«Il problema che in primo luogo va risolto, e fallendo il quale qualsiasi altro progresso non è che apparenza, è la definitiva abolizione della divisione dell'Europa in stati nazionali sovrani»<br/> Manifesto di Ventotene
Il Fondo stretegico per lo sviluppo regionale che avevo proposto con una mozione nel 2012 sta decollando. Nei giorni scorsi se ne è parlato in sede di stesura del bilancio di variazione 2014 delle Province Autonome di Trento e di Bolzano e nelle commissioni competenti. A breve l'approvazione del regolamento ed entro anno l'attivazione. Quando ne proposi la costituzione, l'avevo definito uno strumento della finanza di territorio. In allegato un mio intervento in forma di editoriale per un quotidiano locale.
(3 aprile 2014) Con una deliberazione di variazione al bilancio di previsione 2014, presentata dal presidente Ugo Rossi, la Giunta provinciale ha stanziato 75 milioni di euro per il Fondo Strategico del Trentino-Alto Adige. L'impegno finanziario da parte della Provincia autonoma di Trento segue la decisione della scorsa settimana con cui è stata approvata la struttura del Fondo, a cui contribuira' con altri 75 milioni la Provincia autonoma di Bolzano, il fondo previdenziale Laborfonds, Pensplan e altre strutture finanziarie che hanno aderito o aderiranno. Al fondo potranno aderire poi tutti i fondi di previdenza locali al fine di orientare flussi di risparmio generati dal sistema locale verso investimenti strategici per lo sviluppo del territorio; non ci sono limiti alla partecipazione dei privati.
Festa del Borgo di San Martino
Via San Martino, Trento
17 e 18 maggio 2013
Biblioteca comunale e quartiere di San Martino, Trento
(20 maggio 2013) "I corpi intermedi, antidoti al plebiscitarismo": è questo il titolo che Simone Casalini ha dato all'intervista pubblicata domenica sul Corriere del Trentino e che potete trovare in allegato.
Nella solitudine dell'atomizzazione sociale e dello spaesamento, la politica (in senso lato, non solo quella dei partiti) dovrebbe essere in grado di fornire ai cittadini luoghi ed opportunità di conoscenza e di elaborazione collettiva, aspetti che oggi non sembrano avere molta cittadinanza. L'idea che la politica si svolga nel rapporto verticale fra il leader e il cittadino attraverso lo schermo televisivo o il web è vecchia e ben conosciuta: si chiama cultura plebiscitaria, l'opposto della democrazia deliberativa.
(13 maggio 2013) Dal 12 al 19 maggio si tiene a Trento l'evento Liberi e Libere di Essere, all'interno delle celebrazioni della IX Giornata internazionale contro l'omofobia e la transfobia. Nelle scorse settimane ha fatto molto discutere il manifesto di promozione dell'iniziativa, che ritrae nelle due versione una coppia di uomini e una di donne in abiti tradizionali che si baciano.
Provocazione o stimolo ad un approfondimento del tema? Ne parliamo partendo da una riflessione di Arcigay e Arcilesbica - promotori della rassegna - che interroga la politica sul suo ruolo nel percorso di crescita culturale e di consapevolezza della comunità che ha il compito di guidare. Naturalmente su www.politicaresponsabile.it
Le Legge Finanziaria 2014 ha riconosciuto la concessione di coperture assicurative agli interventi di cittadinanza attiva promossi da Comuni e Circoscrizioni
(7 agosto 2013) In questi ultimi anni abbiamo assistito ad un crescendo di esperienze di "cittadinanza attiva" attraverso interventi coordinati da parte di Comuni o Circoscrizioni che hanno coinvolto numerose realtà associative locali in giornate ecologiche con la mobilitazione di centinaia di cittadini.
Persone che, in forma volontaria e gratuita, si sono rese protagoniste di micro interventi volti al ripristino di strutture o spazi comunitari degradati, nella pulizia di rampe stradali, torrenti, parchi pubblici, antiche fontane, ecc.
Questi interventi di cittadinanza attiva e solidale, hanno il fine di rendere più vivibile il territorio e al tempo stesso creano una maggiore consapevolezza di quello che è "il bene comune" nei cittadini che in questo modo possono apprezzare di più il valore dell'avere un territorio ordinato, efficiente e non degradato. Insomma, costruire coesione sociale, una componente essenziale per affrontare le sfide del presente.
Riporto questo articolo di Barbara Spinelli pubblicato su la Repubblica. Non lo condivido, ma ritengo che possa costituire una chiave di lettura di quel che è avvenuto nelle ultime settimane. Riservandomi di commentarlo nei prossimi giorni.
di Barbara Spinelli
C'era una volta Italia Bene Comune, ovvero Italia giusta: in mezzo a una crisi economica mai vista dopo il '45, la sinistra sembrò cercare la parola, che la squadrasse da ogni lato. Giustizia non era solo sociale. Comprendeva diritti che proprio in tempi di disagio la persona possa accampare. Che siano fondamentali: irrinunciabili come i primi 12 articoli della Costituzione. In fondo non basta chiamarli diritti: meglio parlare di autodeterminazione del cittadino, come dei popoli. Gli inglesi usano il termine empowerment: padronanza di sé. Nata da un accordo fra Pd e Sel, la Carta d'intenti di Italia Bene comune denunciava "i guasti del pericoloso bipolarismo etico" invalso per un ventennio.
di Bruno Dorigatti, Michele Nardelli, Andrea Rudari *
(13 maggio 2013) Non crediamo si possano definire fisiologiche le fibrillazioni che in questi giorni stanno caratterizzando il centrosinistra autonomista trentino. Ovviamente ci sta che su singole scelte amministrative possano esserci valutazioni diverse, corrispondenti ad altrettante sensibilità, ma ci sono questioni di rilevanza sociale e finanziaria sulle quali non sono ammissibili ombre nel giudizio, né riteniamo accettabili modalità polemiche che rischiano di minare la reciproca fiducia all'interno della coalizione.
Ma ancora più gravi sono a nostro avviso le ripetute uscite di questi giorni che hanno teso ad accreditare l'idea secondo la quale la rinuncia del presidente Alberto Pacher a candidare come leader della coalizione nelle elezioni di ottobre sarebbe il frutto di pesanti eredità lasciate nella gestione della PAT da parte di Lorenzo Dellai.