"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

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La Carta di Santa Cruz
Papa Francesco in Bolivia

Documento finale dell'incontro mondiale dei movimenti sociali con Papa Francesco in Bolivia  (Santa cruz de la sierra, 7/8/9 luglio 2015)

Ringrazio Raniero La Valle per aver inviato ai suoi amici questa risoluzione che riprendo volentieri.

Dopo tre giorni di discussioni, l'incontro Mondiale del Movimenti Popolari ha elaborato il suo documento finale. Hanno partecipato all'evento circa 1500 persone di organizzazioni di 40 paesi. Gli assi dei dibattiti avvenuti tra 7 e 9 luglio sono stati: Terra, Casa e Lavoro. Sintesi di papa Francesco dei diritti fondamentali per i quali i movimenti sociali devono lottare.

Francesco ha partecipato all'incontro giovedi 9 luglio. Nel suo discorso ai partecipanti ha chiesto perseveranza nell'impegno di lotta per cambiamenti strutturali e ha affermato che sono urgenti trasformazioni profonde. E' stata la seconda volta che il Papa ha incontrato i movimenti popolari (la prima è stata nell'ottobre 2014, in Vaticano).

Le risoluzioni finali dell'Incontro, definite Carta di Santa Cruz, sostengono nella stessa linea di Francesco il superamento di un "modello sociale, politico, economico e culturale in cui mercato e denaro si sono convertiti nei regolatori delle relazioni umane a tutti i livelli". Oltre a questo, la Carta affronta la preoccupazione per il degrado ambientale.

 

 

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Una scuola da cambiare
Scuola da riformare

Nei giorni scorsi il quotidiano L'Adige ha ospitato questo intervento di Edoardo Benuzzi sul Disegno di legge sulla scuola che proprio oggi la Camera dei Deputati ha approvato in via definitiva e che tante polemiche ha suscitato. Una posizione che ci richiama alla necessità di entrare nel merito e che ci riporta al dibattito che seguì l'approvazione della LP 5/2006 sull'autonomia scolastica che in Trentino abbiamo positivamente sperimentato in questi anni.

di Edoardo Benuzzi *

Un pieno di critiche, una levata di scudi quasi generalizzata da parte degli insegnanti: non c'è dubbio che questo sia il primo e più visibile effetto del progetto “la buona scuola” di Matteo Renzi. In verità, il progetto ha attirato su di sé rilievi critici non attinenti, vedi la  polemica sui test INVALSI – con relativo boicottaggio – e l'imperitura contrapposizione scuola pubblica-scuola privata[1].

Ma che cosa dice veramente il testo del disegno di legge? Ovvero, che cosa non dice. Per esempio, non ci sono i tagli – 140 mila tra docenti e personale amministrativo – della legge Gelmini. Non c'è la pretesa di un disegno di riforma complessivo della legge 53/2000 di Letizia Moratti.

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Chi sarebbe 'schiavo di antichi tabù'?
Antichi taù

di Michele Nardelli

(5 luglio 2015) In una duplice intervista pubblicata oggi sul Corriere del Trentino, Alessandro Olivi e Franco Panizza parlano delle ipotesi di sviluppo per il Trentino dove la questione del completamento della Valdastico rappresenta una delle questioni – non solo sotto il profilo simbolico – più rilevanti. Stando al vicepresidente Olivi "in Giunta non se ne sarebbe parlato" e secondo il segretario del Patt io sarei "schiavo di antichi tabù", visto che la proposta sarebbe quella di togliere traffico dalla Valsugana. Allora, chi dei due dice la verità? Se non se ne è parlato, da dove salta fuori l'ipotesi di un nuovo tracciato dell'autostrada che uscirebbe a Trento sud?

Tanto le dichiarazioni di qualche giorno fa del presidente Rossi, come le parole di Panizza nell'intervista di ieri, riconoscono che invece l'ipotesi è sul tappeto e che da parte della Provincia Autonoma c'è un cambio di approccio rispetto alle posizioni sin qui assunte dalle precedenti amministrazioni. L'idea dello scambio con la Valsugana non è peraltro un'ipotesi nuova ma fin qui scartata per il semplice fatto che non c'è alcun legame fra le due opere, perché il Trentino negli ultimi anni ha fatto la scelta strategica della rotaia, perché le nostre competenze autonomistiche ci danno gli strumenti per disincentivare l'uso di quell'arteria qualora la superstrada (privata) della Valsugana andasse in porto e infine per il semplice fatto che il traffico sul tratto Trentino della Valsugana è oggi in larga misura generato in loco.

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Valdastico, progetto vecchio e inutile per l'autonomia
autonomia in svendita

di Alberto Sommadossi *

(4 luglio 2015) Le aperture della Provincia autonoma di Trento nei confronti della Regione Veneto, in tema di autostrada della Valdastico, oltre che un grave danno all’economia e alla salute della popolazione, rischiano di provocare una breccia mortale nei confronti del sistema autonomistico trentino.
In gioco non è solo la realizzazione o meno di un tratto di galleria – peraltro dai costi insostenibili visto siamo in tempi di grave crisi – ma il futuro dell’intero “sistema autonomistico trentino”.

L’opzione che si prospetta è quella fra due modelli incompatibili: quello dello sviluppo legato al trasporto su gomma, ormai abbandonato da anni in tutta Europa, e quello dello sviluppo del trasporto su rotaia che rappresenta una priorità per il delicato ecosistema alpino.

 

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La vittoria del no, per l'Europa

(5 luglio 2015, ore 21.53) L'esito del referendum che emerge dallo spoglio dei voti in Grecia è ormai consolidato: il no vince con il 61%, un dato ben oltre ogni aspettativa. E' un'espressione forte di coraggio e di dignità che avrebbe meritato in piazza migliaia di bandiere dell'Europa, non della Grecia.

#FuturaTrentoè…una storia che ha bisogno di un buon primo capitolo

FT bene comune positivo

 

Questa è la traccia dell'intervento di Federico Zappini alla presentazione del progetto FuturaTrento (dal blog di Federico https://pontidivista.wordpress.com/)

 

(1 luglio 2015) C’era un volta… Le favole iniziano sempre così. E’ una consuetudine comunemente rispettata. In questo caso specifico non ci riferiamo ad una favola in senso stretto, anche se – a voler essere ottimisti – si potrebbe pensare di renderla tale, almeno pro futuro. Partiamo dall’origine allora…

Il progetto FuturaTrento nasce da un fortunato incastro di circostanze.

La più generale è collegata strettamente ad una mutazione di contesto che sta segnando il mondo intero, e di conseguenza anche l’Italia. Tutto ciò che raggruppiamo sotto i termine smart city e sharing economy è oggi il paradigma culturale, sociale e economico più efficace e anche, non dobbiamo nascondercelo, più accattivante e di moda per poter immaginare un cambiamento in termini migliorativi delle città che abitiamo, dei nostri stili di vita e addirittura dell’infrastruttura democratica nel suo complesso. L’emersione e l’espansione di un approccio diverso al vivere urbano ha convinto Anci a dedicare un bando (Meet Young Cities) per l’attivazione di buone pratiche sui territori. Il Comune di Trento ha saputo interpretare al meglio le richieste in esso contentute accedendo quindi al finanziamento del proprio progetto intitolato “I giovani si prendono cura degli spazi urbani. Il bello ci salverà.”.

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Sarajevolution. Questa sera a Trento
La Vjesnica, la biblioteca nazionale di Sarajevo

(1 luglio 2015) Questa sera alle ore 20.30 a Trento, presso il Centro di Formazione alla Solidarietà Internazionale (Vicolo San Marco 1) verrà presentato per la prima volta a Trento il documentario "Sarajevolution". Per l'occasione riprendo un report di Andrea Oskari Rossini realizzato per Osservatorio Balcani Caucaso qualche mese fa in occasione della "prima" nella città di Sarajevo, con un'intervista ad una delle curatrici del documentario, Giulia Levi, che questa sera parteciperà alla presentazione in un dialogo con Michele Nardelli e Daniele Bombardi.

 

di Andrea Oskari Rossini                       

 

Il documentario sulla scena culturale di Sarajevo è stato presentato nei giorni scorsi nella capitale bosniaca. Intervista con una delle autrici

Lo storico teatro Sartr ha ospitato venerdì scorso la prima per la Bosnia Erzegovina di Sarajevolution, progetto italo-bosniaco dedicato alla scena culturale sarajevese. Un pubblico numeroso, in prevalenza volti noti del mondo dell'arte, del giornalismo e della cultura della capitale bosniaca, ha accolto con entusiasmo il documentario firmato da Giulia Levi, Marco Rubichi e Federico Sicurella e diretto da Rocco Riccio. La serata è stata introdotta dall'Ambasciatore d'Italia in Bosnia Erzegovina, Ruggero Corrias, che ha sintetizzato felicemente il senso del progetto (“un atto d'amore nei confronti di questa città”), lanciando il mese della cultura italiana che si svolgerà a Sarajevo nel mese di novembre.

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