"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli
(22 agosto 2016) Oggi si incontrano a Ventotene Merkel, Hollande e Renzi per parlare di rilancio del progetto politico europeo. L'elemento simbolico di farlo nel luogo dove Eugenio Colorni, Ernesto Rossi e Altiero Spinelli scrissero nel loro esilio il Manifesto di Ventotene, ovvero la proposta degli Stati Uniti d'Europa, non è affatto banale.
Qualche anno fa, come presidente del Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani, proposi che il Consiglio della Provincia Autonoma di Trento si recasse a Ventotene come segno di attenzione verso la necessità di rilanciare un progetto europeo in crisi ma non se ne fece nulla, testimoniando in questo modo come la crisi di visione investisse anche le nostre istituzioni locali.
In quell'occasione mi resi conto come il "Manifesto di Ventotene" fosse sconosciuto ai più (compresa la quasi totalità dei consiglieri provinciali) e la stessa sensazione ce l'ho anche in questi giorni dove pure quel "manifesto" viene continuamente evocato.
Presentazione del libro Con poesia. Percorsi in versi
di Micaela Bertoldi
Dialogo introduttivo e letture a cura di Alessandro Andreatta. Emanuela Rossini, Nadia Scappini, Renzo Fracalossi
Sarà presente l'autrice.
Cresce l'attesa per il programma dell'ottava edizione del Festival dell'economia che continua a confermarsi come un evento di grande interesse fra target diversi della popolazione. Giovedì 18 aprile a Milano, presso Palazzo Mezzanotte sede di Borsa italiana, alle 15.00, il curatore scientifico del Festival Tito Boeri, i vertici della Provincia autonoma, dell'Università degli Studi e del Comune di Trento, Alberto Pacher, Innocenzo Cipolletta e Alessandro Andreatta e l'editore Giuseppe Laterza lo presenteranno in un incontro con la stampa.
Alcune novità nei format e in una potenziata partecipazione attiva di studenti fa, di questa edizione, un evento internazionale anche dal punto di vista della presenza di giovani. La partecipazione di relatori provenienti da ogni parte del mondo che presentano studi ed esperienze differenti - spesso all'avanguardia - caratterizza sempre più il Festival come un approfondimento multidisciplinare unico nel suo genere e di significativo interesse in ambito internazionale.
Sabato 6 aprile l'evento conclusivo del percorso "Nel limite. La misura del futuro" che per un anno si è sviluppato attraverso un articolato programma di incontri, spettacoli, corsi formativi ed altro ancora per inziativa del Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani.
L'appuntamento è per le ore 21.00, nella splendida cornice del Teatro Sociale di Trento (un consiglio? prenotetevi). Sono previsti ospiti d'eccezione come lo scrittore Carmine Abate, il giornalista Marzio Breda, il climatologo Luca Mercalli, la direttrice del Museo della Scienza di Napoli Anne Marie Brayas in dialogo con il direttore del Muse Michele Lanzinger, il saggista Ugo Morelli, l'attrice Roberta Biagiarelli che interpreterà i personaggi della poetica zanzottiana... e Marisa Zanzotto, la compagna di Andrea, il grande poeta che ci ha lasciati più di un anno fa e al quale è dedicata questa serata.
In vista di questo appuntamento, il Corriere del Trentino di giovedì ha pubblicato una bella intervista a Marisa Zanzotto e a Marzio Breda, che ha curato l'ultimo libro/intervista al poeta di Pieve di Soligo con il titolo che è diventato uno degli epigrammi che ci ha accompagnati lungo un intero anno di lavoro: "In questo progresso scorsoio". E che potete trovare in allegato.
"Come in giostra volar..." prende spunto da una splendida immagine di Enzo Jannacci, un modo per rendere omaggio alla sua opera che ci ha aiutati a comprendere i processi di trasformazione di questo paese.
Il tema della democrazia si fa sempre più attuale ed è spesso oggetto di discussione e confronto, non solo in sede scientifica, ma anche a livello giornalistico e di dibattito pubblico. In tal senso si rincorrono una serie di domande: la democrazia è in crisi? E di quale modello di democrazia parliamo? A fronte della sempre più diffusa richiesta di partecipazione da parte dei cittadini, qual è la risposta delle istituzioni? E soprattutto: che cosa s'intende per "partecipazione"? Come può contribuire, oggi, una concezione deliberativa della democrazia allo sviluppo del pensiero democratico?
Quello che segue è il pensiero proposto dal professor Ugo Morelli in occasione dell'evento "Come in giostra volar...", Trento, 6 aprile 2013
di Ugo Morelli
Il paesaggio è come la lingua madre: non decidiamo di apprenderla né possiamo non apprenderla; non possiamo decidere intenzionalmente di non capirla; non possiamo dire di non appartenervi; non possiamo dire che non la conosciamo; non possiamo conoscere altre lingue se non a partire da quella che ci ha reso animali di parola. Come la lingua madre, il paesaggio è originario. Allora come mai siamo così impegnati a considerare il paesaggio della nostra vita solo come lo sfondo fungibile delle nostre scelte, la quinta teatrale intercambiabile della nostra pervasività senza limiti? Uno sfondo che diviene sempre più ristretto e mortificato, paradossalmente separato dalla nostra esistenza. Eppure il paesaggio è dentro di noi e intorno a noi; è il frutto delle nostre proiezioni e lo introiettiamo divenendo quello che siamo nella nostra continua individuazione. Inizia nelle nostre connessioni sinaptiche, laddove prende forma la nostra mente incarnata, situata ed estesa, e giunge fino a dove la nostra immaginazione ci conduce. Si estende, proprio in questi giorni, fino ai segnali ultimi che ci giungono da Voyager 1, mentre varca la pellicola dell'eliosfera ed entra nello spazio siderale, dopo 35 anni dal lancio e oltre 18 miliardi di chilometri percorsi.