente nel momento in cui si fanno i conti con il numero di suicidi (l’associazione Antigone ne conta 24 da inizio anno, tre nelle ultime 72 ore, due di ragazzi poco più che ventenni) a cui vanno aggiunti un numero infinitamente più alto di atti di autolesionismo che pratica chi si trova costretto dietro le sbarre.

Che fare allora se la fotografia della situazione è così evidente ed esposta, tanto da rischiare denunciandola senza agire di conseguenza per un suo miglioramento di scivolare nella sterile retorica?

L'impatto del cambiamento climatico sul turismo alpino e sull'industria della neve. Previsioni, effetti e nuovi modelli di sviluppo
Bacino per l'innevamento artificiale

E' questo il titolo di uno dei momenti di conversazione nell'ambito del Corso di formazione promosso dall'Ordine Regionale dei Giornalisti che si svolgerà all'inizio di febbraio a Pozza di Fassa.

Le Alpi sono destinate ad essere più colpite dai cambiamenti climatici della media delle altre aree dell'emisfero settentrionale. Gli effetti del riscaldamento globale rischiano dunque di avere un impatto sul turismo alpino più forte rispetto a quello che subiranno altre zone del mondo.

In particolare, l'innalzamento delle temperature invernali comporterà stagioni sciistiche più brevi e uno slittamento della linea della neve ad altitudini più alte. Meno neve, e soprattutto una presenza della neve sempre meno prevedibile e affidabile, rischia di portare meno sciatori e meno ricavi con un impatto economico sulle stazioni sciistiche dell'arco alpino, dove le comunità locali tendono a essere fortemente dipendenti dai ricavi legati alle attività del turismo invernale.

Da qui anche la necessità di pensare a nuovi modelli di sviluppo e di turismo per le aree di montagna. Anche il settore primario si sta adeguando introducendo colture inedite per le alte quote e utilizzando le ultime tecnologie per far fronte a nuovi scenari. La scarsità di neve, infatti, crea disagi dal momento che si riflette in una minor disponibilità di acqua per i pascoli estivi. In montagna l’attività agricola ha ancora oggi un ruolo rilevante, legato all’economia ma anche alle esternalità positive che produce a livello ambientale e sociale. Nuovi approcci sono quindi necessari per preservare un’attività preziosa e attrattiva per i turisti.

L'incontro è previsto lunedì 5 febbraio 2024, con inizio alle ore 17.30, presso la Sala del Consiglio Comunale di Pozza di Fassa, Piazza de Comun 1.

Alla conversazione partecipano

Diego Scalise, Banca d'Italia

Valeria Ghezzi, presidente Anef (Associazione degli impiantisti)

Michele Nardelli, scrittore e autore del libro "Inverno liquido. La crisi climatica, le terre alte e la fine della stagione dello sci di massa" (DeriveApprodi, 2023)

Diego Coller, presidente Confagricoltura Trentino

Daniele Dezulian, presidete SITC (Società Incremento Turistico Canazei)

Roberta Serdoz (Presidente Gis e vicedirettore Tgr Rai)

 

Un futuro sostenibile per la Panarotta
La locandina dell'evento

Escursione in Panarotta il 27 gennaio per un suo rilancio sostenibile che la renda unica e attrattiva

Ritrovo sabato 27 gennaio ore 10.00 parcheggio impianti Panarotta 2000

 

Sabato 27 gennaio una rete di ventuno associazioni ha organizzato una manifestazione in Panarotta per contrastare la costruzione di un bacino artificiale e per promuovere un turismo alternativo.

Anche quest’anno il comprensorio della Panarotta resterà chiuso ma nonostante questo la montagna resta viva. La presenza di tanti escursionisti e famiglie che ogni settimana raggiungono la Panarotta, nonostante gli impianti chiusi, sono la dimostrazione che un turismo alternativo è possibile. Anziché essere uno dei tanti comprensori sciistici del Trentino potrebbe diventare una località unica nel suo genere vocata ad attività outdoor in montagna e culturali.

Tuttavia, nonostante l’assessore al turismo della Provincia Autonoma di Trento, Roberto Failoni, il 27 giugno scorso abbia definito il comprensorio come una “stazione a fallimento di mercato”, la Provincia intende investire oltre 6 milioni di euro di fondi pubblici per la costruzione di un nuovo bacino artificiale da 20mila mc, nuovo impianto di innevamento e lavori di livellamento delle piste. Questi investimenti pubblici, oltre a non garantire alcuna sostenibilità economica del comprensorio, rischiano di devastare ulteriormente la montagna e di esacerbare il conflitto per l’accaparramento dell’acqua. I bacini artificiali non sono dei semplici “laghetti” ma nascondono grandi impatti ambientali.

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