Ilan Pappe: 'Se il conflitto israelo-palestinese venisse risolto in modo giusto, il Medio Oriente cambierebbe faccia'
Intervista allo storico israeliano Ilan Pappe: «L’Isis pesca adepti tra i marginalizzati dell’Occidente. Non è una questione religiosa, ma socio-economica. E Tel Aviv lo sfrutta per avere supporto dall’Europa».
a cura di Chiara Cruciati
Roma, 18 febbraio 2015, Nena News – Alla fine Ilan Pappe ha parlato. Scavalcando la cancellazione della conferenza «Europa e Medio Oriente oltre gli identitarismi», che avrebbe dovuto essere ospitata dall’Università di Roma Tre, il professore dell’Università di Exter, uno dei più noti storici israeliani, ha incontrato il pubblico romano lunedì al Centro Congressi Frentani su iniziativa di AssoPace. Lo abbiamo incontrato e discusso con lui del concetto di identità e del suo utilizzo da parte occidentale e israeliana.
L’avanzata dello Stato Islamico viene strumentalizzata in Occidente per dare fondamento al cosiddetto scontro di civiltà, in chiave neo-colonialista. Israele, Stato nato come bastione occidentale in Medio Oriente, otterrà maggiore supporto a scapito delle aspirazioni palestinesi?
Assolutamente sì. Lo Stato Islamico è la miglior cosa che potesse capitare a Israele. Con il califfato si risolleva la voce di coloro per i quali esiste un solo Stato illuminato in Medio Oriente, Israele, baluardo contro l’avanzata dell’estremismo islamico. Spero che in Occidente la gente non cada in un trucco tanto meschino: non si tratta affatto di uno scontro di civiltà, ma di giustizia sociale e modelli democratici di integrazione. Basta guardare a come l’Isis attira giovani musulmani europei andando a pescare tra i gruppi più oppressi e marginalizzati. Non stiamo parlando di una questione culturale e religiosa, ma sociale ed economica: se in Europa si assistesse ad una trasformazione democratica, se si impedisse a ideologie razziste e pratiche capitaliste di determinare l’esistenza della gente, gruppi come l’Isis non troverebbero spazio. L’Isis non ha terreno fertile dove la gente si sente integrata, dove è uguale a livello sociale e economico.
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