"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

Balcani

Fioriscono i tigli
fiore di tiglio

di Azra Nuhefendić   www.balcanicaucaso.org

E' il luogo dei ritrovi, il luogo delle amicizie, il luogo degli amori. E' il viale Vilsonovo, a Sarajevo, ombreggiato da quattro file di tigli secolari sopravvissuti anche alla guerra degli anni Novanta. Quando i tigli fioriscono, è ora di tornarci

(1 luglio 2011) Fioriscono i tigli, è ora di tornare a Sarajevo. In giugno il loro profumo si espande e, in due-tre giorni, avvolge tutta la città. I tigli in fiore provocano su di noi l'effetto di una droga leggera. Ci addolciscono, ci scuotono l'anima; diventiamo sentimentali, sul viso ci appare quel mezzo sorriso, un'espressione di chi contempla, di chi si ricorda un segreto, qualcosa di bello, di intimo. Ci ridà la voglia di goderci la vita, di darci da fare, di star bene, di trovare gli amici.

Il mostro si annida nella normalità
La neve sul cimitero di Potocari, Srebrenica

Questo articolo è stato pubblicato nell'ultimo numero della rivista UCT in questi giorni in edicola

di Michele Nardelli 

(13 luglio 2011) Le immagini di quella brutale carezza che precede la mattanza rimarranno nella coscienza e nel dolore del ‘900. Sul set di Potočari, zona industriale di Srebrenica, il protagonista era lui, il generale Ratko Mladić. Lo sguardo fiero di chi ha in pugno la situazione, la sicurezza del gesto, il cameratismo, l'immancabile rakija, tutto secondo copione. Anche le comparse, perfette. Uomini smunti da mesi di assedio caricati sui camion con i loro zaini, donne con lo sguardo perso di chi ha un cattivo presentimento, i bambini per mano. E poi i caschi blu, ragazzini olandesi finiti più o meno per caso in quel buco del mondo di cui non sapevano nemmeno pronunciare il nome, alla mercé di guerrieri carichi di adrenalina e di alcol. Ma non era un film...

L'89 europeo ed il 2011 arabo a confronto
manifesto euromediterranea, particolare

Analogie e differenze tra le attuali rivolte in molti Paesi del mondo arabo e il 1989 nell'Est Europa. Un'occasione per ripensare al Mediterraneo che abbiamo in comune.

DAVIDE SIGHELE, giornalista di OBC, dialoga con: FARID ADLY, giornalista libico; MIHAI MIRCEA BUTCOVAN, scrittore e giornalista romeno; JOVAN TEOKAREVIC, politologo serbo e direttore del Belgrade Centre for European Integration

Serata promossa da OBC nell'ambito dell'inizitiva "Sentiero di Pace"   Vai al programma


 

Vent'anni dopo. Donne per la riconciliazione nei Balcani
il telefono antiviolenza di Kraljevo

Attraverso uno sguardo al femminile, una riflessione critica sul tema della rielaborazione del passato a vent'anni dall'inizio delle guerre di dissoluzione della Jugoslavia. Tre storie esemplari, esperienze concrete di impegno contro la guerra e per la riconciliazione.

LUKA ZANONI, direttore testata di OBC, dialoga con: RADA ZARKOVIC, direttrice della cooperativa "Insieme-Zajedno" di Bratunac (BiH);
MAJA MICIC, direttrice della Youth Initiative for Human Rights di Belgrado; LUISA MORGANTINI, già vicepresidente del Parlamento Europeo.

Incontro promosso da Osservatorio Balcani Caucaso nell'ambito dell'iniziativa Sentiero di pace Vai al programma

Mladic, noi festeggiamo così
L\'antica moschea di Kozarac

di Emiliano Bertoldi, Maurizio Camin, Ezio Pilati 

(10 giugno 2011) Pochi giorni fa è stato arrestato Ratko Mladic, uno degli ultimi grandi criminali delle guerre in ex Yugoslavia ancora in libertà. E' un fatto importante per le migliaia di vittime e per i loro familiari. Alcuni li abbiamo incontrati personalmente nel nostro impegno come associazioni di solidarietà trentine nei Balcani.

Storia e pensiero di Ibrahim Rugova
Ibrahim Rugova

Kosovo senza violenza. Storia e pensiero di Ibrahim Rigova

Incontro con Anna di Lellio, docente di relazioni internazionali alla New School e New York University

Interventi e saluti di Fabrizio Rasera, Mauro Cereghini e Michele Nardelli

Modera: Luisa Chiodi

L'iniziativa è nell'ambito del percorso di "Cittadinanza Euromediterranea" ed è promossa dal Tavolo trentino con i Balcani in collaborazione con l'Accademia degli Agiati, Osservatorio Balcani e Caucaso, Fondazione Cassa di Risparmio.

Per una discussione pubblica sul passato
la balkanska krcma, la locanda balcanica
Ora che Ratko Mladić è stato arrestato ed estradato all'Aja si tratta di fare i conti col passato. Che la Serbia non ha ancora avuto il coraggio d'affrontare. Un'intervista a Nataša Kandić, direttrice del Centro per il diritto umanitario di Belgrado (da www.balcanicaucaso.org)

(1 giugno 2011) "È l'avvenimento storico-politico più importante dalla fine della guerra", così Nataša Kandić, direttrice del "Centro per il diritto umanitario" di Belgrado accoglie la notizia della cattura del generale serbo bosniaco Ratko Mladić ricercato da oltre 16 anni da quando il Tribunale penale internazionale per la ex Jugoslavia (TPI), dopo gli eventi di Srebrenica, emise un mandato di cattura contro di lui. La Kandić è un'attivista per i diritti umani di lungo corso e non è donna amata nel proprio Paese, per il suo ruolo nella denuncia di crimini di guerra dell'esercito serbo, vedi il video che le fu consegnato degli Scorpioni un'unità speciale di "liquidatori" di Srebrenica, e per le sue opinioni fuori dal coro in merito al Kosovo. Negli anni Novanta, assieme ad altre attiviste per i diritti umani, era una delle "streghe di Belgrado". OBC l'ha incontrata dopo l'arresto di Mladić.