"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

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Non sono d'accordo con Renzi
Papaveri rossi

di Roberto Pinter

 

(26 marzo 2015) Non sono tra quelli che ha passato il suo tempo a sparlare di Berlusconi e non sarò tra quelli che ora si concentrano su Renzi, ma non sopporto che diventi un atto di lesa maestà la critica a Renzi e che per questo si venga classificati come nostalgici comunisti.

Non mi riconosco in queste categorie e ritengo necessario che se qualcuno dissente dalle scelte di Renzi lo possa e lo debba esprimere. Non fa bene a nessuno, non di sicuro ad una politica che sia pensiero autonomo e critico, che si taccia per non disturbare il manovratore e per non compromettere il successo elettorale.

Capisco che vincere abbia il suo peso sopratutto per chi le ha perse quasi tutte ma esiste un'alternativa al “teniamoci Renzi che almeno si vince e il paese recupera fiducia” e sta appunto nella capacità di distinguere tra il governo del paese (riconoscendo la funzione ricostituente di Renzi) e il futuro del suo popolo. 

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Andalusia, un voto fra conservazione e cambiamento
I leader di Podemos, Andalusia

(24 marzo 2015) Il primo appuntamento elettorale del 2015 ha confermato i pronostici degli analisti politici: il bipartitismo, che ha governato la Spagna dal 1982, è in crisi (ma non troppo) e i nuovi attori politici (Podemos e Ciudadanos) entrano nello scacchiere politico per rimanerci e per contare. La forza di Iglesias si attesta ad un buon 15 per cento in attesa del voto nazionale di novembre dove i sondaggi la danno in testa.

di Steven Forti *

“Il PSOE prende ossigeno, Podemos si consolida e il PP crolla”. Questo il titolo di Público, giornale on line vicino al partito guidato da Pablo Iglesias. El País evidenzia invece “la solida maggioranza” della socialista Susana Díaz, mentre El Mundo mette in luce che il “calcio” di Podemos al sistema è “forte”, ma non “rompe lo scacchiere politico”. C’è del vero in tutte e tre le letture.

 

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Un luogo per riannodare pensiero e politica. Malgrado il cinismo e la pigrizia...
La sala gremita del Sanbapolis

(15 marzo 2015) Un sabato mattina di quasi primavera, centocinquanta persone s'incontrano e almeno cento di loro prendono la parola: già questo è un fatto insolito. Che ciò avvenga per confrontarsi attorno alla “carta” costitutiva di un'associazione che fa della cultura politica il proprio focus, nonostante la politica (quella ufficiale) guardi con una certa ostilità a tutto questo, beh!, anche questo mi sembra tutt'altro che banale. Che idee e pensieri si sviluppino senza mai parlare di scadenze elettorali, interrogandosi al contrario sulle grandi questioni del nostro tempo e sul futuro della nostra autonomia, ci può dare l'idea di quanto bisogno vi sia di buona politica.

 

C'è dunque di che essere soddisfatti dell'evento di presentazione dell'associazione “territoriali#europei”. Ma... c'è un problema. Le persone che non hanno potuto partecipare alla presentazione dell'associazione (molte della quali ci hanno scritto dandoci la loro adesione o manifestandoci il loro interesse) hanno trovato sui media un altro racconto, nel tentativo di costringere a forza nello schema di una politica che vorremmo cambiare (e per cui questa associazione è nata) anche questa iniziativa. Francamente insopportabile.

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Uno spazio di condivisione per sviluppare comunità
Paul Klee

 

L'associazione "territoriali#europei" verrà presentata sabato 14 marzo 2015 (ore 9.30 - 12.30) a Trento (Sanbapolis)

 

di Alessandro Dalla Torre

 

(6 marzo 2015) Uno spazio di condivisione per sviluppare comunità: questa è la dimensione che esprime l’identità ed il fine dell’associazione politica e culturale “territoriali#europei”. Il profilo “territoriale” di tale dimensione identifica e misura l’estensione dell’istanza politica dell’associazione. Un’estensione reale che dal territorio, anche interiore, che abitiamo e ci abita si apre alle manifestazioni plurali del nostro essere sociale ed associato, passando per la trama di manufatti e ambiente naturale che, nel quotidiano, mettono in relazione la nostra condizione urbana e locale con l’universo che ci circonda. Il profilo “europeo” della dimensione che esprime il carattere dell’associazione identifica e misura, invece, l’estensione della sua istanza culturale. Un’estensione ideale che prende le mosse da e per qualcosa che, nella sua piena accezione federalista, rimane ancora da conseguire ed è per ciò in grado di ispirare ed orientare un impegno ed un programma ancorati alle categorie del futuro e quindi oggetto privilegiato di studio, ricerca e sperimentazione sociale ed istituzionale.

 

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La Carta dell'associazione «territoriali#europei»
Il logo dell\'associazione

 

territoriali#europei

spazi di condivisione per lo sviluppo di comunità

 

Ci accomuna la preoccupazione verso una crisi della politica che ha raggiunto livelli di guardia. La fiducia degli italiani nei confronti della politica è ai minimi storici, corrodendo la stessa credibilità delle pubbliche istituzioni. Per chi ancora crede che il ruolo della politica sia decisivo, per chi non vuole accettare che a prevalere sia la logica del “diritto naturale”, ovvero del più forte, diviene urgente interrogarsi sulle ragioni di tale crisi, cercando risposte adeguate. Farlo riguarda tutti, chi ritiene che ancora sia necessario agire nei luoghi tradizionali dell’agire politico, chi esprime il proprio impegno civico nelle molteplici forme della cittadinanza attiva, dell’innovazione sociale dello sviluppo di comunità, chi ha semplicemente a cuore il bene comune.

 

Ci accomuna la convinzione che alla radice della crisi della politica vi sia certamente la questione morale, che ci costringe a riflettere sul senso stesso dell’impegno politico e intorno alle modalità di selezione della classe dirigente, ma non solo. Ci riferiamo in particolare all’incapacità di interpretare un tempo di profondi cambiamenti e di leggere il passato – quello più remoto come quello più prossimo – per imparare dagli errori e dalle tragedie, per mettere alla prova le nostre categorie interpretative e per cercare nuovi pensieri di promozione e liberazione umana. 

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Israele, la scelta della guerra
Ulivi tagliati

 

di Michele Nardelli

 

(18 marzo 2015) Alla fine, invece, a prevalere è stata la paura. Il richiamo all'aggressività e alla negazione dell'altro che, fin nelle ultime ore della campagna elettorale ed anche durante il voto, hanno condizionato l'orientamento di questo popolo che non sa (e non vuole) uscire dal proprio incubo, portando alla vittoria del Likud. Come se, di questo incubo, ne avvertisse il bisogno per sopravvivere. “L'adrenalina è una droga” mi spiegava qualche anno fa un'insegnante israeliana di Sderot, non lontano da Gaza.

 

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territoriali#europei
Il logo dell\'associazione

Spazi di condivisione per lo sviluppo di comunità

 

Quella che segue è la carta costitutiva dell'associazione di cultura politica "territoriali#europei"

 

Ci accomuna la preoccupazione verso una crisi della politica che ha raggiunto livelli di guardia. La fiducia degli italiani nei confronti della politica è ai minimi storici, corrodendo la stessa credibilità delle pubbliche istituzioni. Per chi ancora crede che il ruolo della politica sia decisivo, per chi non vuole accettare che a prevalere sia la logica del “diritto naturale”, ovvero del più forte, diviene urgente interrogarsi sulle ragioni di tale crisi, cercando risposte adeguate. Farlo riguarda tutti, chi ritiene che ancora sia necessario agire nei luoghi tradizionali dell'agire politico, chi esprime il proprio impegno civico nelle molteplici forme della cittadinanza attiva, dell'innovazione sociale dello sviluppo di comunità, chi ha semplicemente a cuore il bene comune.

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