«Il problema che in primo luogo va risolto, e fallendo il quale qualsiasi altro progresso non è che apparenza, è la definitiva abolizione della divisione dell'Europa in stati nazionali sovrani». "Manifesto di Ventotene"
Dal 25 agosto al 1 settembre 2013 sul fiume della melodia
Il viaggio in battello lungo il Danubio serbo che la nostra associazione organizza con Slow Food Internazionale dal 25 agosto al 1 settembre 2013. L'incontro con le comunità Terra Madre di Serbia, Bosnia-Erzegovina e Bulgaria; conferenze sul tema della tutela della biodiversità danubiana; tanta musica infine ad accompagnare i partecipanti sia lungo la navigazione che nelle soste a terra.
Cinque giorni in battello sul Danubio serbo da Novi Sad alle Porte di ferro. Un viaggio alla scoperta della straordinaria biodiversità racchiusa nel medio corso danubiano, ma soprattutto una presa di coscienza critica della sovranità alimentare grazie all'incontro con le comunità del cibo di Terra Madre provenienti da Serbia, Bosnia-Erzegovina e Bulgaria intrecciando cibo, tradizioni e identità locali. Durante il viaggio visiteremo la città di Novi Sad e i suoi dintorni, la capitale Belgrado, Smederevo con la sua splendida fortezza del quindicesimo secolo affacciata sul Danubio. Ci inoltreremo infine lungo le Porte di ferro - forse il tratto più affascinante dell'intero corso danubiano - per ammirare la Tavola Traiana e la maestosa diga di Djerdap.
In allegato l'articolo di Carlo Petrini, padre fondatore di Slow Food, sul quotidiano "la Repubblica"
di Eric Maurice
Assicurare la prosperità al suo popolo non gli è bastato ad evitare la contestazione. Secondo le previsioni della Commissione europea la Turchia dovrebbe registrare una crescita del 3,2 per cento nel 2013 e del 4 per cento nel 2014, contro una media dell'eurozona di -0,4 e +1,2 per cento.
Eppure centinaia di migliaia di turchi sono scesi in piazza per contestare il loro primo ministro, Recep Tayyip Erdoğan. Le manifestazioni sembrano destinate a durare a lungo, anche senza le violenze eclatanti dei primi giorni.
(17 giugno 2013) "Si immagini una casa abitata da sette inquilini. Una vecchia casa di montagna dai soffitti bassi, pensati apposta per non disperdere il calore. [...]" Comincia così, in forma di racconto, l'editoriale di Simone Gasperin.
Se nelle ultime due settimane il tema in discussione era la comparazione fra modelli autonomistici europei - con sullo sfondo ipotesi secessioniste -, da oggi su Politica Responsabile si parla di referundum per l'annessione, di terre alte e della possibile nascita di una nuova provincia autonoma al confine con il Trentino-Alto Adige. Si parte da Belluno per arrivare alle caratteristiche che accomunano i territori montani. Discutiamone, su www.politicaresponsabile.it
(10 giugno 2013) Nelle sedici città capoluogo interessate al ballottaggio vince ovunque il centrosinistra. Fra queste Roma, con oltre il 63% dei voti espressi, Marino mette fine al governo della destra. E anche Treviso, storica roccaforte della Lega, passa al centrosinistra, così come Ancona, Brescia, Imperia, Viterbo...
Rimane la necessità di riflettere sul forte calo del numero degli elettori, nel ballottaggio al di sotto del 50%. Una disaffezione che fotografa una crescente distanza dei cittadini dalla politica.
Al tempo stesso si afferma una proposta più radicata nel territorio rispetto ad una proposta di tipo plebiscitario insita nei partiti ad immagine e somiglianza del loro capo.
http://www.repubblica.it/static/speciale/2013/elezioni/comunali/index.html?ref=dbelezioni
(10 giugno 2013) A Pergine Valsugana vince nettamente Roberto Oss Emer, il candidato delle liste civiche. Ottiene il 57,70% contro il 42,30 di Marco Osler, candidato del centro autonomista.
Speriamo che, sul piano provinciale, questo esito venga percepito come una sana lezione rispetto al valore della coalizione del centrosinistra autonomista, rivendicando i tratti di diversità di questa nostra terra e al tempo stesso facendo propria la necessità di cambiare lo sguardo su questo tempo.
Quello che segue è l'editoriale del professor Ugo Morelli apparso giovedì sul Corriere del Trentino e di cui ringrazio per la sensibilità.
di Ugo Morelli
(21 giugno 2013) Le cose stanno cambiando. Sono molte le indicazioni che segnalano un'inedita sensibilità nel campo della domanda di sapere e conoscenza, oggi. Interessante è che ciò si combini con un altrettanto evidente scarto fra la sensibilità e l'indifferenza, fra i problemi e la partecipazione civile per affrontarli. Un segno ulteriore, se ce ne fosse bisogno, della differenza che corre tra informazione, comunicazione e conoscenza. Eppure si insiste a trattare queste tre questioni come se fossero una sola. Non solo non lo sono, ma si combinano con una quarta azione necessaria, più urgente che mai: l'educazione nell'intero arco della vita.
A questo tende a rispondere il disegno di legge provinciale presentato da Michele Nardelli e da altri consiglieri. Oltre all'apprendimento permanente la proposta di legge si riferisce anche alla certificazione delle competenze.
Viviamo in un tempo in cui il sapere e la conoscenza sono alla base di ogni scelta, azione e decisione. Si stenta a capirlo perché la conoscenza è intangibile, ma ognuno se ne rende conto quando deve fare una scelta, prendere una decisione, fare un lavoro o semplicemente orientarsi nel mondo in cui viviamo. Parlare di analfabetismo di secondo livello sarà pure esagerato ma corrisponde in buona misura alla realtà dei fatti. Non conoscenza vuol dire esclusione e assenza di possibilità di partecipazione attiva. Vuol dire subire le scelte e non decidere di cose essenziali che riguardano la nostra vita: si pensi alla bioetica o alle scelte riguardanti l'ambiente e l'alimentazione o, semplicemente, si fa per dire, decidere quale scuola scegliere per i nostri figli.
Con Mauro ho condiviso vent'anni di impegno nell'Europa di mezzo. Non un impegno fra gli altri, ma qualcosa di profondo, che ha coinvolto le nostre vite, nelle passioni come nelle scelte professionali. Insieme abbiamo dato vita ad esperienze importanti che a loro volta hanno generato pensieri, percorsi e realtà anche di altissimo profilo come ad esempio l'Osservatorio Balcani Caucaso di cui Mauro Cereghini è stato il primo direttore. Un dialogo che non si è mai interrotto, neanche quando Mauro ha deciso di mettere radici nel Tirolo profondo. Ora, a conclusione, di questa esperienza e nel proporre queste riflessioni, vorrei ringraziare Mauro. Il suo punto di vsta è sempre uno stimolo per tutti noi.
Il mio saluto a Trentino con i Balcani
di Mauro Cereghini
Nel lasciare il direttivo dell'Associazione Trentino con i Balcani - erede più recente del cammino avviato quasi vent'anni fa dalle varie esperienze di cooperazione con Prijedor, Kraljevo e Peja/Pec, a cui in forme diverse ho partecipato - mi viene da fare un piccolo bilancio di questo impegno. Necessariamente soggettivo, ad esempio perché sbilanciato sulle vicende kossovare dove più ho operato, e dunque parziale. Ma che volutamente metto su carta e faccio circolare nella speranza contribuisca, insieme a molti altri, a fare da memoria storica di un'esperienza, comunque la si voglia vedere, unica e importante per il Trentino e per le comunità dei Balcani con cui ci siamo rapportati.