«Il problema che in primo luogo va risolto, e fallendo il quale qualsiasi altro progresso non è che apparenza, è la definitiva abolizione della divisione dell'Europa in stati nazionali sovrani»<br/> Manifesto di Ventotene
Incontro con il regista tunisino Mourad Ben Cheikh, autore del film "Mai più paura" premiato al festival di Cannes, promossa fal Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani.
Il 2011 è stato un anno che ha portato ad enormi trasformazioni nello scenario internazionale, i popoli di molti paesi hanno chiesto con forza libertà e democrazia. Ma mentre la Tunisia ha iniziato un processo di democratizzazione reale, con la previsione di una Costituente e di libere elezioni, altrove continuano violenze e repressioni. Ne parleremo martedì 6 settembre alle 21.00 al Caffè della Predara con Mourad Ben Cheick, regista del film "Mai più paura", girato durante le rivolte tunisine di inizio 2011, Adel Jabbar, ricercatore e sociologo dei processi migratori e sociali, e Aboulkheir Breigheche, presidente della Comunità Islamica del Trentino Alto Adige.
Nell'ambito della sezione linguaggi di Oriente Occidente, conferenza con MARJOLA RUKAJ, corrispondente di Osservatorio Balcani Caucaso
Nell'ambito di Oriente Occidente, nella sezione "linguaggi", conferenza con Laura Boldrini, responsabile Unhcr per l'Italia
Moena in festa dal 19 al 21 agosto
di Francesca Zeni e Ilaria Chiocchetti*
(19 agosto 2011) Avreste mai immaginato di veder sventolare decine di bandiere turche nel cuore delle Dolomiti? O di cercare assetati una fontana e di trovare, tra i fienili trentini, il busto di un uomo con fez e mustacchi accanto all'acqua che sgorga fresca dalle montagne? A Moena oriente e occidente si mescolano, e ogni estate ne viene ritualmente celebrato l'intreccio. Uno dei quartieri più antichi della città dolomitica prende il nome di "Turchia", e accanto ai tradizionali tabià e agli affreschi con scene di caccia sulle pareti delle case, offre allo sguardo sfondi rossi con la mezzaluna e la stella.
di Francesca Zeni
Avreste mai immaginato di veder sventolare decine di bandiere turche nel cuore delle Dolomiti? O di cercare assetati una fontana e di trovare, tra i fienili trentini, il busto di un uomo con fez e mustacchi accanto all'acqua che sgorga fresca dalle montagne? A Moena oriente e occidente si mescolano, e ogni estate ne viene ritualmente celebrato l'intreccio. Uno dei quartieri più antichi della città dolomitica prende il nome di "Turchia", e accanto ai tradizionali tabià e agli affreschi con scene di caccia sulle pareti delle case, offre allo sguardo sfondi rossi con la mezzaluna e la stella. Ma non si tratta di cittadini immigrati che celebrano con nostalgia il paese d'origine. Gli abitanti del rione, moenesi da generazioni, affermano con orgoglio di sentirsi "turchi", nonostante i cognomi locali e la parlata ladina.