«Il problema che in primo luogo va risolto, e fallendo il quale qualsiasi altro progresso non è che apparenza, è la definitiva abolizione della divisione dell'Europa in stati nazionali sovrani». "Manifesto di Ventotene"

Cultura

Come in giostra volar... Sabato sera al Teatro Sociale.
Italia, anni \'60

Sabato 6 aprile l'evento conclusivo del percorso "Nel limite. La misura del futuro" che per un anno si è sviluppato attraverso un articolato programma di incontri, spettacoli, corsi formativi ed altro ancora per inziativa del Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani.

L'appuntamento è per le ore 21.00, nella splendida cornice del Teatro Sociale di Trento (un consiglio? prenotetevi). Sono previsti ospiti d'eccezione come lo scrittore Carmine Abate, il giornalista Marzio Breda, il climatologo Luca Mercalli, la direttrice del Museo della Scienza di Napoli Anne Marie Brayas in dialogo con il direttore del Muse Michele Lanzinger, il saggista Ugo Morelli, l'attrice Roberta Biagiarelli che interpreterà i personaggi della poetica zanzottiana... e Marisa Zanzotto, la compagna di Andrea, il grande poeta che ci ha lasciati più di un anno fa e al quale è dedicata questa serata.

In vista di questo appuntamento, il Corriere del Trentino di giovedì ha pubblicato una bella intervista a Marisa Zanzotto e a Marzio Breda, che ha curato l'ultimo libro/intervista al poeta di Pieve di Soligo con il titolo che è diventato uno degli epigrammi che ci ha accompagnati lungo un intero anno di lavoro: "In questo progresso scorsoio". E che potete trovare in allegato.

"Come in giostra volar..." prende spunto da una splendida immagine di Enzo Jannacci, un modo per rendere omaggio alla sua opera che ci ha aiutati a comprendere i processi di trasformazione di questo paese.

La democrazia deliberativa
La copertina del libro di Floridia

Il tema della democrazia si fa sempre più attuale ed è spesso oggetto di discussione e confronto, non solo in sede scientifica, ma anche a livello giornalistico e di dibattito pubblico. In tal senso si rincorrono una serie di domande: la democrazia è in crisi? E di quale modello di democrazia parliamo? A fronte della sempre più diffusa richiesta di partecipazione da parte dei cittadini, qual è la risposta delle istituzioni? E soprattutto: che cosa s'intende per "partecipazione"? Come può contribuire, oggi, una concezione deliberativa della democrazia allo sviluppo del pensiero democratico?

Per un mito mite: paesaggio, lingua madre
La

Quello che segue è il pensiero proposto dal professor Ugo Morelli in occasione dell'evento "Come in giostra volar...", Trento, 6 aprile 2013

di Ugo Morelli  

Il paesaggio è come la lingua madre: non decidiamo di apprenderla né possiamo non apprenderla; non possiamo decidere intenzionalmente di non capirla; non possiamo dire di non appartenervi; non possiamo dire che non la conosciamo; non possiamo conoscere altre lingue se non a partire da quella che ci ha reso animali di parola. Come la lingua madre, il paesaggio è originario. Allora come mai siamo così impegnati a considerare il paesaggio della nostra vita solo come lo sfondo fungibile delle nostre scelte, la quinta teatrale intercambiabile della nostra pervasività senza limiti? Uno sfondo che diviene sempre più ristretto e mortificato, paradossalmente separato dalla nostra esistenza. Eppure il paesaggio è dentro di noi e intorno a noi; è il frutto delle nostre proiezioni e lo introiettiamo divenendo quello che siamo nella nostra continua individuazione. Inizia nelle nostre connessioni sinaptiche, laddove prende forma la nostra mente incarnata, situata ed estesa, e giunge fino a dove la nostra immaginazione ci conduce. Si estende, proprio in questi giorni, fino ai segnali ultimi che ci giungono da Voyager 1, mentre varca la pellicola dell'eliosfera ed entra nello spazio siderale, dopo 35 anni dal lancio e oltre 18 miliardi di chilometri percorsi.

La lingua di Ana
La copertina del libro

Chi sei, quando perdi radici e parole?

Presentazione dell'ultimo libro di Elvira Mujčić

Edizioni Infinito

Malapolvere. Veleni e antidoti per l'invisibile
fiore appassito

Giovedì 21 marzo 2013, ore 20.45 - Mori, Teatro Sociale.

Un progetto teatrale di Laura Curino, Lucio Diana, Alessandro Bigatti, Elisa Zanino, liberamente ispirato a Mala polvere di Silvana Mossano (Ed. Sonda, 2010). Fondazione del Teatro Stabile di Torino, Associazione culturale Muse

"L'avvelenamento da amianto: una tragedia fattasi simbolo di uno dei tanti mali a cui ci si espone senza saperlo. Lo spettacolo è un canto per quegli uomini e quelle donne che si sono immolate sull'altare di una tragedia del lavoro, un sacrificio importante che potrebbe essere non solo la fine di una storia terribile, ma anche il capitolo iniziale di una storia virtuosa. Scrive Laura Curino, artista che ha fatto della pratica teatrale una modalità di espressione civile: «Casale Monferrato è una bella cittadina tra le colline e il Po, ricca di storia, d'arte e di operosità. Città di colori, il rosso dei mattoni del castello, il rosa del cotto barocco, l'oro della Sinagoga, dei campi di grano e dei biscotti, le geometrie bianche e rosse del Duomo, il bronzo delle statue e dei metalli, il verde delle colline, l'azzurro del cielo e, sì, il bianco della nebbia e della neve.

Un giorno, a coprire tutto arrivò il grigio, la cipria impalpabile della malapolvere dell'Eternit, il polverino sottilissimo che si insinua dovunque trasportato dal vento, dai mezzi, dalle persone. Casale è diventata città avvelenata, città di dolore. Ma anche città di risveglio, città di coscienza, città di vita. Qui, tra le colline e il Po, si dipana nell'arco di più di cento anni, una delle storie simbolo della nostra contemporaneità; veleni in cambio di prosperità economica, fatiche e disagi al limite dell'umano in cambio di salari decorosi, fino all'assurdo scambio di malattia in cambio di "benessere".

Sette brevi lezioni di fisica
La copertina del libro

Carlo Rovelli

Sette brevi lezioni di fisica

Adelphi, 2014

 

«Se non si perde tempo non si arriva da nessuna parte». 

Un saggio che ho trovato dolcissimo e che proprio vi consiglio.

Ohé! Sun chì. Enzo Jannacci, un grande che stasera ci ha lasciati...
Enzo Jannacci

(29 marzo 2013) L'abbiamo intitolato "Come in giostra volar...". Sì, abbiamo preso in prestito le tue parole, caro Enzo, con cui descrivevi la Milano deli anni '50 con una sensibilità straordinaria e che ancora ci emoziona. Sabato prossimo, l'evento conclusivo del percorso sul limite sarà anche il modo per ringraziarti.

http://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=Fd9-VfAecxU

Ohé! Sun chì
Vegni gio con la piena
Vegni gio chi a milan
Chi a milan
Mi ghavevi du an forse tri
Unan apena
Ohé! Sun chi
Ma quan sunt arrivà chi
mi el terun
tegnì su comun fagot dal papà
contrapes na valis de cartun
poeu hu vist i ca. Tanti ca a ses pian
i fiulit giugà
tacà dre di tram. Sui respingent
dent per dent hu vurùsalta su cuon lur
e dai respingent come in giostra
mi hu vist vular via la gent
lera un grand sciopà
lera un grann scapà de cà, de niul, de felicità
ohé! Sun chi
vegnì gio con la piena
vegnì gio com un falchet chi a Luret
si el su lè un rebelot, na città de far rid
lè un casot
ma anche in sci, la me pias anche in sci
lè perché sta cità ghe lu denter in di occ
de quan seri un fiulin.
E lho vista dal tram. Tacà sul respingent
Come in giostra volar
Prori in sci ve la vori cantà
Ohé! Sun chì!
Lè chi!