"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

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Un patto, ma per quale politica economica?
L\'acqua, una delle risorse importanti della nostra terra

(14 aprile 2014) Leggo e rileggo il testo per trovare traccia di un'impostazione territoriale che avevamo cercato di dare nella scorsa legislatura ad un Trentino alle prese con una crisi di natura strutturale e per ciò stesso richiedente un cambio di paradigma che avevamo individuato nell'identità economica delle nostre valli e nell'“animazione territoriale” come forma di pianificazione strategica fondata sulle Comunità. 

Prendo atto che di tutto questo non c'è traccia nelle “Misure per lo sviluppo economico e il lavoro”, il “Patto” siglato sabato scorso dalla Provincia Autonoma di Trento con le organizzazioni sindacali e imprenditoriali. O, meglio, una traccia c'è ed è quella del Fondo strategico regionale per lo sviluppo locale, l'idea di una “finanza di territorio” che avevo proposto in una specifica mozione poi entrata nelle leggi finanziarie regionale e provinciale, la cui attuazione rappresenta uno dei pochi spunti di novità del documento. 

Il testo del Protocollo

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Buona giornata popolo Rom
La bandiera dei rom al Colle di Miravalle
“Bahtalo romano dives” significa “buona giornata del popolo rom”. L'8 aprile si celebra la Giornata internazionale di rom e sinti.

L’8 aprile 1971 a Londra si svolse il primo congresso mondiale dei rom. In quell’occasione venne fondata l’International romani union (Irm), si scelse come inno “Jelem Jelem”, composto da Janko Jovanovic, e una bandiera a strisce orizzontali, in alto il colore del cielo, l’azzurro, e in basso il colore della terra, il verde. Al centro una ruota di carro rossa.

Non amo le giornate internazionali dedicate a temi di grande valore, ne colgo l'ipocrisia del non farsene carico in ogni frammento del nostro tempo. Ma se a qualcosa possono servire, ad aprire gli occhi di qualcuno sul dolore quotidiano, in questo caso di un popolo senza terra che non ha mai fatto guerra a nessuno, allora ben vengano e quindi "bahtalo romano dives".

 

Khorakhanè *

(a forza di essere vento)

dall'album “Anime Salve” (1996) di Fabrizio De Andrè

http://www.musictory.it/musica/Fabrizio+De+Andrè/Khorakhanè

 

Il cuore rallenta la testa cammina
in quel pozzo di piscio e cemento
a quel campo strappato dal vento
a forza di essere vento

Porto il nome di tutti i battesimi
ogni nome il sigillo di un lasciapassare
per un guado una terra una nuvola un canto
un diamante nascosto nel pane
per un solo dolcissimo umore del sangue
per la stessa ragione del viaggio viaggiare

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Tagliare le spese militari, finalmente se ne parla.
Le lettere diventate il simbolo della campagna contro l\'acquisto degli F35
(20 marzo 2014) Non è esattamente un cambio di paradigma, ma il fatto che dopo anni nei quali questa sciagurata scelta appariva intoccabile finalmente si metta in discussione il tabù degli F35 (e più in generale delle spese militari) mi sembra un fatto di rilievo.

Qualche crepa si era aperta già qualche mese fa con con la scelta del governo Letta di ridimensionare la commessa dei superbombardieri, portandoli da 131 a 91. Ma, in buona sostanza, il quadro non cambiava, tanto che la lobby militar-industriale ha proseguito nel suo cercare di fare proseliti con la portaerei Cavour a magnificare le sorti dell'industria militare italiana.

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«Gli 007 protessero le BR in via Fani»
Roma, Via Fani. 16 marzo 1978

Sono passati 36 anni dal rapimento e dall'assassinio di Aldo Moro e degli agenti della sua scorta. Pagine di storia da riscrivere su un decennio di grandi cambiamenti infranti dal piombo.

(23 marzo 2014) Enrico Rossi parla di una lettera scritta da uno dei due passeggeri della Honda che bloccò il traffico il giorno del rapimento. "Dipendevo dal colonnello Guglielmi"

"Tutto è partito da una lettera anonima scritta dall'uomo che era sul sellino posteriore dell'Honda in via Fani quando fu rapito Moro. Diede riscontri per arrivare all'altro. Dovevano proteggere le Br da ogni disturbo. Dipendevano dal colonnello del Sismi che era lì". Enrico Rossi, ispettore di polizia in pensione, racconta così all'ANSA la sua inchiesta.

La lettera, racconta Rossi, iniziava così: "Quando riceverete questa lettera, saranno trascorsi almeno sei mesi dalla mia morte come da mie disposizioni. Ho passato la vita nel rimorso di quanto ho fatto e di quanto non ho fatto e cioè raccontare la verità su certi fatti. Ora è tardi, il cancro mi sta divorando e non voglio che mio figlio sappia. La mattina del 16 marzo ero su di una moto e operavo alle dipendenze del colonnello Camillo Guglielmi (l'ufficiale del Sismi che si trovava in via Fani all'ora della strage, ndr), con me alla guida della moto un altro uomo proveniente come me da Torino; il nostro compito era quello di proteggere le Br nella loro azione da disturbi di qualsiasi genere. Io non credo che voi giornalisti non sappiate come veramente andarono le cose ma nel caso fosse così, provate a parlare con chi guidava la moto, è possibile che voglia farlo, da allora non ci siamo più parlati, anche se ho avuto modo di incontralo ultimamente...".

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Questo voto ha aperto un ciclo politico nuovo
Campo forito

Il Corriere del Trentino del 28 maggio riporta un'interessante intervista a Lorenzo Dellai sul voto di domenica scorsa. L'idea di un luogo comune di progettazione politica del centrosinistra autonomista. Forse, piano piano...

di Tristano Scarpetta

«Questo voto ha aperto un ciclo politico nuovo». A Lorenzo Dellai non sfuggono gli aspetti contingenti che hanno catalizzato lo straordinario successo elettorale del Pd, ma non si ferma a quelli. Domenica è stato infranto un tabù: molti elettori che in passato non avrebbero mai votato a «sinistra» hanno votato Pd. Un dato che, secondo l'ex governatore, potrebbe diventare in parte «strutturale». Di qui la proposta: dare vita a «un'associazione politica che crei il campo comune in cui democratici, popolari e autonomisti possano andare oltre la coalizione tra partiti».

Onorevole, che valutazione dà del voto di domenica in Trentino? «Molto positiva, per due motivi. Per l'elezione di Dorfmann, la cui candidatura è stata un ponte tra il Pd, cui la Svp si era collegata facendo una chiara scelta di campo, e il Ppe. Ma anche per il grande divario, maggiore che nel resto d'Italia, tra la principale forza europeista, il Pd, e gli antieuropeisti, M5s in testa».

Anche molti elettori del suo partito, l'Upt, hanno votato Pd. «So bene che è andata così. Lo hanno fatto alla luce del sole, senza farsene un problema. Hanno visto nel Pd la diga all'avanzata del populismo, dello sfascio».

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Comune di Arco, vince nettamente il centrosinistra autonomista
Immagine suggestiva di Arco
(10 marzo 2014) I dati parlano chiaro. Con il 68,98% Alessandro Betta è il nuovo sindaco di Arco. Il PD risulta il partito più votato con una percentuale di poco superiore al 20%, seguito dal PATT che ottiene il 19,93% e Civica per Betta che supera il 15%. Di poco inferiore al 10% l'UpT.

Andrea Ravagni, espressione di due liste civiche di ispirazione ambientalista, risulta il secondo candidato sindaco come preferenze. La lista del centrodestra ottiene poco più dell'8% (alle elezioni politiche del 2013 aveva quasi il doppio dei voti) e risultato analogo per il Movimento 5 Stelle che un anno fa prese addirittura il 26% dei voti. Dinamiche interessanti... Perdita secca della Lega che non ottiene nemmeno un eletto.

http://www.regione.trentino-a-adige.it/Moduli/1345_1297_Arco%20risultato%20finale.pdf

Nutrire il pianeta? La “Carta di Milano” e il cambio di paradigma che non c'è
Insostenibilità

 

di Michele Nardelli

(29 aprile 2015) L'apertura di Expo 2015 ha avuto ieri una prima anticipazione con la presentazione della “Carta di Milano”, l'atto politico più importante dell'esposizione mondiale dedicata al diritto al cibo. Ho letto attentamente la “Carta” e la sensazione che ho provato è contraddittoria, analoga a quella che ho avuto a suo tempo di fronte agli Obiettivi di sviluppo del Millenium1 elaborato dalle Nazioni Unite.

Forse le carte dei diritti internazionali sono un po' sempre così, risultato di mediazioni e compromessi fra punti di vista e interessi differenti. Indicazioni, non certo principi esigibili di un diritto internazionale che c'è solo sulla carta. Ed anche questo dovrebbe diventare oggetto di riflessione se pensiamo alla distanza profonda fra quanto viene declamato e la realtà.

La Carta di Milano

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