«Il problema che in primo luogo va risolto, e fallendo il quale qualsiasi altro progresso non è che apparenza, è la definitiva abolizione della divisione dell'Europa in stati nazionali sovrani»<br/> Manifesto di Ventotene

Cultura

Le sirene
Vinicio Capossela

Dall'album "Marinai, profeti e balene" di Vinicio Capossela (Vinicio sarà oggi a Trento in occasione dell'evento "Bekim Fehmiu, l'Ulisse venuto dai Balcani", Gallerie di Piedicastello, ore 17.00)

http://www.musictory.it/musica/Vinicio+Capossela/Le+Sirene

Le sirene ti parlano di te
quello che eri
come fosse per sempre
le sirene
non hanno coda né piume
cantando solo di te
l'uomo di ieri
l'uomo che eri
a due passi dal cielo
tutta la vita davanti
tutta la vita intera
e dicono
fermati qua
fermati qua

Rock
Mediterraneo

di Gianmaria Testa

Ma non era così
che mi avevano detto il mare
no non era così
e poi tanto di notte
cosa vuoi mai vedere
quì c'è uno che grida
che dice ch'è tardi
e bisogna partire
qui c'è uno che grida
e si deve partire

E mio padre non c'è
è rimasto da solo a masticare la strada
perchè dice che tanto
sarà guerra comunque
e dovunque si vada
l'ho lasciato alla porta di casa
che sputava per terra
come fosse un saluto
l'ho lasciato che sputava per terra
come se fosse un saluto

Ma non era così
che mi credevo di andare
no non era così
come un ladro, di notte
in mano a un ladro di mare
e mio padre alla porta di casa
che guardava per terra
come se avesse saputo
e mio padre che guardava per terra
come se avesse saputo...

http://www.musictory.it/musica/Gianmaria+Testa/Rock

Extra muros
extra muros

Dopo il concerto di Gianmaria Testa, ieri sera a Cles su invito del Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani, ecco qui uno dei pezzi più belli di cui ci ha fatto dono. 

http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=Vfv-FUcwYO8

Il capitalismo in-finito. Una recensione
La copertina del libro

Aldo Bonomi

Il capitalismo in-finito

Indagine sui territori della crisi

Einaudi, 2013

 

Ciò che resta e ciò che sarà del capitalismo (finito o in-finito che sia) nell'Italia della crisi: dalla Torino postfordista ai porti della Liguria, da Milano al Veneto del modello del nordest, dall'Italia di mezzo fino al Sud, un'indagine sul declino e sulle risorse del nostro paese.

 

Non più e non ancora 

di Luca Paolazzi

Credo che la condizione indispensabile per dare soluzione all'incertezza del nostro tempo sia la conoscenza della realtà in cui viviamo. Il nuovo libro di Bonomi è innanzitutto questo, uno strumento per capire la nostra realtà, da dove veniamo e dove stiamo andando, o per dirla con l'autore, per narrare il "non più" e capire il "non ancora". Conoscere e capire sono passaggi obbligati per immaginare il nostro futuro.

 

Il tempo degli assassini

Henry Miller

Il tempo degli assassini

SE editrice, 2004

Un incontro sul Renon, lo stupore per l’indagare sulla banalità del male, la scoperta di una lettura comune, Rimbaud. Mi arriva un plico e una dedica. Non avrei mai pensato di vivere al modo dei poeti, al tempo degli assassini…

"Ecco il tempo degli assassini" è il rintocco che chiude Mattinata d'ebbrezza nelle Illuminazioni di Rimbaud. Ed è la frase che intitola, con una polivalenza di significati, questo saggio scritto da Miller per il centenario della nascita del poeta. Che è anche un saggio critico su Rimbaud, così come i romanzi e racconti di Miller sono anche opere di narrativa... Da non perdere.

Grazie, Arlechin Batocio
Andrea Zanzotto

di Giuseppe Colangelo

C'è una figura indimenticabile, definitiva, nella poesia di Andrea Zanzotto. È quella di Nino, un contadino dei suoi luoghi prediletti che appare per la prima volta in un testo de La beltà (1968). Così: «Le profezie di Nino. (Cosa mi fai scrivere, Nino!) (E non sappiamo se oggi tutto questo possa ottenere il permesso per un - benché minimo - senso!)».

Il poeta lo fa irrompere in modo forte nei suoi versi ma rendendosi subito conto dell'oltranza semantica di quell'incipit si affretta ad attenuarne la portata. Poi però nei versi successivi lo trasforma di fatto «in mitico profeta naturale» che comprende gli arcani del tempo e della natura. Perché Nino non avendo mai abbandonato la sua terra ne conosce tutte le potenzialità, vive in armonia con essa e sa guidarla a produrre sempre migliori raccolti con metodi naturali («off limits la sofisticazione»).

La lingua di Ana
La lingua di Ana

Elvira Muji

La lingua di Ana

Chi sei quando perdi radici e parole?

Infinito edizioni, 2012
 
 

La rabbia e la dolcezza

di Michele Nardelli

Alla presentazione del libro "La lingua di Ana" ero arrivato in ritardo. Appena in tempo per un saluto ad Elvira, acquistarne una copia, ricevere una dedica e via, verso chissà quale altro impegno. Lei avrà pensato che questi "politici" dopo un po' sono tutti uguali, lo sguardo si inaridisce, lo spazio per l'emozione di un incontro tende a svanire, figuriamoci quello per un romanzo.

Forse. O forse no, perché la sensibilità di Elvira Muji, che nei libri precedenti conoscevo un po' acerba, non è più così. La rabbia verso il mondo ha lasciato il posto alla dolcezza. La dolcezza - si badi bene - non è meno radicale, semplicemente non ti avvelena la vita. E' la consapevolezza che la verità, quella che s'incontra nella storia di Ana come in tante altre storie di vita, fra guerra e pace, fra terre di emigrazione e d'immigrazione, fra incontri ed abbandoni, come scrive Elvira "non è né triste, né felice, è semplicemente verità".