"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

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Immigrazione. Come uscire da un dibattito saturo?
Foto di Luigi Ottani

 

Queste alcune riflessioni a margine dell’incontro pubblico dal titolo “Frontiere, confini, migrazioni, cittadinanze” alla presenza dell’Onorevole Cecile Kyenge. Nella stessa giornata è stato presentato il Progetto di relazione di cui l’on. Kyenge è relatrice presso il Parlamento Europeo.

di Federico Zappini

(15 marzo 2016) La quantità di informazioni e immagini che quotidianamente ci arrivano dai fronti più caldi delle rotte migratorie finisce per travolgere ogni tentativo di fermarsi a riflettere a fondo sui fenomeni che telecamere inquadrano e taccuini appuntano. Fatichiamo ad andare oltre la cronaca, il dibattito politico e pubblico appare saturo. Film, documentari e inchieste (sempre più numerosi e premiati) costituiscono una fondamentale offerta per la conoscenza. Il tempo dedicato all’osservazione – più o meno attenta, più o meno consapevole, più o meno spettacolarizzita – rischia di fagocitare lo spazio dell’analisi e della comprensione profonda. Di pari passo il profluvio di discussioni – dalle trattative in sede europea ai “confronti” ospitati dai talk show – si muove dentro lo schizofrenico racconto di un’emergenza che non possiede più le caratteristiche (se mai le ha avute) per essere interpretata e affrontata come tale. Se così si può dire, stupisce che ci si stupisca che milioni di persone – con trend in ulteriore crescita – tentino di muoversi da un punto all’altra del pianeta nel legittimo tentativo di migliorare le proprie condizioni di vita.

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Un Brennero che unisce. Le adesioni
Migranti al Brennero

Quello che segue è un appello firmato da numerosi esponenti del mondo politico, sociale e culturale per dire no al ripristino di barriere contro le persone al confine del Brennero. L'appuntamento è sabato prossimo 20 febbraio 2016, alle ore 11.00 per una catena umana sulla linea del vecchio confine.

Riteniamo che l’annunciata intenzione delle autorità austriache di costruire al Brennero una barriera per separare e registrare i migranti, sia incompatibile non solo con l’idea di un’Europa aperta, ma sia anche inconciliabile con il profondo significato anti-nazionalista che è racchiuso nella nostra autonomia speciale. Come ha scritto qualche tempo fa Étienne Balibar: i confini sono sempre meno geografici e sempre più sembrano ritagliarsi la funzione di “frontiere per l’interiorità”, diventando non solo la linea che divide due Stati, ma il luogo nel quali sono in gioco “le concezioni del mondo” e quindi – anche – “le concezioni dell’uomo”. E se in questo modo i confini diventano il punto “in cui bisogna scegliere” – quali i migranti e chi è di casa, quali i cittadini e chi non ha cittadinanza, dove quelli che i diritti li hanno e dove gli altri che invece, solo, li richiedono – il prossimo sabato 20 febbraio alle ore 11 saremo al passo del Brennero per darci la mano, disposti al di qua e al di là di un confine che non vogliamo diventi una linea d’esclusione.

Per aderire scrivere a Giovanni Agostini giovanni.agostini@consiglio.provincia.tn.it (vedi di seguito l'elenco delle persone aderenti)

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Valdastico, il problema è l'indifferenza.
Modello di sviluppo

di Roberto Pinter

(19 maggio 2016) L'annuncio da parte del ministro Delrio dei prossimi cantieri; la condizione posta dagli spagnoli per l'acquisto della Serenissima, cioè la realizzazione della Valdastico; le dichiarazioni del governatore del Veneto e le rassicurazioni del governo provinciale che non c'è un legame con il rinnovo della concessione dell'A22: tutto ciò aggiunge ulteriore confusione al capitolo riguardante la Valdastico. Quella che sembrava la pietra tombale sul vecchio progetto autostradale si svela per quello che è in realtà: cioè il primo passo verso la realizzazione di una strada che sembrava archiviata.

Per la prima volta, dopo che l'opposizione in Trentino e la mancanza di risorse a livello nazionale aveva accantonato il completamento a nord della Valdastico, è stato messo su carta quello che non si vuole ammettere e cioè la disponibilità del Trentino a realizzare una nuova strada che collega il Veneto al Trentino e che ne permetta lo sbocco sull'asta dell'Adige. Non si parla di autostrada ma la Serenissima che ha bisogno della Valdastico per il rinnovo della concessione continua a perseguire il vecchio progetto.

 

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Un piccolo omaggio ad una grande persona, Salman Natur
Salman Natur

 

(18 febbraio 2016) Nei giorni scorsi ha lasciato questo mondo Salman Natur, scrittore e traduttore palestinese, autore di pieces teatrali e militante politico. Era nato a Daliyat al-Carmen, nei pressi di Haifa, nel 1949.

Riprendo qui un piccolo grande racconto di Salman Natur tratto dal libro "Memoria" (Edizioni Q, 2008).

 

Abu Salah

 

Abu Salah ha raccontato che un giorno nel suq di Nazareth ha visto un mercante di buoi di origini rumene:

- Da dove vieni, adon1 Barnabeo?

Mi guardò con sufficienza:

- Sono di Saffuria*. Tu di dove sei?

Abu Salah non esitò a rispondere:

- Io vengo dalla Romania!

Il mister si sorprese:

- Possibile?

- Ascolta, se è possibile che adon Barnabeo venga da Saffuria, perché non dovrebbe essere possibile che adon Abu Salah venga dalla Romania?

Dio ci aiuti a dire la verità.

 

(*Saffuria era un antico villaggio palestinese della Galilea, raso al suolo nel 1948 dai coloni israeliani. Rimangono i segni del cimitero e una piccola chiesa. ndr)

 

1In ebraico nel testo: “signore”. 

 

Brexit, Nizza e Ankara. La fatica di capire
Quando si ascoltava la radio

Un intero universo concettuale sta andando in pezzi. Nessuno dei parametri validi nel Novecento funziona più

di Roberto Esposito *

Perché facciamo così fatica a capire quel che sta accadendo? Forse perché i fatti di queste settimane, dalla Brexit alla Turchia fino al terrore di Nizza e a quello, recentissimo, in Germania, così diversi tra loro, nella portata, negli effetti e nelle cause, hanno un punto in comune: “i fatti” di queste settimane non sono più quelli di una volta. L’idea stessa di “fatto” o di avvenimento è tale perché riusciamo ad inserirla in una cornice di pensiero più o meno consolidata.

Ora quella cornice che ha retto la seconda parte del Novecento non c’è più. L’Inghilterra che ha salvato l’Europa decide di lasciarla, possiamo assistere in Turchia a quello che è stato un golpe democratico contro una democrazia autoritaria, possiamo vedere dei terroristi che non hanno più un rapporto forte con un’ideologia, folle e totalitaria, ma la prendono a prestito, in leasing, per poche settimane, mettendo in gioco il loro corpo, la loro vita.

 

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Il mio omaggio al genio di Eco che sapeva cambiare (e ridere)
Umberto-Eco

Riporto il saluto che oggi Claudio Magris rivolge all'amico Umberto Eco dalle pagine del Corriere della Sera

di Claudio Magris

(21 febbraio 2016) In questo momento non penso solo alla poliedrica genialità di Umberto Eco, ai suoi libri famosi in tutto il mondo, alla sua rara combinazione di creatività letteraria e acutezza analitica. Penso ai nostri incontri, soprattutto anche se non solo agli indimenticabili giorni passati insieme tanti anni fa nella devastata Romania di Ceausescu, alla nostra complicità affettuosamente gaglioffa, alla sua capacità di ricominciare, come stava accadendo con il suo impegno per la fondazione di una nuova casa editrice. Dei suoi libri vorrei ricordare uno che non è il più grande, né il più famoso, ma che mi ha segnato, “Apocalittici e integrati”, un libro scritto molti anni fa ma oggi più che mai attuale per affrontare le incredibili, sconvolgenti trasformazioni del mondo e della vita con libero spirito critico, senza ansiosi e ossessivi rifiuti, e senza servile e passiva acquiescenza. E penso a tante fraterne risate che aiutano a vivere meglio.

Se rinascono le frontiere
Brennero

di Gabriele Di Luca *

(15 febbraio 2016) Purtroppo non è andata come molti di noi speravano. Prima data in modo confuso, contraddittorio, allarmato e allarmante, adesso la notizia è che al Brennero, com’è già accaduto a Spielfeld, il piccolo comune al confine tra Austria e Slovenia, verrà allestita una barriera per contenere il flusso dei profughi. Si tratta della rivelazione che straccia un’illusione cullata a lungo. Recuperandone la nobile espressione originaria, risalente al testo del Manifesto di Ventotene redatto da Altiero Spinelli, parliamo ovviamente della “definitiva abolizione della divisione dell’Europa in stati nazionali sovrani”. A ben guardare un processo sempre e solo annunciato, quindi regolarmente smentito soprattutto allorché ci è parso scontato.

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