«Il problema che in primo luogo va risolto, e fallendo il quale qualsiasi altro progresso non è che apparenza, è la definitiva abolizione della divisione dell'Europa in stati nazionali sovrani»<br/> Manifesto di Ventotene
(16 aprile 2012) Ieri si è svolto a Trento il 25° Congresso delle Acli Trentine. Un momento importante di riflessione per i 520 delegati in rappresentanza fi un sistema partecipativo fatto di 12 mila associati. Riportiamo in allegato la relazione introduttiva di Arrigo Dalfovo, confermato presidente delle Acli Trentine, ricca di spunti che richiamano molti dei temi cari a questo blog.
«... Per questo la crisi economica che stiamo vivendo può essere considerata l'Apocalisse del nostro tempo. L'uomo contemporaneo ha smarrito il senso dell'umano ponendo l'avere davanti all'essere, sprecando tempo e risorse nel nome dell'estetica e del potere e così facendo ha generato un sistema economico basato sul perverso meccanismo della crescita illimitata alimentata dalla cultura del consumismo fine a se stesso. Un sistema che ha illuso ed indebitato milioni di famiglie a loro volta condizionate da modelli culturali ed informativi subalterni al pensiero unico del mercato. In questo modo è cresciuto il mito dello sviluppo che altro non significa che consumo illimitato delle risorse naturali per produrre oggetti che nel giro di pochissimo tempo diventano immondizia. Debito pubblico, grandi opere, costi delle politica, inquinamento globale, fame: sono le conseguenze del modello di sviluppo ancorato alla dittatura del PIL, Prodotto Interno Lordo, che vede asservite pressoché tutte le culture politiche. Questo unanimismo è figlio della religione economica che ha ridotto tutto a merce...»
"Oggi possiamo dire che un percorso, fra Bruno Kessler e Lorenzo Dellai, si è concluso ed è necessario passare a una fase successiva dell'Autonomia, che punti al consolidamento della specialità autonomista."
(10 aprile 2012) L'idea che espone su Politica Responsabile Giorgio Lunelli, nuovo direttore pro tempore, è quella di definire in maniera diversa la nostra realtà istituzionale. "Non più solo una provincia, dunque una realtà amministrativa nell'insieme di un'organizzazione centralista dello stato, seppur dotata di particolari e ingenti connotati autonomistici, ma una "Comunità Autonoma", diversa nella definizione perché diverse sono le competenze, gli assetti organizzativi, i livelli istituzionali, il patrimonio legislativo e la stessa potestà legislativa e di governo." Tu che ne pensi? Vieni a discuterne o a lasciare un commento, come sempre, su www.politicaresponsabile.it
di Armando Stefani
(5 aprile 2012) A nome della Comunità dell'Argentario desidero esprimere il mio sentimento di gratitudine ed il mio entusiasmo verso quei cittadini che sabato scorso hanno dedicato il loro tempo, le loro energie e competenze al bene comune.
Da tempo credo profondamente nella partecipazione attiva a vari livelli: tirando su muretti, sistemando sentieri e giardini, tinteggiando e pulendo le pareti e le piazze deturpate dal tempo e dai nostri stessi concittadini; arrabbiandosi e indignandosi quando la Pubblica Amministrazione non fa la sua parte; non è sufficiente chiedere che siano puniti gli amministratori che rubano; dobbiamo indignarci quando chi amministra fa male i lavori, quando si spende il triplo di quello che si dovrebbe e per molto altro ancora. Il silenzio è assenso e la politica vive sulla indifferenza altrui, su quel comportamento di rassegnazione generalizzata, dilatata a dismisura soprattutto in anni recenti; partecipando ai luoghi dove si decide; ritornando alla politica ... anche se dalle nostre esperienze ne siamo usciti spesso delusi ... non c'è alternativa. È li che si gioca il nostro destino, il futuro della Circoscrizione, del Comune, della Provincia, dell'Italia, dell'Europa ... del Mondo.
(7 marzo 2012) Federico Zappini, il nuovo direttore "pro tempore" di Politica Responsabile, ci invita a riflettere sull'importanza - a volte drammatica - che i confini hanno assunto nella vita delle nostre democrazie.
Da ciò deriva un progressivo smarrimento del significato essenziale del vivere democratico. Per dare una possibilità alla democrazia moderna di trasformarsi in altro senza inabissarsi, dovremmo provare, sostiene Zappini, a fare nostro il più ricco concetto di frontiera, "costruzione artificiale che nasce dalle aspirazioni e dalle aspettative di una comunità e quindi da motivazioni sociali e non esclusivamente geografiche". Discutiamone insieme, come sempre, su www.politicaresponsabile.it
... e del malessere. Le classifiche dell'ultimo Rapporto Quars, che dal 2003 ci dice come stanno davvero le cose, con criteri e indicatori alternativi al Pil
(15 aprile 2012) Che il PIL sia uno strumento inservibile per misurare il benessere e la qualità della vita, è un fatto acclarato. Lo si sapeva bene, in realtà, già alla fine degli anni '60, quando Bob Kennedy dichiarava agli studenti dell'Università del Kansas che il PIL "misura tutto, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta", e due illustri economisti, William D. Nordhaus e James Tobin, davano alle stampe un saggio importante, provocatoriamente intitolato Is Growth Obsolete? E lo si sa ancor meglio oggi, mentre assistiamo al fiorire di iniziative da parte di governi, istituzioni internazionali, reti della società civile globale (per un'utile ed esaustiva rassegna in merito, si veda il numero monografico dedicato a Il benessere oltre il PIL de «La Rivista delle Politiche Sociali», n. 1, 2011) destinate a individuare indicatori in grado di cogliere le molteplici dimensioni che concorrono a determinare la stato di salute di un territorio e della popolazione che lo abita, partendo da ciò che per le persone davvero conta: un ambiente pulito, la tutela del lavoro, dei diritti e della salute, servizi e istruzione di qualità e per tutti, un tessuto sociale coeso, attivo e solidale.