"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

Cultura

Libertà di coscienza e religione
Libertà di coscienza e religione
Martha Nussbaum
Libertà di coscienza e religione
Il Mulino, 2009

L'unico antidoto efficace contro l'intolleranza risiede del recupero della tradizione di eguale rispetto per la coscienza, un impegno che viene più spesso tradito che rispettato.

Mirijana, la guerra non è mai finita
Maocina Muka

«Si comincia veramente a vivere quando si concepisce la vita come una tragedia» William Butler Yeats

(4 agosto 2010) Qualche sera fa ho assistito alla prima rappresentazione di "Mirijana" e ne ho parlato nel mio diario di bordo. Vorrei riprendere quel che ho scritto come riconoscenza verso le persone che hanno creduto a questo lavoro perché non è facile entrare nell'oscurità del male che in genere preferiamo rimuovere. Parlandone, nei giorni successivi, qualcuno mi chiedeva che senso ha dare rappresentazione al male e la mia risposta è stata che la violenza e lo stupro non sono accidenti ma la normalità, come lo è la guerra. Possiamo decidere di non parlarne, ma sarebbe ed è semplice ipocrisia. Come scrive James Hillman "La pace sorge nel territorio della guerra".

Mirijana
mirijana

In Trentino, il 29 luglio, l'anteprima dello spettacolo teatrale Mirijana, liberamente ispirato al romanzo "Come se io non ci fossi" di Slavenka Drakulić. Co-promosso da Osservatorio Balcani e Caucaso. Appuntamento nel quindicesimo anniversario del massacro di Srebrenica

Pergine Valsugana (TN) - Madrano Arte 121, Frazione Madrano, Via Oltrefersina 121

Mirijana è uno spettacolo che affronta il tema dello stupro come arma di guerra. Il lavoro si ispira al romanzo della giornalista Slavenka Drakulić dal titolo "Come se io non ci fossi" che racconta la storia di una donna bosniaca e del suo controverso rapporto con il bambino frutto di uno dei tanti stupri subiti nella "stanza delle donne" di un campo di prigionia.

Da una rielaborazione di questo tema nasce la storia di Mirijana che è la storia di tante donne private del proprio corpo, della propria dignità nei campi di prigionia e lasciate sole ad affrontare il dramma di un figlio, emarginate dalla stessa società in cui vivono a causa del disonore subito.

La storia di Mirjana è la storia di una donna che può assurgere a simbolo che unisce tutte le donne di tutti i luoghi e tutti i tempi: che vita può condurre una donna dopo essere stata violentata e seviziata? Che rapporto avrà col figlio nato da tale aberrazione? Cosa accade quando il muro di silenzio si rompe? Cosa accade quando questa donna si trova di fronte al suo carnefice? E cosa prova e cosa pensa il carnefice stesso?

Giustizia, perdono e vendetta sono lo scoglio contro cui si arenerà la loro battaglia.

Drammaturgia: Marzia Todero
Regia: Mirko Artuso
Con: Michela Embrìaco e Dennis Fontanari
Musiche: Enrico Merlin
Immagini: Pierluigi Faggion

INFO:
MULTIVERSOteatro
Via di San Fabiano 12 - Trento
e-mail: info@multiversoteatro.org

Biscotti al cardamomo, un libro di Antonio Riccò

Il Gioco degli Specchi organizza

INCONTRO CON L'AUTORE:

Antonio Umberto Riccò

nell'ambito della mostra bibliografica LIBRI IN VIAGGIO. Una mostra itinerante (15 luglio - 1 agosto)

Antonio Umberto Riccò presenta il romanzo d'esordio "Biscotti al cardamomo", giallo ambientato nel Trentino multiculturale di oggi

 

Stava, 19 luglio 1985
"... Alle ore 12, 22 minuti e 55 secondi del 19 luglio del 1985 gli argini dei bacini di decantazione di una miniera di fluorite, posti appena sopra Stava, sono crollati, prima è ceduto quello superiore, poi quello inferiore ed è stato l'inferno. La catastrofe è stata annunciata da un forte rumore, da una spessa nuvola di polvere e dallo spostamento d'aria che ha investito la valle sradicando piante e scoperchiando tetti. La frana è arrivata subito dopo, era composta da 180.000 metri cubi di acqua e fango contenuti nelle discariche e da 40-50.000 metri cubi di materiale raccolto lungo il percorso, terra, sassi, alberi, pezzi di case, fontane, automobili, panchine...

La colata di fango ha spazzato la valle ad una velocità di 90 chilometri l'ora, circa 24 metri al secondo, e ha sbriciolato 8 ponti, 53 case d'abitazione, 4 alberghi e 6 capannoni. È arrivata ai ponti di Tesero in 2 minuti e 49 secondi, li ha superati con ferocia danneggiando quello più antico, e in un attimo ha raggiunto il fiume Avisio dove ha smorzato il suo impeto e rallentato la corsa per allargarsi in un grande lago melmoso. Erano quasi le 12 e mezza, l'ora di pranzo. In tutto sono morte 268 persone, abitanti del posto e turisti che venivano da ogni angolo d'Italia.

Durante lo spettacolo, di questa gente diremo ben poco, quasi niente... Erano persone normali del tutto simili a noi, io le immagino qui, in questo teatro. Forse voi non le vedete, ma ci sono tutte, ci sono i 28 bambini che a quel tempo avevano meno di 10 anni e i 31 ragazzi che ne avevano meno di 18, e ci sono le 120 donne e gli 89 uomini che assieme agli altri se ne sono andati e non sono più tornati. Tutte queste persone avevano il diritto di vivere. ..." [dal Prologo di Stava 19 luglio 1985, di L. Pachera]

Per ricordare assieme la tragedia di Stava avvenuta esattamente 25 anni fa, la Compagnia Gad Città di Trento propone per venerdì 30 luglio alle ore 21.00 presso il Colle Miravalle che custodisce la Campana dei Caduti di Rovereto, la rappresentazione teatrale STAVA 19 LUGLIO 1985. Non potrebbe esserci ambiente più suggestivo e ricco di significato. Da tempo la Campana dei Caduti di Rovereto non suona solo per i defunti della prima guerra mondiale, ma per tutte le vittime innocenti di conflitti, di stragi e di tragedie che hanno visto l'uomo perire brutalmente e ingiustamente. Venerdì prossimo la Campana dei Caduti suonerà anche per le vittime di Stava.

Vi attendiamo numerosi, l'entrata è gratuita, l'emozione assicurata, Luisa Pachera

Il gigantismo che frena il sapere
Castello del Buonconsiglio
di Vincenzo Calì

(20 luglio 2010) La Trento del terzo millennio comincia a prendere forma nell'area ex-Michelin ma ancora il segno urbanistico che dovrà caratterizzarla non si vede, mentre ben visibili sono i segni della Trento di ieri (la città romana fra la Verruca e la torre d'Augusto e quella Clesiana fra il Buonconsiglio e le Albere). ...

L'ultimo viaggio di Ulisse
Bekim Fehmiu (Ulisse) e Irene Papas (Penelopre)

di Francesco Martino (da www.balcanicaucaso.org)

Noi ci allegrammo, e tosto tornò in pianto,
ché de la nova terra un turbo nacque,
e percosse del legno il primo canto.

Tre volte il fé girar con tutte l'acque;
a la quarta levar la poppa in suso
e la prora ire in giù, com' altrui piacque,

infin che 'l mar fu sovra noi richiuso.

(20 giugno 2010) L'Ulisse di Dante muore così. In una scena tragica e grandiosa fuori dal tempo, lontano da tutti, ai confini del mondo conosciuto, dopo aver convinto i compagni impauriti e recalcitranti ad andare avanti, sempre più avanti, oltre ogni limite, "per seguir virtute e canoscenza". Il mio Ulisse, invece, è morto martedì 15 giugno a Belgrado, in un appartamento del quartiere di Zvezdara. Suicida. L'hanno trovato sul suo letto, al suo fianco la pistola con cui ha messo fine alla sua vita. (...)