"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

Cultura

Il fiore del deserto, il teatro del tempo
Il folto pubblico al Museo di scienze naturali
Giovedì sera si è svolta a Trento la seconda rappresentazione de "La Ginestra. Il fiore del deserto", realizzata dalla compagnia teatrale MULTIVERSO teatro di Michela Embriaco, in collaborazione con il Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani, all'interno della rassegna annuale che il Forum stesso propone sulla Cultura del Limite. 

La serata ha preso avvio con la presentazione da parte degli ospiti di casa del messaggio relativo al luogo (il Museo di Scienze Naturali di Trento) in cui si è deciso di svolgere la messa in scena dello spettacolo. Di particolare interesse è stato l'intervento di Michele Lanzinger (Direttore del Museo) che ha portato una riflessione - coinvolgente - sul tema del limite secondo le angolazioni e le prospettive che la scienza è in grado oggi di offrire, anche in termini di conoscenza del mondo naturale e di come, quest'ultimo, sia in grado di difendersi (una volta oltrepassato il limite) mediante una peculiare resilienza specifica ed una capacità di assorbimento ed adattamento alla circostanze avverse.

La Ginestra. Paradigma del limite.
il manifesto dell\'iniziativa

A 27 anni dalla strage di Stava

Il Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani, nell'ambito del percorso sulla cultura del limite (Nel limite. La misura del futuro), presenta lo spettacolo teatrale "La ginestra. O il fiore del deserto" di Giacomo Leopardi. 

La rappresentazione, introdotta da un intervento di Michele Lanzinger e di Michele Nardelli, si inserisce nell'ambito del percorso culturale "Nel limite. La misura del futuro" proposto dal Forum attraverso un itinerario di manifestazioni che ne affrontano le diverse sfaccettature, fuori dai luoghi tradizionali e dalle consuetudini.

La Ginestra. O il fiore del deserto
Ginestra

di Giacomo Leopardi

E gli uomini vollero piuttosto le tenebre che la luce.

Giovanni, III, 19

Qui su l'arida schiena
Del formidabil monte
Sterminator Vesevo,
La qual null'altro allegra arbor né fiore,
Tuoi cespi solitari intorno spargi,
Odorata ginestra,
Contenta dei deserti. Anco ti vidi
De' tuoi steli abbellir l'erme contrade
Che cingon la cittade
La qual fu donna de' mortali un tempo,
E del perduto impero
Par che col grave e taciturno aspetto
Faccian fede e ricordo al passeggero.
Or ti riveggo in questo suol, di tristi
Lochi e dal mondo abbandonati amante,
E d'afflitte fortune ognor compagna.

Erba cedra e segreti amori
la copertina del libro

 

Ugo Morelli

Erba cedra e segreti amori

Il terremoto dentro

Zandonai, 2014

 

«Apprucundìa»

Sabato scorso il romanzo "Erba cedra e segreti amori" di Ugo Morelli è stato presentato a Taurasi. Non ho nascosto ad Ugo (che mi aveva invitato) il desiderio di essere lì con lui e c'è davvero mancato poco. Spero ci sarà un'altra occasione per essere nel nostro mezzogiorno, insieme. Intanto riporto la recensione che è apparsa nei giorni scorsi sul Mattino.

di Generoso Picone

«Apprucundìa». Chissà in quali delle categorie interpretative della malinconia Jean Starobinski avrebbe catalogato il sentimento che con caparbia gelosia Giovannina custodisce. Quella cosa per cui «certe mattine mi svegliavo che il sole nasceva dritto e tutto sembrava girare come si deve, ma poi bastava un niente e allora cominciavo a domandarmi che ci facevo dov’ero, perché non avevo scelto un’altra via, come mai avevo preferito alla fine vivere da sola». Ma le bastava poco per evitare di piombare nell’acedia, in quella disperazione muta che pure altri avevano sperimentato e subìto, lei si guardava intorno, si convinceva di essere nella vita e nel posto che voleva. Si consegnava all’«appruncundìa» facendosi trasportare nei posti più strani e lontani, in una specie di mondo a parte che resisteva mentre il mondo reale stava mostrando la sua fine.

Trento nelle guerre d'Europa e d'Italia nella seconda metà del XV secolo. L'origine dei lanzichenecchi
Rudi Patauner

Presentazione del libro di Francesco Prezzi su una delle pagine meno indagate della storia del Trentino

Martedì 22 maggio, ad ore 17.30, Palazzo Trentini (Sala Aurora), via Manci

Trento nelle guerre d'Europa e d'Italia nella seconda metà del XV secolo. L'origine del lanzichenecchi

con Bruno Dorigatti, Presidente del Consiglio Provinciale; Marcello Farina, docente di storia e filosofia; Marcello Bonazza, Presidente Società di Studi Trentini di Scienze Storiche; Rudi Patauner, illustratore

Palestina e Israele oggi
Palestina

Palestina e Israele oggi: una riflessione, a partire dal libro "Vivere con Con-vivere" di Micaela Bertoldi

Partecipano: Alessandro Andreatta, sindaco di Trento; Micaela Bertoldi, autrice del libro; Ugo Morelli, fondatore di Polemos, Scuola di ricerca e formazione sul conflitto; Michele Nardelli Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani; Erica Mondini Associazione Pace per Gerusalemme

Associazione onlus "Pace per Gerusalemme - Il Trentino e la Palestina"

Lepanto. La battaglia dei tre imperi
La copertina del libro
Alessandro Barbero

Lepanto. La battaglia dei tre imperi

Laterza, 2010
 
 

La battaglia di Lepanto (1571) ebbe delle conseguenze, o non servì a niente? La domanda che infastidiva Fernand Braudel viene proposta dallo storico Alessandro Barbero a conclusione di settecento pagine che tracciano un affresco molto vivo di quel passaggio di tempo cruciale che fu il XVI secolo. E la risposta che prova a formulare è che se sul piano politico e militare non ebbe un grande effetto, nell'immaginario collettivo essa segnò - grazie soprattutto alla propaganda che in quella circostanza dimostrò forse per la prima volta dove avrebbe potuto arrivare - una sorta di spartiacque fra oriente e occidente.

Il fatto che Lepanto, ancora ai giorni nostri, rappresenti un riferimento tanto per la destra radicale quanto per la Lega ci racconta di quanto quel mito, la superiorità del cattolicesimo sull'islam, ancora produca i suoi effluvi velenosi.

Un libro interessante non solo per gli appassionati di storia (e dei dettagli, dove si nasconde il diavolo ed altro ancora), ma anche per comprendere la partita che si sarebbe giocata nel Mediterraneo e in Europa nei secoli successivi.