"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

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La guerra non è mai finita
Un\'immagine della prima guerra mondiale

 

24 maggio 1915 - 24 maggio 2015

 

 

Nei cinquemilaseicento anni di storia scritta sono registrate quattordicimilaseicento guerre.

 

 

«La guerra non è mai finita» scriveva James Hillman «non finisce quando la signora ben pasciuta festeggia con inni patriottici il giorno della vittoria». (J.Hillman, Un terribile amore per la guerra. Adelphi, 2005)

Richiede, invece, elaborazione, capacità di indagare i conflitti che l'hanno generata, riconoscimento del dolore dell'altro, scavare nella guerra come presenza archetipica e fare i conti con ciò che è difficile ammettere ovvero "la felicità della guerra".

Questo dovrebbe essere il compito di chi ama la pace, non «la pace dell'ingenuità, dell'ignoranza travestita da innocenza».

Alla frontiera e in terra incognita
Una manifestazione della Cgil a Trento

(23 maggio 2015) Nei giorni scorsi Franco Ianeselli è stato eletto nuovo segretario della CGIL del Trentino. Non sto qui a dirvi di quando l'ho conosciuto vent'anni fa e delle impressioni che avevo di questo ragazzo che amava lo studio e la ricerca quando invece dominava l'apparire. Del resto, non si diventa segretario della Camera del Lavoro a trentasette anni in assenza di buone qualità. Quella dote fatta di passione per la conoscenza, lo studio, il “pensare da sé” per Franco è diventata la cifra dell'impegno sindacale e civile, cifra anche politica nel senso più nobile del termine.

Se è vero che la crisi della politica investe l'insieme dei corpi intermedi compreso il sindacato, allora il lavoro di elaborazione del “non più”, di narrazione del presente e di immaginazione del “non ancora” non può che rappresentare l'orizzonte di un sindacato che vuole essere protagonista di questi “tempi duri e difficili” per riprendere un passo della dichiarazione programmatica di Franco Ianeselli (che potete trovare in allegato). Occorre il coraggio della frontiera e l'ebbrezza della creazione politica. Che a Franco, ne sono certo, non mancherà.

Le dichiarzioni programmatiche di Franco Ianeselli

La lettera di rinuncia di Luca Sommadossi
Il pane della Valle dei Laghi, uno dei progetti di rinascita della comunità

Luca Sommadossi è stato negli ultimi cinque anni presidente della Comunità della Valle dei Laghi. Mi permetto di dire un ottimo presidente di una Comunità che in questo tempo ha iniziato a darsi un proprio percorso di riconoscibilità e di autogoverno, attraverso le idee e la capacità di fare comunità, nel coinvolgimento di soggetti sociali che sono diventati i protagonisti di un significativo progetto di rinascita. La sua rinuncia (forzosa) alla ricandidatura rappresenta non solo un fatto negativo che lascia incompleto questo percorso, ma anche il segno di come quella che è stata una delle principali riforme istituzionali in questa terra e che avrebbe potuto dare nuovi poteri ai territori stia venendo affossata. (mn)

 

«Carissimi, la vita è bella perché non è mai scontata e perché si presenta sempre con strade nuove e inedite da percorrere.

Sapete tutti che stavo lavorando alla formazione di una lista a sostegno della mia candidatura per un nuovo mandato da presidente della Comunità della Valle dei Laghi. Una lista che fosse al contempo espressione delle amministrazioni comunali e rappresentativa della società civile con cui avevamo lavorato in questi 5 anni.

Eravamo ormai giunti alle soglie della presentazione (ringrazio tutti quelli che avevano dato la loro disponibilità). Le amministrazioni comunali non hanno sostenuto questa linea e hanno scelto una strada diversa con una nuova lista e un nuovo candidato presidente. Viste le nuove modalità di elezione indiretta tramite i rappresentanti dei consigli comunali introdotte dalla riforma del novembre scorso era chiaro che questo rendeva praticamente pari a 0 la possibilità di continuare in ulteriori 5 anni di mandato e una mia candidatura non avrebbe fatto altro che creare divisione all'interno della Valle senza alcun risvolto positivo.

 

Il programma che avrei presentato

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Tulime incontra Michele Nardelli
Un\'immagine dell\'incontro di sabato scorso

Sabato scorso sono stato a Palermo, invitato dagli amici di Tulime, ong che opera in diverse aree del mondo e che ho conosciuto qualche anno fa nel contesto della presentazione del libro "Darsi il tempo" a Parma. Un caldo pomeriggio estivo, un pubblico di giovani e meno giovani, il desiderio di porsi domande alte, il mio andare a ruota libera nella riflessione su questo tempo che non sa fare tesoro del passato, la necessità di cercare risposte non scontate. Giulia Raciti, una delle giovani partecipanti, ne ha scritto questo resoconto per fissare nella memoria le parole chiave della nostra conversazione. E che ringrazio di cuore.

 

di Giulia Raciti

 

"In questo progresso scorsoio

non so se vengo ingoiato o se ingoio" (Andrea Zanzotto)

 

E' questa la frase che meglio penso possa sintetizzare l'incontro che i soci e gli amici di Tulime hanno avuto con Michele Nardelli. Il 6 giugno, presso i locali dell'Associazione Next, coloro che più sono vicini all'associazione e al suo impegno si sono riuniti, in un afoso sabato pomeriggio palermitano, per dare il benvenuto a Michele. Alcuni di noi lo conoscevano già, altri, come me, lo avevano soltato sentire nominare, associato a quel "Darsi il Tempo" che tanto ha ispirato e ispira l'azione di Tulime e il suo "modo" di fare, di concepire, di pensare la cooperazione.

E' proprio a partire da un lontano incontro nella città di Parma che la Cooperazione di Comunità diventa allo stesso tempo principio e mission di Tulime, un pensiero al quale l'associazione non dimentica mai di volgere lo sguardo durante l'organizzazione della sua vita associativa, nel suo modo di pianificare, di coordinare e di valutare gli interventi sia nel territorio che nei paesi del Sud del mondo, nel coltivare con pazienza i semi di una cooperazione che segue un modello nuovo, vicino alle comunità con le quali si entra in relazione. 

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Il valore delle parole, la fatica del guardare oltre
La città del Festival

Il Festival dell'economia compie dieci anni

 

di Michele Nardelli

 

(30 maggio 2015) Il festival dell'economia è giunto alla sua decima edizione e non c'è dubbio che si sia trattato di una manifestazione di successo per le decine o forse centinaia di migliaia di persone coinvolte, per la qualità degli interlocutori coinvolti, per l'immagine di questa terra ed infine anche per l'indotto che ne è venuto attraverso il turismo culturale che rappresenta oggi uno dei segmenti più interessanti dell'economia locale.

Pensiamo al valore prodotto nel corso degli anni dalle proposte museali, dal Mart al Castello del Buonconsiglio, dal Museo storico del Trentino a Castel Thun, dal Filmfestival internazionale della Montagna al Festival dell'economia, per arrivare all'esplosione (di visitatori e di idee) in questo primo anno del Muse. Potremmo affermare che grazie alla cultura (e agli investimenti che l'autonomia le ha saputo riservare) il Trentino ha saputo reggere la sfida del tempo e dei cambiamenti di fondo che chiamiamo crisi.

Nel delirio del fare, emerge il valore della parola, della conoscenza, della relazione. Anche quando, le parole faticano a delineare nuovi pensieri e scenari. Vorrei dire che se in questi dieci anni di festival dell'economia qualcosa non ha funzionato come avrebbe dovuto è proprio questo aspetto, peraltro non marginale: la capacità di visione.

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Lettera aperta a Papa Francesco
Il ponte di Mostar quando venne abbattuto

 

Papa Francesco è a conoscenza del fatto che sarà ricevuto a Sarajevo dalle stesse persone che hanno dato il benvenuto e hanno glorificato i criminali di guerra?

Un gruppo di intellettuali bosniaci si rivolgono con una lettera aperta a Papa Francesco in vista dell'imminente visita in Bosnia Erzegovina

 

Caro Papa Francesco

Siamo profondamente incoraggiati dalla Sua prossima visita nel nostro Paese. Siamo rincuorati dall'annuncio della visita in quanto convinti che la Sua presenza  contribuira alla crescita di semi del bene e al consolidamento della fraternità e della pace, e ci siamo per questo motivo presi la libertà di rivolgerci a Lei. Come cittadini della Bosnia-Erzegovina, vorremmo condividere con Lei qualcosa che forse non sentirà dai nostri politici e funzionari. Ci rivolgiamo rispettosamente alla Vostra Santità per metterla a conoscenza di alcune questioni che riteniamo di cruciale importanza per la Bosnia-Erzegovina e per la gente che vi abita.

Catholic News Agency ha accompagnato l'annuncio della Sua visita con la seguente affermazione: "(Sua Santità) sarà presente in una nazione segnata da una grande diversità etnica e religiosa, che è stata utilizzata come un fattore chiave nella recente guerra nel Paese." Troviamo questa frase estremamente preoccupante e non corrispondente alla verità.

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24 maggio, la Spagna al voto: prova del nove per Podemos
Guernica

 

di Steven Forti *

(18 maggio 2015)  Il prossimo 24 maggio si terranno le elezioni amministrative in Spagna. Si voterà in tutti i comuni e in tredici regioni su diciassette. La situazione è di grande incertezza e, come si è visto negli ultimi mesi, il panorama politico è in continuo cambiamento, rendendo difficilissime le analisi sul lungo periodo. Le domande aperte sono dunque, in questo momento, molte più delle risposte che si possono dare.

Gli ultimi sondaggi

L’ultimo sondaggio del Centro de Investigaciones Sociológicas (CIS) realizzato a metà del mese di aprile ci presenta, per l’intera geografia spagnola, una situazione molto complessa. Podemos retrocede parecchio, passando dal secondo al terzo posto con il 16,5% dei voti (a gennaio aveva il 23,9%), e il bipartitismo pare tenere più del previsto, anche se non è più ai livelli del passato, quando sommava oltre l’80% dei voti: il Partito Popolare (PP) è dato infatti al 25,6% e il Partido Socialista (PSOE) al 24,3%. Entrambi perdono molti elettori, soprattutto il PP che nel 2011 aveva ottenuto il suo miglior risultato nella storia della Spagna democratica, sia nelle politiche generali di novembre sia nelle comunali e nelle regionali di maggio, con l’occupazione delle piazze e l’esplosione del movimento degli indignados.

Rajoy si sta giocando molto e le tensioni sono notevoli nella destra spagnola. Il PSOE ha salvato il salvabile dopo la forte crisi dello scorso biennio – alle europee del 2014 aveva ottenuto il peggior risultato della sua storia post franchista –, anche grazie alla vittoria nelle regionali andaluse del 22 marzo scorso. L’altra novità è l’entrata in scena di Ciudadanos, partito di centro-destra, che, secondo il CIS, otterrebbe il 13,8% dei voti (a gennaio era dato solo al 3,1%), piazzandosi stabilmente al quarto posto. Si indebolisce notevolmente Izquierda Unida (IU) data al 4,8% – è necessario il 5% per entrare in Parlamento – e scompare Unión Progreso y Democracia (UPyD) dell’ex socialista Rosa Díez data all’1,9%, in processo di disgregazione per l’affermarsi di Ciudadanos.

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