"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

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La lezione di un economista
Augusto Graziani
(7 gennaio 2014) Dalla ricostruzione dell'immediato dopoguerra al processo di integrazione monetaria europea. Pubblichiamo l'introduzione al volume "Lo sviluppo dell'economia italiana" dell'economista Augusto Graziani, scomparso a Napoli, il 5 gennaio scorso, all'età di ottant'anni.

Augusto Graziani è venuto a mancare il 5 gennaio, a 80 anni. Aveva insegnato alle Università di Catania, alla "Federico II" di Napoli e alla Sapienza di Roma, ed era stato senatore del Pds nel 1992-94. È stato un punto di riferimento importante per la cultura economica di sinistra e un protagonista del dibattito politico a partire dagli anni '70. Molto del suo lavoro di ricerca è stato dedicato a sviluppare la teoria del circuito monetario (The monetary theory of production, Cambridge University Press, 2003). Il suo libro sull'economia italiana (nell'ultima versione apparso da Bollati Boringhieri nel 2000 col titolo "Lo sviluppo dell'economia italiana") è stato essenziale per capire i problemi economici del paese. Ricordiamo Augusto Graziani ripubblicando qui alcune parti della Premessa di quel volume.

di Augusto Graziani 

Rievocare le vicende dell'economia italiana nel corso della seconda metà del Novecento significa ripercorrere modificazioni profonde che hanno investito la struttura economica del paese e la sua collocazione internazionale. (1)                                        

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CIE: vanno chiusi
Ugento, qualche anno fa

(26 dicembre 2013) L’ennesima protesta estrema messa in atto ieri da 8 migranti detenuti nel Cie di Ponte Galeria è su tutte le prime pagine dei quotidiani. Le centinaia di visite svolte da associazioni, parlamentari e operatori degli organi di informazione hanno ormai portato alla luce molto bene la disumanità di strutture che limitano la libertà personale di persone che non hanno commesso alcun reato.

Un appello per la chiususra dei centri CIE (Centri di identificazione ed espulsione) 

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A Nord di Trento a Sud di Bolzano
A nord di Trento (Bodini, Magré)

La vite e il paesaggio

Un libro fotografico e una mostra alle Gallerie di Piedicastello

di Luca Paolazzi, Tommaso Iori, Daniele Carli

Il paesaggio, sosteneva Eugenio Turri, “racconta in due modi diversi la storia degli uomini”. Da un lato il racconto “del vivere storico degli individui e dei gruppi sociali in un certo ambito territoriale, visto come paesaggio, trasformato in paesaggio”; dall’altro, il racconto della “sua formazione, del suo costituirsi attraverso il tempo”, intendendo in questo secondo caso il paesaggio come una “successione di momenti e modi diversi delle società umane di rapportarsi con il territorio che le ospita, di viverlo e trasformarlo secondo le proprie esigenze vitali”[1]

la copertina del libro

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Presenti al nostro tempo
Un\'iniziativa del Forum nella Biblioteca dei Francescani a Trento

La relazione del presidente del Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani a conclusione di un'esperienza bella e stimolante durata cinque anni

Trento, 14 dicembre 2013

 

di Michele Nardelli

 

La pace oggi

 

(15 dicembre 2013) Solo qualche anno fa il movimento per la pace veniva descritto come una sorta di superpotenza mondiale. Non ho condiviso allora quella descrizione, ma dandola per buona solo per un attimo, oggi non ci rimarrebbe altro che prendere atto di come quella “forza” abbia mostrato tutti i suoi limiti. E non mi riferisco solo a quanto sia flebile la sua voce, pur in presenza di conflitti acuti, ma alla sua capacità di produrre analisi, riflessione, capacità di sguardo al di là della risposta alle emergenze. Ovvero nell'esprimere una propria agenda di lavoro attorno ai grandi temi del nostro tempo.

La stessa interessante esperienza dei “Forum sociali mondiali” ha mostrato alla lunga la propria inadeguatezza, trovandosi regolarmente a rincorrere gli avvenimenti piuttosto che esserne motore, mettendo in evidenza ideologismi e rituali di sempre. Ma soprattutto facendo emergere la profonda contraddizione di una dimensione globale che non riesce a connettersi con i processi reali e il loro tradursi in nuda vita.

 

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Antenne: il Tar respinge un ricorso di Vodafone
Sopraluogo a Zambana

Contro il regolamento provinciale in merito alla protezione da "elettrosmog" (che la PAT si è data sulla base della mia mozione in Consiglio Provinciale - ndr)

(19 dicembre 2013) Respinto dal TAR (sentenza n. 408 depositata il 16 dicembre 2013) il ricorso (n.42/2013) promosso da Vodafone contro il regolamento provinciale, approvato con decreto del Presidente della Provincia 20 dicembre 2012, n. 25-100/Leg.le, recante "Disposizioni relative alla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici generati a frequenze comprese tra 100 kHz e 300 GHz", emanato ai sensi dell'articolo 61 della legge provinciale n. 10 del 1998, e gli atti presupposti, tra cui la mozione n. 67/XIV approvata dal Consiglio provinciale nella seduta del 10 giugno 2010 ed avente ad oggetto "Censimento delle infrastrutture per la telefonia mobile e prevenzione dei rischi da elettrosmog".

La sentenza del TAR

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Forconi. Comprenderne la natura
Aldo Bonomi

Un'interessante intervista ad Aldo Bonomi su "L'Huffington Post"

«Questi sono i costi sociali di una crisi selettiva e di una politica chiamata austerità. Invece di cominciare con le solite manfrine la politica dovrebbe mettere in agenda la soluzione dei problemi”. Aldo Bonomi, sociologo, non è affatto sorpreso dalla rabbia dei forconi. “Da anni descriviamo il disagio della piccola borghesia. Ora questa massa critica ha fatto condensa».

fordismo. Specialmente al Nord. Ed è inutile, dice, tentare di analizzare minuziosamente il sentimento politico eversivo che animerebbero queste mobilitazioni, che per alcuni sono manipolate dall'estrema destra e dalla mafia: Alla crisi del capitalismo molecolare e dei mestieri nati con il postfordismo italico Bonomi ha dedicato il suo ultimo saggio “Il capitalismo in-finito” (Einaudi).

 

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Ucraina: un nuovo banco di prova per l'Europa
Ucraina

In queste ore la crisi in Ucraina sta prendendo una piega particolarmente pericolosa. Occorre evitare che la prova di forza in atto sulla Crimea provochi un escalation militare delle conseguenze disastrose per tutti. L'Europa deve dimostrarsi capace di percorrere ostinatamente una strada diversa.   

di Michele Nardelli

(28 febbraio 2014) L'Europa è di nuovo alla prova, tanto sul piano della capacità di elaborare la fine del Novecento nel superamento degli stati nazionali, come nel saper mettere in campo la sua forza inclusiva. Gli avvenimenti che in questi giorni stanno sconvolgendo l'Ucraina rappresentano infatti l'onda lunga della disintegrazione dell'impero sovietico (dalla quale sono nati sin qui non meno di diciotto stati riconosciuti o di fatto) e gli effetti altrettanto devastanti del turbocapitalismo che ne è seguito.

Se non ripartiamo da qui, dal formarsi nel secolo scorso di stati plurinazionali e dagli avvenimenti che sono seguiti alla caduta del muro non riusciremo a comprendere appieno il significato di quanto sta accadendo nel secondo più grande stato europeo (perché questo è l'Ucraina), con il rischio di avvallare così le descrizioni superficiali e manichee che vengono date in pasto all'opinione pubblica. 

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