«Il problema che in primo luogo va risolto, e fallendo il quale qualsiasi altro progresso non è che apparenza, è la definitiva abolizione della divisione dell'Europa in stati nazionali sovrani»<br/> Manifesto di Ventotene
(6 gennaio 2013) Riprendono gli affari per l'industria armiera europea: dopo il calo del 2010, sono aumentati del 18,3% gli ordinativi ai paesi dell'Unione Europea per esportazioni di sistemi militari che nel 2011 (ultimo dato disponibile) hanno superato i 37,5 miliardi di euro. Crescono soprattutto le autorizzazioni verso le zone di maggior tensione del pianeta (Medio Oriente e Asia), diminuiscono verso gli Usa. Aumentano anche le consegne effettive di materiali militari: ma su queste il Rapporto dell'UE non presenta i dati perché diversi paesi (tra cui Germania e Regno Unito) non li hanno resi noti. Forse per adeguarsi allo standard tedesco, il governo tecnico italiano ha pensato di manipolare un po' le cifre: a fronte degli oltre 2,6 miliardi di consegne riportate nella Relazione governativa nazionale, i funzionari governativi hanno riferito all'UE solo poco più di 1 miliardo. Un "errore" che solleva più di qualche interrogativo sulla trasparenza del Governo Monti in questioni militari. Ma andiamo con ordine.
Dialogo attorno alla guerra in Ucraina fra Michele Nardelli e Francesco Prezzi: una sua ultima testimonianza sulle cose del mondo. Francesco ha vissuto questa ennesima tragedia dal letto di un ospedale e fino all'ultimo non ha mai smesso di ragionare sulla società, sul senso della Storia e sul valore del pensiero politico. Poi ha preso il volo.
(8 marzo 2022) Immersi nel Novecento. Questo siamo.
Lo sferragliare dei carri armati e il rumore sordo dei bombardamenti. I vecchi palazzoni sovietici sventrati e anneriti dal fuoco. Gli occhi impietriti di un'umanità costretta ad abbandonare le proprie case, a rifugiarsi negli spazi sotterranei delle metropolitane o ad ingrossare le fila del libro dell'esodo1. I miliziani nazionalisti, sempre più protagonisti delle nuove guerre, padroni delle strade e delle macerie. A prescindere dalle loro bandiere e da come andrà a finire, saranno loro a vincere.
E ancora. L'aria e l'acqua avvelenate, il sudiciume di ogni guerra. Le palizzate di eternit prese a calci, come ad essere senza futuro. La paranoia dei signori della guerra, sempre uguale. L'ipocrisia dei potenti che non hanno mai smesso di produrre e vendere armi. Sullo sfondo il riecheggiare del moto latino “vis pacem, para bellum”, che ha armato il pianeta tanto da poterlo distruggere.
Infine l'incubo nucleare, che da quelle parti conoscono bene e con il quale – malgrado la tragedia di Chernobyl – hanno continuato a convivere, quello delle centrali mai dismesse e in questi giorni sfiorate dalle cannonate, e quello delle testate atomiche allertate in un follia che vorrebbe reclutarci e che militarizza anche il confronto politico.
All'ordine del giorno dell'Assemblea del Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani convocata nella sala delle idee del Café de la Paix, in Passaggio Teatro Osele a Trento, un solo punto di discussione.
Dopo "Per una cittadinanza euromediterranea" e "Nel limite. La misura del futuro" (che si concluderà nel mese di marzo/aprile) su quale argomento cadrà la scelta del tema che caratterizzerà il percorso del Forum nel 2013/2014?
A conclusione dell'assemblea si svolgerà un piccolo momento augurale.
Obiezione di coscienza e servizio civile: i valori di ieri, le motivazioni di oggi, le speranze di domani
In occasione del 40° anniversario della legge 15 dicembre 1972 n. 772 anche a Trento si è sentita l'esigenza di organizzare un appuntamento di riflessione condivisa che tenti di ragionare attorno al passato, al presente e al futuro dell'esperimento di partecipazione e attivazione sociale rappresentato prima dall'obiezione di coscienza e poi dal servizio civile.
Un incrocio di esperienze nella prospettiva di un percorso comune che guardi con fiducia al domani.
Incontro dell'Associazione Mezzaluna fertile del Mediterraneo
La riunione assume un particolare valore per effetto dalla risoluzione approvata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite che ha riconosciuto lo stato di Palestina come osservatore non membro dell'ONU. Proprio nei giorni precedenti l'associazione è stata protagonista di un nuovo appello firmato da molte personalità italiane (www.mezzalunafertile.wordpress.com) che ha contribuito in maniera significativa a far sì che l'Italia si esprimesse favorevolmente al riconoscimento. La risposta da parte del Governo di Israele è stato l'annuncio di nuovi tremila insediamenti, alla faccia della legalità internazionale. Ne parleremo proprio martedì con Ali Rashid che sarà presente all'incontro, nel corso del quale faremo il punto sulle varie attività, sul progetto Vino di Cana e sviluppo rurale in Palestina. Passa parola.