«Il problema che in primo luogo va risolto, e fallendo il quale qualsiasi altro progresso non è che apparenza, è la definitiva abolizione della divisione dell'Europa in stati nazionali sovrani». "Manifesto di Ventotene"
Aldo Bonomi
Il capitalismo in-finito
Indagine sui territori della crisi
Einaudi, 2013
Ciò che resta e ciò che sarà del capitalismo (finito o in-finito che sia) nell'Italia della crisi: dalla Torino postfordista ai porti della Liguria, da Milano al Veneto del modello del nordest, dall'Italia di mezzo fino al Sud, un'indagine sul declino e sulle risorse del nostro paese.
Non più e non ancora
di Luca Paolazzi
Credo che la condizione indispensabile per dare soluzione all'incertezza del nostro tempo sia la conoscenza della realtà in cui viviamo. Il nuovo libro di Bonomi è innanzitutto questo, uno strumento per capire la nostra realtà, da dove veniamo e dove stiamo andando, o per dirla con l'autore, per narrare il "non più" e capire il "non ancora". Conoscere e capire sono passaggi obbligati per immaginare il nostro futuro.
Henry Miller
Il tempo degli assassini
SE editrice, 2004
Un incontro sul Renon, lo stupore per l’indagare sulla banalità del male, la scoperta di una lettura comune, Rimbaud. Mi arriva un plico e una dedica. Non avrei mai pensato di vivere al modo dei poeti, al tempo degli assassini…
"Ecco il tempo degli assassini" è il rintocco che chiude Mattinata d'ebbrezza nelle Illuminazioni di Rimbaud. Ed è la frase che intitola, con una polivalenza di significati, questo saggio scritto da Miller per il centenario della nascita del poeta. Che è anche un saggio critico su Rimbaud, così come i romanzi e racconti di Miller sono anche opere di narrativa... Da non perdere.
di Giuseppe Colangelo
C'è una figura indimenticabile, definitiva, nella poesia di Andrea Zanzotto. È quella di Nino, un contadino dei suoi luoghi prediletti che appare per la prima volta in un testo de La beltà (1968). Così: «Le profezie di Nino. (Cosa mi fai scrivere, Nino!) (E non sappiamo se oggi tutto questo possa ottenere il permesso per un - benché minimo - senso!)».
Il poeta lo fa irrompere in modo forte nei suoi versi ma rendendosi subito conto dell'oltranza semantica di quell'incipit si affretta ad attenuarne la portata. Poi però nei versi successivi lo trasforma di fatto «in mitico profeta naturale» che comprende gli arcani del tempo e della natura. Perché Nino non avendo mai abbandonato la sua terra ne conosce tutte le potenzialità, vive in armonia con essa e sa guidarla a produrre sempre migliori raccolti con metodi naturali («off limits la sofisticazione»).
Elvira Muji
La lingua di Ana
Chi sei quando perdi radici e parole?
Infinito edizioni, 2012La rabbia e la dolcezza
di Michele Nardelli
Alla presentazione del libro "La lingua di Ana" ero arrivato in ritardo. Appena in tempo per un saluto ad Elvira, acquistarne una copia, ricevere una dedica e via, verso chissà quale altro impegno. Lei avrà pensato che questi "politici" dopo un po' sono tutti uguali, lo sguardo si inaridisce, lo spazio per l'emozione di un incontro tende a svanire, figuriamoci quello per un romanzo.
Forse. O forse no, perché la sensibilità di Elvira Muji, che nei libri precedenti conoscevo un po' acerba, non è più così. La rabbia verso il mondo ha lasciato il posto alla dolcezza. La dolcezza - si badi bene - non è meno radicale, semplicemente non ti avvelena la vita. E' la consapevolezza che la verità, quella che s'incontra nella storia di Ana come in tante altre storie di vita, fra guerra e pace, fra terre di emigrazione e d'immigrazione, fra incontri ed abbandoni, come scrive Elvira "non è né triste, né felice, è semplicemente verità".
di Ugo Morelli
(anticipazione dal libro di Ugo Morelli, Erba cedra e segreti amori. Il terremoto dentro, in corso di pubblicazione)
(agosto 2012) Come quercia squassata da ponente, violentata in ogni foglia, la terra sobbalzò, scommattuta, poverella, si perse, si squarciò, si aprì, ferita a morte e mostrò i danni irreparabili fatti da intere generazioni di sfruttatori incapaci di sopportarne la bellezza. Come i chichilicanti stavano su le case, in cima alle colline, e nei posti solatii, scelti dalla sapienza antica per viverci la vita propria e quella dei figli, e dei figli dei figli. Sembravano proprio quelle costruzioni che chiamavamo chichilicanti, fatte con le noci sgagnuliate e mondate con cura, per non rompere neppure un pezzo piccolo del frutto, disposte l'una sull'altra, tre alla base più una sopra, appoggiate in verticale, per giocare da bambini a farle cadere con un soffio. Tremendo fu il soffio quando il mondo tremò: niente trovò più pace. Gli uccelli persero il canto. Gli uomini la via. Non fu più lo stesso il mondo intorno a noi, lo perdemmo per sempre e, oggi, sembra il fantasma di quel che era, somigliante appena appena, solo a guardarlo da lontano. Non se ne capisce più niente. Così come non capimmo niente di cos'era un terremoto, ancora più oscure furono le cose che accaddero dopo. Tutto andò in frantumi, come le lastre delle finestre, lastre di terza scelta con gli "occhi" di fusione, che caddero in pezzi alla prima scossa.
La serata ha preso avvio con la presentazione da parte degli ospiti di casa del messaggio relativo al luogo (il Museo di Scienze Naturali di Trento) in cui si è deciso di svolgere la messa in scena dello spettacolo. Di particolare interesse è stato l'intervento di Michele Lanzinger (Direttore del Museo) che ha portato una riflessione - coinvolgente - sul tema del limite secondo le angolazioni e le prospettive che la scienza è in grado oggi di offrire, anche in termini di conoscenza del mondo naturale e di come, quest'ultimo, sia in grado di difendersi (una volta oltrepassato il limite) mediante una peculiare resilienza specifica ed una capacità di assorbimento ed adattamento alla circostanze avverse.
A 27 anni dalla strage di Stava
Il Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani, nell'ambito del percorso sulla cultura del limite (Nel limite. La misura del futuro), presenta lo spettacolo teatrale "La ginestra. O il fiore del deserto" di Giacomo Leopardi.
La rappresentazione, introdotta da un intervento di Michele Lanzinger e di Michele Nardelli, si inserisce nell'ambito del percorso culturale "Nel limite. La misura del futuro" proposto dal Forum attraverso un itinerario di manifestazioni che ne affrontano le diverse sfaccettature, fuori dai luoghi tradizionali e dalle consuetudini.