Il nuovo Italicum. Una camera per centristi e trasformisti
di Antonio Floridia *
(21 gennaio 2015) Un sistema elettorale non è solo un sistema di regole inscritto all'interno di un assetto istituzionale: è un meccanismo che, nel tradurre i voti in seggi, condiziona anche le aspettative degli attori, le logiche che guidano le loro scelte. E che può orientare anche la futura evoluzione del sistema politico, anche quando - ed è un caso frequente dal gioco strategico emergono effetti perversí e imprevisti. Nel valutare i possibili ipotesi di riforma, quindi, non esistono solo criteri di costituzionalità da rispettare. Un processo di riforma elettorale si presenta sempre come un gioco strategico in cui i vari attori, più o meno consapevolmente, si fanno guidare anche da un'idea, o da una serie di aspettative, sul futuro assetto del sistema politico e sul ruolo che ciascuno di essi aspira a recitare.
Ebbene, uno dei luoghi comuni più triti che accompagnano la discussione sull'Italicum, è quello secondo cui il nuovo sistema elettorale porterebbe a confermare, e anzi rafforzare, la «logica bipolare» e anzi potrebbe portare ad un assetto «bipartitico». Un altro luogo comune è che poi il nuovo Italicum taglierebbe alla radice il famigerato «potere di ricatto» dei piccoli partiti. Nulla di più fantasioso e arbitrario.
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